British Petroleum: ombre sul futuro della finanza

Scritto il alle 15:15 da Danilo DT

Una delle storie più drammatiche di questo 2010 è senza dubbio la gravissima crisi del Golfo del Messico, generata dalla perdita di petrolio della piattaforma della British Petroleum, il colosso dell’energia che, scherzi del destino, aveva deciso addirittura di cambiare il nome da British Petroleum, BP , in sempre BP ma Beyond Petroleum, proprio per dare un segnale forte al mercato, ovvero la sua progressiva trasformazione verso l’energia alternativa e pulita (il CEO di BP è un convinto eologista, anche se sembra strano).

I danni a livello ambientale sono catastrofici. Ma a livello finanziario, cosa potrebbe succedere?

In molti report si inizia a paventare il timore di un rischio default per il colosso inglese dell’energia. Rischio default che secondo i più, è assolutamente da escludere, ma che, vista la difficoltà che si ha per capire cosa potrebbe riservarci il futuro di BP, mi sento comunque di tenere in considerazione.
Ma prima di sputare sentenze, due dati…

 

To big to fail? Beh….

Se parliamo di dimensioni, qui stiamo trattando una delle più grandi società mondiali a livello di capitalizzazione di borsa. Una capitalizzazione pari a 65000 MM di GBP e un debito tutto sommato accettabile pari a 16680 MM GBP.

Interessante il fatto che il debito verso le banche sia limitato, mentra molto più alto è il debito verso gli obbligazionisti. Infatti da sempre quest compagnie sono viste come “macchine da utili” e possono permettersi di emettere bonds a tassi molto inferiori a quelli con il quale il sistema bancario andrebbe a finanziare queste imprese.
Questo debito è distribuito quasi esclusivamente nei prossimi anni.

Grafico Debito BP

Sembra proprio però che BP abbia le spalle larghe e che non avrà grossi problemi a rinnovare il debito e ad andare avanti. Ma attenzione, questi grafici non tengono ovviamente conto del disastro della Louisiana. I prossimi anni saranno determinanti non solo per il debito di BP nei confronti del sistema finanziario, ma anche per i danni e le cause che la BP dovrà sostenere per riparare a tutto quanto ancora non è stato interrotto, il disastro ecologico più grandioso della storia. Più tutte le spese che la stessa BP ha detto di voler sostenere di sua iniziativa per ripulire l’area.

BP ha già versato 305 milioni di dollari USA come prima tranche agli USA, ma non basteranno. I costi potrebbero essere molto molto superiori.
Si parla di cifre ben superiori ai 4 miliardi di dollari, solo come spese per la sistemazione del pozzo, più altri 3 miliardi di altri costi. E poi tutto il resto….
Certo che tutto questo fa un bel volume di denaro… E tutto questo cambia enormemente le carte in tavole. I mercati, poi, con l’incertezza ceh ne sta derivando, vanno a nozze con la speculazione che, ovviamente, è lievitata a dismisura.
Basta guardare i CDS.

Credit Default Swap: BP alle stelle

Il grafico del Credit Default Swap di BP è lievitato a dismisura, per poi rintracciare un pochino nelle ultime sedute, visto anche un sentiment migliore sul mercato. Nel grafico qui sopra vedete i CDS di BP paragonati a quelli di altri importanti concorrenti, tra cui la nostra ENI.
E’ palese, dal grafico, dedurre che il mercato sta scontando per BP un rischio molto maggiore della media del settore. Un rischio che ci indica la possibilità di un declassamento a junk bond per il debito di BP.
Ma non è tutto.

Struttura del CDS di British Petroleum: indica rischio default

Ne abbiamo parlato in Compass della struttura dei CDS in merito ai PIIGS, e anceh in questo caso vale la pena tornare ad analizzare una curva dei CDS.
Come potete vedere, la curva dei Credit default swap di British Petroleum. E’ invertita, o se preferite in backwardation. Significa che costa di più assicurarsi nel breve (CDS a 1,2,3 anni) anziché a 5 o 10 anni. Che vuol dire? Che il mercato vede nei prossimi 2 anni appunto un concreto rischio default per BP. Al momento si tratta di fantafinanza, vista soprattutto la situazione attuale. Ma fate ben attenzione.

Se Lehman Brothers poteva essere too big to fail, BP non è assolutamente da meno, anzi… Si aprirebbe un dramma che sarebbe paragonabile quantomeno al disastro ambientale del golfo del Messico. E per i mercati finanziari un vero e proprio tsunami globale.

 

STAY TUNED!

 

DT

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