BLOCKCHAIN REVOLUTION: adesso si fa sul serio

Scritto il alle 11:10 da Marco Dal Prà

Nel momento in cui scrivo, il Bitcoin sta quotando la bellezza di 11.700$ su Coinmarketcap, mentre i media mainstream stanno tutti a parlare della bolla dei tulipani olandesi.

Io invece preferisco di parlare della sottostante tecnologia, che è il vero indice se il mondo delle criptovalute ha delle fondamenta solide oppure no.

Oggi quindi vi racconto qualcosa di Standard Normativi Internazionali, quelli emessi dall’ISO, l’organo che ad esempio emette le “famigerate” norme ISO 9000 sulla qualità dei processi industriali, che magari molti di voi si trovano a dover applicare nella propria azienda.

Ebbene, dovete sapere che l’ISO a fine 2016 ha istituito al suo interno un Comitato Tecnico denominato “Blockchain and distributed ledger technologies“, cioè un gruppo di lavoro che si prefigge di emettere delle norme per standardizzare questo settore.

Il comitato, che per gli interessati è il TC 307, oggi ha già fase di elaborazione ben quattro norme in tema Blockchain e registri distribuiti (DLT).

Il significato di questa scelta è molto profondo.

Istituire dei comitati tecnici in sede ISO non è un gioco; significa mettere d’accordo molte persone e l’interesse di molte aziende, talvolta in contrasto tra loro; significa raccogliere all’interno dello stesso ISO un numero sufficiente di aderenti (tra i vasi paesi del mondo) che possano entrare nel gruppo di lavoro; una attività non per niente facile.

Ma soprattutto significa che un nuovo “prodotto”  ha dimostrato di essere importante a tal punto da manifestare la necessità di essere standardizzato. Significa che l’oggetto della “normazione” ha opportunità importanti di sviluppo sia qualitativo che quantitativo.

Punti che evidentemente c’erano tutti in abbondanza tale da far sorgere un Gruppo di Lavoro specifico.

Ora il gruppo si sta muovendo a breve termine per identificare i concetti generali e successivamente per cercare di standardizzare l’interoperabilità tra piattaforme diverse. Ma il motivo per cui scrivo non è questo.

L’aspetto importante di questa vicenda è proprio il fatto che la Blockchain è entrata nei lavori dell’ISO.

E’ la prova che la Blockchain (che ricordo, è stata adottata in primo luogo per far funzionare la criptovaluta Bitcoin) è una tecnologia importante e in fase di sviluppo tanto che interessa svariati campi applicativi e non qualche nicchia, altrimenti l’ISO non avrebbe istituito un Comitato Tecnico.

Aggiungo che anche l’Italia partecipa a questo comitato tecnico internazionale, per tramite dell’UNI, l’ente che sovrintende l’emissione delle norme nel nostro paese. In seno all’UNI, tra l’altro, è stata istituita anche una Commissione specifica (link QUI), la UNI/CT 532“Blockchain e tecnologie per la gestione distribuita dei registri elettronici (distributed ledger)”.

Ricordo ancora una volta che molte banche hanno già sviluppato una Blockchain in proprio conto, come ad esempio JPMorgan con il sistema Quorum, mentre altre come Intesa San Paolo e Unicredit sono parte di sperimentazioni, ad esempio quella in corso nel consorzio SWIFT .

Intesa Sanpaolo e Unicredit testano la blockchain nel quadro di SWIFT gpi

 

Nell’ambito industriale invece abbiamo in prima fila IBM, che ha sviluppato già molte applicazioni blockchain con l’applicativo Hyperledger, o Microsoft con il prodotto Azure (Link qui).

In poche parole l’idea è talmente valida che molte imprese del settore informatico e tecnologico si sentono quasi obbligate ad avere nel proprio portafoglio “prodotti Blockchain“, facendo a gara per chi la adotta per prima.

Ritengo comunque che in questo momento ci sia un abuso del termine e in molti lo stiano adottando senza rendersi conto su quali siano davvero i settori in cui è utilizzabile; in certi casi infatti il registro distribuito non ha senso e addirittura costa molto di più della classica infrastruttura informatica del server centralizzato.

Qualcuno di questi prodotti finirà e forse finirà anche male, come accaduto all’epoca della bolla delle dot.com. Ma questo con le criptovalute non ha nulla a che vedere, è un ragionamento puramente industriale.

Comunque di sicuro è iniziato un nuovo paradgma per l’industria informatica. Un paradigma che nel 2017 ha subito un’accelerazione enorme. Basta solo vedere quante applicazioni sono state sviluppate per creare Wallet per criptovalute, tutti software che in qualche modo accedono ad una blockchain.

Se posso fare un paragone, oggi con la Blockchain siamo nel ’94 con pochi che usano le Email, mentre la maggioranza usa ancora il FAX.

Soltanto che questa volta la rivoluzione è molto più profonda e dirompente, sia dal punto di vista sociale che tecnologico, soprattutto perchè, interessando il settore finanziario, raccoglie rapidamente importanti investimenti che ne accelerano ancora di più lo sviluppo e l’adozione.

Per coloro che resteranno ancorati al passato, il rischio di scomparire è alle porte. Un segnale di allarme prima di tutto per il sistema bancario.

 

Informazioni e Link Utili

  • La notizia sul sito internet del’ ISO – https://www.iso.org/committee/6266604.html

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