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Bitcoin, perchè 21 Milioni ?
Potrebbe sembrare paradossale, ma la situazione della massa monetaria di una criptovaluta è molto più chiara e trasparente di quella delle valute a corso legale. Ad esempio se vi chiedo quanti Euro ci sono in circolazione in questo istante, difficilmente qualcuno sarà in grado di rispondere. Oppure quanto valgono gli indicatori M1, M2, M3 oggi ? Ebbene, dobbiamo aspettare le stime aggiornate della Banca Centrale Europea.
Con le criptovalute invece questi valori sono pubblici e consultabili da chiunque in tempo reale. Questo perché l’emissione delle criptovalute è governata da un unico software, di cui si può sapere istante per istante quello che fa, anche se replicato in migliaia di computer sparsi in tutto il mondo.
Ad esempio, nel momento in cui scrivo sono in circolazione 97 760 290,66 ether (le monete della blockchain Ethereum) , mentre di Bitcoin ce ne sono esattamente 16.878.700.
Questi valori non sono fissi ma si incrementano continuamente, dato che anche le criptovalute hanno l’inflezione, soltanto che solitamente è molto bassa.
E l’inflazione serve per introdurre nel mercato nuove “monete”, solitamente generate nuove dal programma ogni volta che vengono confermati i pagamenti che si scambiano gli utenti.
L’esempio di Bitcoin
Per spiegare meglio questo concetto, prendiamo la criptovaluta Bitcoin : contrariamente a quanto si possa pensare, i bitcoin non sono stati generati tutti quando il software è stato avviato (il 3.1.2009), altrimenti davvero non avrebbero avuto nessun valore.
Il colpo di genialità di chi ha scritto il programma, cioè la persona che si nasconde dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, sta proprio in questo particolare: oltre a scrivere le parti di software che gestiscono lo scambio di monete tra gli utenti (equivalenti ai bonifici bancari) ha inserito uno specifico algoritmo che gestisce la “stampa” delle nuove monete e della relativa inflazione.
Questo parte del programma è congegnata in modo che vengano prodotti (generati dal nulla) 12,5 nuovi Bitcoin ogni 10 minuti, “monete” che non vengono regalate o gettate al vento con l’elicottero, ma vengono usate per ricompensare chi fa un certo lavoro : vengono assegnate a coloro che si occupano di verificare e convalidare le transazioni, cioè i trasferimenti di criptovaluta tra utenti.
Queste persone, che nel gergo sono chiamati minatori, sono in pratica coloro che immettono sul mercato i nuovi bitcoin, perchè devono sostenere i costi della loro attività (acquisto di hardware specifico, affitto, manodopera e soprattutto bollette elettriche).
In pratica queste figure professionali hanno una duplice veste : sono garanti della sicurezza delle transazioni e sono coloro che diffondono sul “mercato” la criptovaluta.
Una ultima curiosità : Satoshi Nakamoto ha previsto nel programma un limite di coniazione delle nuove monete. In pratica la generazione di nuovi bitcoin continuerà fintanto che saranno stati prodotti, cioè immessi in circolazione, 21 Milioni di Bitcoin.
Dopo tale giorno (circa nel 2030) non verranno “stampati” ulteriori bitcoin, ed i minatori sopravviveranno applicando delle banali commissioni per rientrare del loro lavoro di fare calcoli matematici.
Da quel giorno la moneta non avrà più nessuna inflazione e, come per l’oro, ci si dovrà accontentare dei “pezzi” in circolazione.
Perchè 21 Milioni ?
Qualcuno sostiene che il Limite Massimo della distribuzione di Bitcoin sia determinabile grazie ad un calcolo con una serie geometrica basandosi sulla produzione di 50 bitcoin ogni 10 minuti. Ma sono solamente supposizioni. Resta comunque la domanda di perchè fermarsi a questo numero.
Di certo stabilendo un “Max Supply” Nakamoto ha creato una moneta deflazionistica e destinata ad apprezzarsi nel tempo proprio per la sua rarità, come l’oro. Qualcuno per questo motivo lo chiama appunto “oro digitale”.
Ricordo tra l’altro che c’è una attinenza empirica che collega bitcoin con l’oro. E’ che tutto l’oro del mondo, se fuso assieme, occuperebbe circa lo spazio di un cubo di 21 metri di lato. Una curiosa coincidenza, o forse una delle tante bizzarrie che Nakamoto ha messo dentro il software di bitcoin.
Da notare che comunque non tutte le criptovalute hanno un “Max Supply” che determina la fine di creazione di ulteriori monete. Ethereum, ad esempio non lo ha. Ripple ha 100 Miliardi. Litecoin ha 84 Milioni.
Tutti questi numeri non sono segreti e consultabili sono la programmatori esperti, ma sono visibili persino nel sito Coinmarketcap, che li riporta aggiornati nella scheda riepilogativa di ciascuna criptovaluta (link alla fine).
Ma questi 21 Milioni non si possono aumentare ?
Tutto si può fare, ma bisogna convincere la maggior parte di coloro che hanno un pc che esegue il software bitcoin, che sono detti “nodi”, a sostituire il programma che hanno con uno aggiornato (o meglio, modificato).
Ma i nodi non sono pochi : sempre in questo momento mentre scrivo, i PC che nel mondo stanno eseguendo il software bitcoin sono circa 11.300!
E dato che i nodi generalmente sono gestiti da persone che possiedono bitcoin, difficilmente riusciremo nell’intento di convincerli a installare nel loro PC un software che “diluisce” il valore dei loro risparmi. Non posso prevedere con certezza la loro risposta, ma se fossi io, risponderei “No, Grazie”.
Link Utili
Qui trovate la quantità aggiornata in tempo reale degli Ether circolanti.
Qui trovate il dato in tempo reale dei Bitcoin (circulating supply)
Il sito Coinmarketcap, con le quotazioni aggiornate e i dati di ogni singola Criptovaluta.
Carissimo fdonni,
ti ringrazio per aver postato questa domanda perchè potrebbe essere lo spunto per un ulteriore articolo.
Comunque, vediamo la frase principale estratta dalla risposta :
“Chi conosce un po’ di politica monetaria comprende chiaramente che questo è un errore grossolano.”
A mio modo di vedere questa frase l’ha scritta una persona di scuola Keynesiana, ovvero che ha studiato SOLO il modello economico Keynesiano.
Ricordo che l’economia NON è una scienza (l’elettronica e l’informatica invece sì, perché producono risultati sempre prevedibili… derivando direttamente dalla fisica).
L’economia invece è fatta di “interpretazioni” “presunzioni” “intuizioni” per le quali non esistono solo quelle di KEYNES o di Milton Friedman.
Ad esempio ci sono anche quelle del premio nobel Fryederic Von Hayek, che vanno molto d’accordo con le cryptovalute.
Quindi l’osservazione che è stata fatta, va letta in questo senso :
“Chi conosce un po’ di politica monetaria Keynesiana comprende chiaramente che questo è un errore grossolano.”
Si, ma le crypto usano un’altra politica monetaria !
E’ come voler applicare il teorema di pitagora ad un quadrato. Ovviamente impossibile perchè si applica solo ai triangoli rettangoli. Ecco, i keynesiani vanno in crisi perchè conoscono solo le figure con 3 lati.
Il mondo con le crypto sta cambiando e la politica monetaria di Von Hayek ci verrà in aiuto proprio per questo.
Qui un divertente e famoso video sottotitolato in italiano tra Keynes e Hayek
https://www.youtube.com/watch?v=jnnwT82JpnQ
Buongiorno
Sempre interessanti i tuoi articoli; vorrei chiederti un parere su un’affermazione che ho letto e che trovo condivisibile (ma trovo condivisibili anche molte delle tue):
“Ci sono diversi aspetti che dovranno essere sistemati nell’ipotesi di un utilizzo pervasivo di questa tecnologia. Vi è un problema strutturale che affligge un po’ tutte le più famose criptovalute e che deriva, culturalmente, da Bitcoin stesso. Molte criptovalute sono pensate come mezzo di pagamento, ma sono progettate come bene scarso, quindi più come merce-riserva-di-valore che non come mezzo di pagamento. Molte criptovalute si fregiano del fatto che le loro regole (attuali!) impongano che il numero totale di token non possa superare un determinato numero fisso (come accade con i famosi 21 milioni di bitcoin). Questa rigidità è vista come un valore. Come garanzia di “assenza d’inflazione” e di aumento di valore della moneta nel tempo. Chi conosce un po’ di politica monetaria comprende chiaramente che questo è un errore grossolano. Affinché un sistema economico abbia prezzi stabili la quantità di moneta non può essere fissa, ma deve adeguarsi alla quantità di beni e servizi prodotti. Se un progetto anche molto interessante, come ad esempio IOTA, avesse un grande successo e diventasse lo standard nei micropagamenti i prezzi, in IOTA, dei servizi dovranno necessariamente diminuire in continuazione, mano a mano che entreranno nella piattaforma sempre più fornitori di servizi. Un giorno, quando questi progetti saranno maturi ci si accorgerà che questo è un limite al quale si dovrà, in qualche modo, porre rimedio.
Si possono progettare dei sistemi per rendere flessibile una unità di conto a partire da un asset digitale rigido. Non è concettualmente impossibile, ma oggi rimane un problema aperto di cui pochi si rendono conto e che implicherà necessariamente delle modifiche strutturali alle attuali architetture. Questo è solo un aspetto, oggi poco compreso, per il quale un progetto futuro, più evoluto, potrebbe soppiantare un progetto lanciato oggi.”
Cosa ne pensi?