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Bitcoin Fomo: Fretta, Ansia e Paura da dimezzamento (Halving)

Scritto il alle 09:25 da Marco Dal Prà

Molti si chiederanno come mai bitcoin in questi ultimi giorni stia riprendendo rapidamente il terreno che aveva perduto a causa del crollo generalizzato dei mercati di metà marzo. Solo quest’ultima settimana abbiamo visto aumentare il suo prezzo di circa il 15%, e dopo alcuni picchi raggiunti nei giorni scorsi, ora per avere un bitcoin bisogna sborsare circa 8850 Dollari. Come si spiega questa salita? Come mai ci sono diverse persone che in giro chiedono frettolosamente come si acquistano bitcoin? Vediamo assieme il motivo più probabile e perché la data del 12 Maggio è per bitcoin una pietra miliare.

[Nel grafico sopra, confronto a 6 mesi bitcoin (in rosso) con l’indice S&P500 (in blu) sul portale Tradingview]

 

Halving: primo indiziato

Come al solito non c’è un unico motivo per giustificare la variazione di prezzo di bitcoin e delle criptovalute in generale, ma un episodio in particolare sta per succedere a breve: il dimezzamento della ricompensa ai minatori, nel gergo Halving.

I minatori sono coloro che con particolari macchine di calcolo si sfidano a duello ogni 10 minuti circa, per aggiornare la blockchain, l’archivio dei pagamenti che si scambiano gli utenti. Chi è il più bravo e soprattutto il più veloce a fare un determinato calcolo, comprese le operazioni di verifica che tutti i pagamenti siano regolari e corretti, si vede aggiudicare la taglia che fino ad oggi è costituita dalla bellezza di 12,5 bitcoin nuovi di zecca. Un valore che alle quotazioni attuali significa oltre 100.000 Dollari.

Sembra una cifra stratosferica, ma i minatori, oltre alle voci di costo che ha qualunque altra azienda, come il personale, gli affitti e il continuo rinnovo delle apparecchiature di calcolo (nel gergo ASICs), devono affrontare costi esorbitanti di energia elettrica, pertanto si tratta di cifre che seppure alte, trovano una loro giustificazione.

Inoltre bisogna ricordare che “azzeccare” il calcolo per chiudere un nuovo blocco è come giocare alla lotteria, quindi ogni minatore non può avere la certezza sulle entrate mensili e quindi tenderà a fare opportuni accantonamenti sui bitcoin conquistati per cercare di mettere al sicuro il proprio patrimonio, oppure diversificare con operazioni di trading.

Un mestiere quindi ricco di sfide e innovazione in nuove tecnologie, ma anche ricco di incertezze.

 

Cosa succede il 12 Maggio

Tra qualche giorno succederà una cosa prevista nel software bitcoin e che accade automaticamente ogni 4 anni: il dimezzamento della taglia promessa ai minatori.

Per chi non conosce bitcoin tutto può sembrare molto strano, ma dato che nella criptovaluta non esiste un banchiere centrale, il creatore del programma, il famoso quanto anonimo Satoshi Nakamoto, aveva dovuto pianificare a tavolino la modalità per immettere sul mercato le “monete” di nuovo conio e quindi l’inflazione.

La “leggendaria” mail che annunciava l’attivazione di Bitcoin

Ebbene, chi si celava dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, decise che i bitcoin nuovi di zecca sarebbero stati emessi solamente a favore di chi si offriva “volontario” per svolgere il lavoro di verifica e controllo delle operazioni di pagamento che avvengono nella rete (praticamente una sorta di guardiano che ogni 10 minuti “impacchetta” la traccia che lasciano gli ultimi pagamenti avvenuti).

Ma questi pagamenti in nuovi bitcoin seguono anche delle logiche che potremmo definire di politica monetaria, che si trovano nella sopra citata mail:

Total circulation will be 21,000,000 coins. It’ll be distributed to network nodes when they make blocks, with the amount cut in half every 4 years.

first 4 years: 10,500,000 coins
next 4 years: 5,250,000 coins
next 4 years: 2,625,000 coins
next 4 years: 1,312,500 coins
etc…

Ecco quindi che il 12 Maggio segna una di queste pietre miliari, perché entreremo nei 4 anni dove i “verificatori”, che nel gergo chiamiamo minatori, non prenderanno più 12,5 bitcoin ogni blocco validato, ma ne prenderanno 6,25, facendo diventare i bitcoin più rari.

 

Inflazione programmata

Dai numeri che vedete sopra, contenuti nella ormai leggendaria mail del 8 Gennaio 2009, più di qualcuno ha calcolato l’andamento dell’emissione dei nuovi bitcoin e la corrispondente inflazione, giungendo al grafico sottostante.

In pratica attorno al 12 Maggio 2020 verrà emesso il blocco numero 630.000 e conseguentemente il software che i minatori stessi usano, come previsto dimezzerà la taglia assegnata per ogni nuovo blocco creato; da quella data, quindi, diminuirà il numero di nuovi bitcoin che entreranno in circolazione ad ogni blocco emesso (cioè ogni circa 10 minuti).

 

Gara all’accaparramento

In questi giorni stiamo quindi vedendo due fenomeni:

  1. Utenti che cercano in tutti i modi di acquistare bitcoin per metterli da parte, perché ritengono che un aumento della rarità, cioè l’halving, porterà ad un incremento di prezzo (il famoso utente twitter @PlanB, ad esempio, indica come prossimo target di prezzo per bitcoin la bellezza di 100.000 $ !)
  2. I minatori che stanno spingendo le macchine al massimo, magari accendendone anche qualcuna di vecchia, per cercare di accaparrarsi più bitcoin possibili, prima di subire il dimezzamento nel compenso in bitcoin che vedrà ovviamente dimezzate le loro entrate.

Vediamo ora quali potrebbero essere le conseguenze per queste due “categorie” di persone.

 

Gli effetti non sono immediati

La conseguenza di affollamento di utenti del primo punto è ovviamente un aumento del prezzo di bitcon dovuto ad una gara all’accaparramento (da parte di utenti di tutti i generi, anche retail). E come sempre accade, tutte le altre criptovalute seguono a ruota.

Personalmente credo che il 12 Maggio non succederà nulla di particolare, così come nei giorni seguenti. Come in tutte le aziende le bollette elettriche e gli stipendi si pagano alla fine del mese, pertanto non vedo motivo per i minatori di vendere i loro bitcoin minuto per minuto. L’eventuale effetto sui prezzi presumo si potrà vedere ma nell’arco dell’estate se non a settembre.

 

Conseguenze sulla politica monetaria di bitcoin

Gli effetti del secondo punto, cioè dovute al comportamento dei minatori, avranno invece delle conseguenze di tipo tecnico o, per così dire, di politica monetaria.

Riuscire nel calcolo di un blocco in tempi più bassi di 10 minuti infatti comporta una emissione di bitcoin maggiore del previsto (ricordate, sono attualmente 12,5), ed una alterazione del tasso di inflazione programmato.

Per evitare questo problema, il protocollo bitcoin prevede che se i minatori sono troppo veloci e producono più di 6 blocchi per ora, dopo circa 15 giorni vengono “castigati” con un incremento della difficoltà di calcolo: viene cioè alzata di 10 volte l’asticella che devono “saltare” per emettere un nuovo blocco, rallentando la loro produttività. Un meccanismo di sicurezza che bitcoin utilizza anche per seguire l’evoluzione tecnologica delle macchine di mining.

Per fare un paragone è come se un cercatore d’oro si dotasse di una macchina da scavo più veloce e potente, ma poi il terreno, come per “ritorsione”, diventasse più duro.

In poche parole bitcoin ha un sistema di autocontrollo, ideato in modo a dir poco geniale da Satoshi Nakamoto, per evitare che l’inflazione esca dai binari previsti e rischi di far diventare bitcoin come una qualsiasi Fiat Money.

Questo è uno dei motivi per cui bitcoin è unico e rivoluzionario.

 

Link Utili

Le mail di Satoshi Nakamoto che annunciavano la messa in funzione di bitcoin.

Il contatore “Bitcoin Block Reward Halving Countdown

La notizia dei 16 blocchi emessi in un ora, anziché 6, sul portale Coindesk.

A chi può interessare segnalo che tengo corsi di formazione online sui fondamentali di bitcoin e criptovalute; maggiori informazioni le potete trovare in questo Link .

 

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