in caricamento ...

BitCoin Crash: la bolla speculativa si sgonfia. Dal BOOM al Pluff

Scritto il alle 09:30 da Danilo DT

Come tutti non potevo non restare affascinato dal nuovo fenomeno monetario virtuale del XXI secolo, il Bitcoin. La moneta libera in tutto e per tutto, senza una banca centrale alle spalle ma solo un sistema open source con relativa rete peer to peer, un database che tiene traccia delle varie transazioni, con relativa crittografia per l’eventuale generazione di nuova moneta.

E’ il sistema che ha molto di informatico e poco di tradizionale, e secondo molti (soprattutto legati al mondo virtuale) rappresentava il “futuro” dell’era monetaria.

Il progetto è quanto mai interessante. La prima vera valuta globale, unica in tutto il mondo, gestita e scambiata in rete, con prezzi visibili su più piattaforme, massima trasparenza. Wow. Non esiste più la carta moneta, basta metalli stampati. Basta zecche, solo transazioni informatiche. Una moneta impalpabile ma di estremo valore, visti i prezzi raggiunti. Inoltre una valuta che ha un valore reale. Non come quei dollari che ormai hanno un prezzo che è quello che gli viene “politicamente“ dato. Ed ecco infatti che l’effetto “rarità” ha creato delle speculazioni notevoli facendogli lievitare in modo impressionante il valore.
E proprio in questi giorni si sono visti tutti i limiti di questa moneta virtuale all’apparenza inattaccabile.

È saltata Mt.Gox, una delle principali piattaforme di scambio dei Bitcoin. Il sito risulta offline all’indomani delle dimissioni del suo numero uno, Mark Karpeles, dal board della Fondazione che tutela la criptomoneta. Un allontanamento dettato dai problemi tecnici che avevano indotto nelle ultime settimane a sospendere le operazioni su Mt.Gox. Dagli scambi, tra l’altro, c’è anche una «sparizione» di 740mila Bitcoin, probabilmente ad opera di hacker.

Il servizio è saltato a stretto giro dalla diffusione del comunicato congiunto di altri sei operatori di Bitcoin (Coinbase, Kraken, Bitstamp, BTC China, Blockchain e Circle) che hanno preso le distanze da Mt.Gox. (Source: LaStampa) 

Le ultime transazioni sulla piattaforma Mt.Gox. La polverizzazione del BitCoin

Gli hacker hanno fatto saltare il castello, rubando il 6% di tutti i Bitcoin in circolazione. una cifra pari a circa 360 milioni di USD! Una cifra mostruosa. Morale: il sistema che doveva essere inattaccabile si è rivelato fragilissimo. Crollo della fiducia,e senza qualcuno alle spalle…Puff…Il prezzo progresivamente collassa.

Grafico Bitcoin vs USD (su altre piattaforme)

Permettetemi una considerazione. Il BitCoin NON è secondo me un fenomeno da baraccone ma rappresenta un “esperimento” che deve essere affinato.
E visto che si parla di denaro, preferisco al momento tenermi la mia vecchia ed obsoleta “carta straccia” da tenere nel portafoglio.

(Se trovi interessante i contenuti di questo articolo, condividilo ai tuoi amici, clicca sulle icone sottostanti, sosterrai lo sviluppo di I&M!)

STAY TUNED!

Danilo DT

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto.
Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se non ce l’hai o se non ti fidi più di lui, contattami via email.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

I need you! Sostienici!

§ Tutti i diritti riservati © | Grafici e dati elaborati da Intermarket&more su databases professionali e news dal web §

Tags:   |
11 commenti Commenta
quesalid
Scritto il 26 Febbraio 2014 at 09:53

Questa mi pare una alternativa migliore: una moneta appoggiata alla produzione di energia (per ora) solare.

http://solarcoin.org/

A differenza di bitcoin, il valore di mercato di solarcoin non vuole essere dato dalla scarsità di mining della moneta, ma vuole essere un valore stabile (attorno a 20 – 30 US$ per ogni MWh di elettricità solare prodotta) con la quantità che cresce in relazione alla produzione di energia.

Rimane il problema della sicurezza degli scambi, come per Bitcoin.

Scritto il 26 Febbraio 2014 at 10:20

Interessante, non la conoscevo

atomictonto
Scritto il 26 Febbraio 2014 at 10:29

Caro DT,
io sono invece un feroce oppositore della “moneta virtuale” e della smaterializzazione delle vecchie monete che alcuni incoscienti paiono sostenere negli ultimi tempi.
E lo sono da ex dipendente di IBM che sa qualcosa non solo di macrosistemi informatici dedicati (in questo caso all’eventuale moneta virtuale) ma anche di sicurezza informatica e sopratutto quello che “ingloba” la sicurezza informatica in se.
Ho avuto modo di lavorare in Clean Room in Classe 10.000 ed in Classe 100 ma sopratutto in plant con EDP certificato in Classe 3.
Tralasciamo le Clean Room che sono aree asettiche (la Classe 100 è quasi 90 volte più sterile di una sala operatoria) e non ci interessano, focalizziamo invece la EDP Plant Security fisica e in generale la sicurezza informatica.
La sicurezza informatica non esiste, se un sistema è collegato alla Rete non è sicuro per definizione.
Persino al CIA e la NSA, per i loro database più segreti, usano l’unico metodo che garantisce la sicurezza…li tengono scollegati ed isolati fisicamente dalla rete.
LA EDP Plant Security è tutta quella scienza che cerca di garantire la sicurezza FISICA dei sistemi informatici da eventi imprevisti come un banale incendio in ufficio (Classe 1) fino a eventi cataclismatici naturali come terremoti, inondazioni e uragani (Classe 3).
Nella Classe 3 (ci ho lavorato) sono previsti accorgimenti come impianti antiincendio ad azoto, centrali elettriche private che si attivano in millisecondi, fossati e strutture idrogeologiche e perfino enormi ammortizzatori sui quali sono costruiti gli edifici (dove ero io l’intero plant da 3000 persone era cosi).
Anche questo ci frega relativamente.
Quel che ci interessano sono le EDP Plant Security Class 4 e Class 5.
Qui si entra nell’ambito riservato se non segreto della protezione paramilitare degli impianti che include tutte le misure delle classi inferiori PIU accorgimenti e bunker anti NBC (Nucleare, Batteriologico, Chimico) e caveau schermati ed inaccessibili persino dalle onde radio o dalle microonde.
Bene tutte le banche principali del mondo hanno la certificazione EDP Plant Security Class 4, alcune in Svizzera ed altrove anche Class 5.

Veaniamo al dunque: per l’uomo della strada che non sia un Rothschild o Mohamed El-Erian o gente del genere SMATERIALIZZARE tutta la moneta da “carta straccia” a moneta elettronica significa RINUNCIARE COMPLETAMENTE a qualunque forma, anche minima, di controllo dei propri soldi.
Il “soldi” di ogniuno finirebbero per sempre tradotti in bit criptati e “chiusi” dentro bunker inaccessibili dove nessuno potrebbe fare nulla per salvarsi.
La carta moneta è l’unico TITOLO FISICO a cui l’uomo della strada come me e te può fare affidamento…se vogliono portarmelo via devono fisicamente uccidermi per farlo e se voglio proteggerlo decido io la modalità e le regole con cui proteggerlo che possono includere seppellirne in segreto una parte nei boschi o costruirmi un bunker-caveau in cantina a prova di bomba (per dire).
La rinuncia ai titoli monetari fisici sarebbe la fine della libertà personale e di qualunque forma di democrazia ed aprirebbe le porte a scenari imprevedibili ma certamente drammatici per tutti.

    Scritto il 26 Febbraio 2014 at 14:54

    ALT, io ho detto che la trovo interessante ma NON che sostituirà la moneta a cui siamo abituati. E’ una interessante alternativa che viaggia su canali tutti suoi. Ma ci sono ancora troppe lacune.

7voice
Scritto il 26 Febbraio 2014 at 10:47

come al solito in questo mondo di monnezza non esiste mai una mezza misura ! CHIEDO:STI HACKER CHE HANNO ATTACCATO LA PIATTAFORMA COSA NE RICAVANO ? UN KAZZ DICO IO ! ALLORA ANDIAMO OLTRE è VEDREMO CHE IL SISTEMA PUTREFATTO IN ESSERE METTE LE BOMBE QUà E Là X NON FARSI SCAVALCARE ! MA NON CI NULLA DA FARE , IL SISTEMA è FRACILTALMENTE DISSOLTO ! X CUI : IN KUL AI BANCHIERI E LE LORO SCHIZZOFRENIE ! POSSONO PAGARE TUTTI GLI HACKER CHE VOGLIONO ? ORMAI IL PORTONO è CADUTO !

Scritto il 26 Febbraio 2014 at 11:17

Cosa ne ricavano? Boh…più o meno un kazz…

ob1KnoB
Scritto il 26 Febbraio 2014 at 12:37

Potremmo affermare che il bitcoin è un prodromo. Preoccupante nella sua analisi profonda. Cosa manifesta? Probabilmente e’ la sintesi della preoccupazione di non poter più autodeterminarsi.
Roba da niente…
Hai 100.000 euro in banca? Dovresti avere la certezza di una equivalenza attuale o più utilmente futura e finalizzata a soddisfare i tuoi bisogni materiali e non, sia per te che per i tuoi cari. Ma non è così.
In realtà già ora hai solo una serie indeterminata di 0001001010011110010100 scritti da qualche parte e di cui tu non hai la possibilità di determinare minimamente il destino. Questo da tanto tempo.
Una illusione collettiva od una convenzione. E come tutte le illusioni collettive e le convenzioni modificabili in ogni momento a volte utilizzando pretesti di varia natura a volte senza neanche quelli.
Facebook ha acquisito Whatsapp per 19 miliardi (4mld di cash il resto carta). Nell’ultimo anno quella ‘carta’ è passata da da 25$ a 70$ (ovvero da 65 a 180Mld $). Nella sintesi la carta ha comprato 400 mln di contatti e le loro informazioni, le loro abitudini,le loro preferenze il loro ‘intimo’ per 50$ di ‘carta’ l’uno. Io sono uno di loro ed orgogliosamente dico che il mio intimo vale molto di piu’ e vorrei non essere pagato in carta. Il bitcoin è un prodromo e la sofferenza di cercare certezze. Perchè gli hacker? Non me lo chiederei neanche.

kry
Scritto il 26 Febbraio 2014 at 13:05

Danilo DT,

Per chi lavorano gli hacker ? Molto probabilmente su mandato di qualche banca centrale. Minata la fiducia sulle monete virtuali torna tutto come prima …….. o peggio di prima, a seconda di come la si vuol vedere. Nel post giustamente viene menzionato il crollo della fiducia, la stessa su cui poggia le banche centrali che per difendersi hanno attaccato alla stessa base.

gilles27
Scritto il 26 Febbraio 2014 at 15:31

atomictonto@finanza,

non sono un informatico,
MA CONDIVIDO PIENAMENTE IL TUO POST, ECCETTO CHE SOSTITUIREI LA TUA FRASE “La carta moneta è l’unico TITOLO FISICO” CON: “L’ORO è L’UNICO TITOLO FISICO”
😆 😆 😆 😆 😆 😆

idleproc
Scritto il 27 Febbraio 2014 at 18:54

atomictonto@finanza,

“La sicurezza informatica non esiste, se un sistema è collegato alla Rete non è sicuro per definizione.
Persino al CIA e la NSA, per i loro database più segreti, usano l’unico metodo che garantisce la sicurezza…li tengono scollegati ed isolati fisicamente dalla rete.”

Sottoscrivo in toto.
La sicurezza, qualsiasi sicurezza oltre ad essere sempre un compromesso è soggetta ai processi storici della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico.
E’ per questa ragione che si stanno implementando colossali basi dati: cio che non buco oggi lo bucherò domani… a breve.

La “carta moneta” vale solo i costi di produzione della stessa sempre che qualcuno la voglia scambiare altrimenti varrebbe solo per il valore d’uso come libera scelta di chi la ha prodotta, chessò per far carta da parati, usarla nel WC, accendere un fuoco…
I certificati di proprietà di un qualcosa sono garantiti dal complesso di un sistema socio-economico, da rapporti di forza nella produzione, nello scambio di merci, militari e di élite che la gestiscono.
Lo scopo, anche politico, di chi vuol passare all’oro o a panieri di altri prodotti del lavoro umano è di far fuori l’élite che gestisce come “cosa nostra” le monete e come sistema di redistribuzione del reddito, dei capitali e, alle volte, come arma strategica.

ernestoillesto
Scritto il 28 Febbraio 2014 at 18:04

atomictonto@finanza,

Molto interessante! Grazie per aver condiviso la tua opinione…non ci avevo mai pensato.

Danilo DT:
Cosa ne ricavano? Boh…più o meno un kazz…

Bhà un ka…chi sapeva secondo me uno short se l’ è fatto.

Secondo te qualcuno (la SEC di turno) andrà a controllare chi ha barato? Per me no magari troveranno l’hacker, lo daranno in pasto ai giornali e vissero tutti felici e incu…ati!

I sondaggi di I&M

VEDO PREVEDO STRAVEDO tra 10 anni!

View Results

Loading ... Loading ...