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BCE: politica sui tassi ormai al capolinea. Ora però interventi e riforme.

Scritto il alle 09:12 da Danilo DT

Tassi fermi, Draghi pronto a politica accomodante di lungo periodo. Ma se non si interviene sul credit crunch, non c’è via d’uscita. E sull’Unione Bancaria…

Quanto ha detto Mario Draghi ieri è stato nulla di così rivoluzionario, in quanto ha ribadito le cose che NOI sapevamo perfettamente ma che qualcuno si ostinava a non voler accettare.

Si allontana la ripresa dell’Eurozona. Non più scontata nella seconda parte dell’anno, ma limitata a “quale prospettiva di ripresa”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, promettendo una politica “accomodante per tutto il tempo necessario”. Un lasso temporale che rischia di allungarsi perché proprio oggi la Banca centrale europea ha nuovamente tagliato le sue stime per la crescita dell’Eurozona per il 2013, ora a -0,6% contro -0,5% indicato tre mesi fa. Anche perché il costo del denaro è rimasto invariato allo 0,5%. Per il 2014 le nuove stime danno l’economia in crescita dell’1,1%: “L’attività economica nell’area euro dovrebbe stabilizzarsi e recuperare nel corso dell’anno, sebbene a ritmo moderato”. A preoccupare il numero della Bce sono, soprattutto, le deboli condizioni del mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione che ha raggiunto tassi “elevati in modo inaccettabile”, in particolare tra i giovani “sui quali è stata scaricata tutta la flessibilità”.

I tassi delle banche centrali

Quindi continua la recessione. Focus sull’occupazione, e visione molto tiepida sul futuro. Bando agli entusiasmi e tuffiamoci nella realtà. La crisi NON è ancora finita…

A differenza di altre istituzioni, però, la Bce non ha criticato la via dell’austerity, anzi. Da un lato Draghi ha lodato “i progressi raggiunti da alcuni paesi” in campo di consolidamento fiscale e li ha invitati a non diminuire l’intensità degli sforzi per ridurre i deficit di bilancio; dall’altro ha chiesto alla Commissione Ue di concedere una proroga dei tempi per raggiungere gli obiettivi di bilancio “solo in casi eccezionali, perché i paesi con deficit elevati soffrono spesso di mancanza di competitività”. Pertanto, “se un paese riceve semplicemente un’estensione di due anni e si ripresenta con un deficit e un debito più elevati e una competitività che è rimasta bassa, i mercati non ne saranno felici e lo puniranno molto in fretta”, ha concluso Draghi.

Ma per tornare a crescere un paese, la crescita economia non se la può inventare da sola! Occorrono mezzi, strumenti, incentivi e riforme. Senza poi dimenticare un tassello fondamentale: le BANCHE!

Credit Crunch: una vera piaga in un momento di crisi

I prestiti della banche alle imprese italiane, stima Standard & Poor’s, sono scesi l’anno scorso di ben 44 miliardi di Euro. Se poi andiamo ad aggiungere al sistema quei 90 miliardi di pagamenti pregressi della pubblica amministrazione, che spettano di diritto alle imprese e che dovrebbero cominciare a essere erogati, capirete che il sistema si trova in carenza di una cifra monstre, 150 miliardi di Euro circa, che sarebbero ORO per riprovare a ripartire.
E ovviamente la crisi colpisce in primis le mele marce, ma anche le aziende più sane stanno saltando. Troppo forte il cuneo fiscale, le banche NON aiutano più e, a causa dei ritardati pagamenti, molte aziende si trovano alla canna del gas. Aziende che sarebbero virtuose e sane ma a causa del sistema, si trovano sull’orlo del precipizio.

Il credit crunch prende in ostaggio, soprattutto nell’eurosud, le prospettive di crescita. E non potrebbe essere altrimenti, vista la struttura del settore finanziario in Europa, di gran lunga dominato dalle banche, a differenza di quanto accade negli Stati Uniti. Come uscirne? Regole Ue sempre più omogenee e trasparenti, partendo quindi dall’Unione Bancaria. Già, ma qualcuno si sta opponendo: la Germania. E noi sappiamo che lo fa per “nascondere” degli scheletri che hanno negli armadi. E questa sarebbe l’Unione Europea? Ma per favore…

Ed è qui che invece la BCE DEVE INTERVENIRE, e anche SUBITO! Non è certo un taglio dei tassi che cambia la realtà per l’economia e le imprese, ma un intervento comunitario che, in questo particolare momento, possa addirittura sostituirsi alla realtà bancaria. Con qualsiasi mezzo.
Partendo dal discutibile taglio dei tassi sui depositi BCE che diventerebbe quindi negativo e incentiverebbe le banche ad “Investire” di più sui prestiti. E poi con altri strumenti che possano creare liquidità alle aziende.

Sul fronte delle riforme, Draghi insiste sull’unione bancaria (il meccanismo unico di sorveglianza delle banche) e sulla gestione dei fallimenti. Tasselli “fondamentali” per ripristinare il funzionamento delle banche e che, quindi, “richiedono una più veloce realizzazione”. L’arsenale della Bce, però, è ancora carico. E in caso di necessità potrebbero essere adottati tassi negativi: “Tecnicamente siamo pronti – ha detto Draghi -. Non prendiamo mai impegni in anticipo ma tutto il lavoro di preparazione per avventurarci nei tassi negativi è stato compiuto. Se ciò verrebbe combinato con altre misure, non sono nella posizione di dirlo“.

Draghi prova a fare il Bernanke. In realtà noi tutti sappiamo che non ptorà fare certo salti mortali. Sull’Unione Bancaria ho già detto. E sulla politica monetaria espansiva, cosa potrà fare? A parte quanfo ho già accennato, potrebbe nuovamente intervenire sull’LTRO. Oppure altre misure che però troverebbero l’opposizione degli stati più virtuosi. Non dimentichiamo infatti che restano sempre in parcheggio le risorse di OMT e ESM.
Forse è giunto il momento di osare, ma non “regalando “denaro al mercato. Lo abbiamo visto, andrebbe a finire nella finanza. Occorre invece un’operatività MIRATA su certe tematiche. Ma per certe cose ci vorrebbe una VERA Unione, che al momento resta utopia.

 

STAY TUNED!

DT

Source:
Draghi: “La ripresa si allontana” Politica Bce resta accomodante
Crescita ostaggio del credit crunch
 
 
 
 

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16 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 7 Giugno 2013 at 10:03

ma ce li vedi Letta & C che tirano fuori i marroni e chiedono l’intervento dell’OMT???? non ci credo neppure se li vedo!!!!! d’altra parte in questa situazione il pericolo che lo spread torni verso 400/450 con un bund che peraltro sta salendo come rendimento non è da sottovalutare.

massimo84
Scritto il 7 Giugno 2013 at 10:11

tds all’1% ok
in cambio cosa offriamo?
stipendi pubblici gratis?
investimenti all’italiana per gonfiare la spesa pubblica?

john_ludd
Scritto il 7 Giugno 2013 at 10:22

Siete persone intelligenti e a volte anche preparate EPPURE anche voi continuate a non voler credere che le banche centrali hanno SOLO DUE strumenti: abbassare/alzare i tassi e acquistare/vendere securities. Nessuno dei due è efficace sull’occupazione e la residua efficacia è zero nel contesto attuale in cui i tassi sono a zero e il residuale effetto dell’acquisto di securities è venuto meno dopo averne acquistati per trilioni. Niente da fare, quando poi la fiducia fideistica nelle banche centrali verrà meno, poi cosa succede ? E’ solo la politica fiscale che può avere un effetto, ovvero una massiva redistribuzione non intesa come “più tasse ai ricchi” ma come “smontare” il potere eccessivo di alcune categorie per trasferirlo a quelle che auspicabilmente sono le uniche a poter creare lavoro utile (perchè c’è anche quello inutile ricordiamolo).

ah certo, ma il tema è il credito che le banche non elargiscono alle imprese… sicuri ? eppure alle banche converrebbe eccome allargare i prestiti dato che lo spread sui prestiti alla clientela è ben maggiore di quello che collezionano sui titoli governativi ormai ai minimi storici. Se non lo fanno non è solo perchè sono brutte e cattive ma per i motivi di cui sopra: non c’è una politica industriale, non c’è una politica energetica, non c’è niente, solo fesserie su IMU e boiate sul rilancio di questo o quel settore decotto con denaro che non c’è.

bimbogigi
Scritto il 7 Giugno 2013 at 10:34

john_ludd@finanza:
Siete persone intelligenti e a volte anche preparate EPPURE anche voi continuate a non voler credere che le banche centrali hanno SOLO DUE strumenti: abbassare/alzare i tassi e acquistare/vendere securities. Nessuno dei due è efficace sull’occupazione e la residua efficacia è zero nel contesto attuale in cui i tassi sono a zero e il residuale effetto dell’acquisto di securities è venuto meno dopo averne acquistati per trilioni. Niente da fare, quando poi la fiducia fideistica nelle banche centrali verrà meno, poi cosa succede ? E’ solo la politica fiscale che può avere un effetto, ovvero una massiva redistribuzione non intesa come “più tasse ai ricchi” ma come “smontare” il potere eccessivo di alcune categorie per trasferirlo a quelle che auspicabilmente sono le uniche a poter creare lavoro utile (perchè c’è anche quello inutile ricordiamolo).

ah certo, ma il tema è il credito che le banche non elargiscono alle imprese… sicuri ? eppure alle banche converrebbe eccome allargare i prestiti dato che lo spread sui prestiti alla clientela è ben maggiore di quello che collezionano sui titoli governativi ormai ai minimi storici. Se non lo fanno non è solo perchè sono brutte e cattive ma per i motivi di cui sopra: non c’è una politica industriale, non c’è una politica energetica, non c’è niente, solo fesserie su IMU e boiate sul rilancio di questo o quel settore decotto con denaro che non c’è.

Sottoscrivo ogni singola parola!

pinco14
Scritto il 7 Giugno 2013 at 10:40

john_ludd@finanza,

Come non c’è niente?
C’è il processo Ruby, con la deposizione spontanea della Minetti, che oggi riempie giornali e tv.
Vuoi mettere l’importanza di questa cosa con le inutili politiche gestionali, industriali ed energetiche di un paese sull’orlo dell’abisso?
Lo dicevo già ieri, le capre meritano questo ed altro

Scritto il 7 Giugno 2013 at 10:48

john_ludd@finanza,

Assolutamente, politica monetaria convenzionale (tassi) e non convenzionale (nel caso BCE un esempio è l’LTRO). Però se ben ricordi si è parlato di sostegno diretto alle PMI. Era a quello che mi riferivo. Bypassare le banche e andare al nocciolo del problema.
Quanto tu dici è assolutamente corretto, ma è anche vero che occorre FARE di più a livello comunitario. Come è nato l’LTRO può nascere dell’altro. Basta volerlo (TUTTI).

Sul discorso banche, invece, non concedono prestiti perchè siamo in recessione ed il rischio che hanno nell’investire il denaro è molto elevato. E allora, se le imprese non le finanziano le banche come la mettiamo? Occorre qualcosa più “in su” per poter tentare di ripartire.
Progetti? Prospettive? Al momento NULLA e le banche o concedono a tassi pazzeschi, oppure a tassi MOLTO bassi a ad una clientela straconosciuta e super solvibile (che detta lei le condizioni).
E chi sta in mezzo?
Semplicemente, progressivamente…muore….

Scritto il 7 Giugno 2013 at 10:50

Ma come dice Pinco… ci meritiamo questo ed altro.
Il secondo post di oggi (tra mezz’ora) è l’esempio lampante della follia assoluta che sta colpendo noi ed il mercato.
Sta ognuno a giuridare.

Basta, oggi sono proprio stanco, questi discorsi mi logorano…

john_ludd
Scritto il 7 Giugno 2013 at 11:27

Dream Theater,

>> Basta, oggi sono proprio stanco, questi discorsi mi logorano…

vero, mi riprometto di non scrivere più finchè non ho qualcosa di nuovo da raccontare…
mi è venuta l’artrite alle dite a forza di comporre sulla tastiera sempre le stesse cose…
ha ragione il mio cane

ihavenodream
Scritto il 7 Giugno 2013 at 12:36

john_ludd@finanza,

“E’ solo la politica fiscale che può avere un effetto, ovvero una massiva redistribuzione non intesa come “più tasse ai ricchi” ma come “smontare” il potere eccessivo di alcune categorie per trasferirlo a quelle che auspicabilmente sono le uniche a poter creare lavoro utile…” spiegati meglio perchè così com’è sembra un po’ uno slogan da ragazzini no global/indignados/occupy sti czzi….per il resto del commento sottoscrivo anch’io al 100%

Scritto il 7 Giugno 2013 at 13:02

john_ludd@finanza:
Dream Theater,

>> Basta, oggi sono proprio stanco, questi discorsi mi logorano…

vero, mi riprometto di non scrivere più finchè non ho qualcosa di nuovo da raccontare…
mi è venuta l’artrite alle dite a forza di comporre sulla tastiera sempre le stesse cose…
ha ragione il mio cane

Hahahah! ma io mi riferivo a ME! Tu sei sempre il benvenuto, ci mancherebbe! 😀

paolo41
Scritto il 7 Giugno 2013 at 13:03

non vedo perchè le banche dovrebbero riaprire i rubinetti del credito, quando incagli e sofferenze (NPL) aumentano in continuazione e le previsioni di una ripresa economica non sono affatto positive.
D’altra parte non siamo, nè a livello italiano e tantomeno a livello EU, in una condizione di presentare un piano congruente con quelle che sono le esigenze dell’industria, nella sua accezione più generale. I paesi europei ,dove l’intervento dello stato è determinante e lavora in sintonia con l’industria, sono gelosi del loro status e non sono disponibili a sacrificarsi per aiutare gli altri componenti dell’EU.
Non siamo al Capitalismo di Stato teorizzato da Hubsbawn, ma ci sono parecchi aspetti che lo richiamano, specialmente nei paesi nordici anzichè in Germania.
D’altra parte il connubio stato/banche/industria è molto forte in Cina, Japan e altri paesi asiatici e non escluderei paesi sud-americani come Venezuela, Brasile, etc.
Da noi il sistema statale, dal governo alle istituzioni locali per finire con i sindacati, ha sempre remato contro l’industria, per finire l’acuto con le manovre della gestione Monti.
Le speranze di ripresa sono legate ad un mix di partiti che dovrebbero prima di tutto superare gli antagonismi reciproci maturati e sclerotizzati in un cinquantennio di contrasti,( cosa che ha scarse se non nulle probabilità di successo) e, in secondo luogo maturare la capacità di coordinare un’azione di sviluppo a tutto vantaggio dell’industria.
Non riesco a trovarci, al di là delle dichiarazioni di circostanza, la forza e, probabilmente, la volontà di “rivoluzionare” il sistema.
Chiudo questo mio sfogo con un’osservazione e una domanda: l’industria italiana era sostenuta da quattro grossi pilastri: l’auto, il cosidetto “bianco”, l’edilizia e il turismo.
La domanda è semplice: quante possibilità hanno di ritornare ai lustri del passato???

john_ludd
Scritto il 7 Giugno 2013 at 14:03

Dream Theater,

lo so, ma è che sento di non avere un …zzo da dire di nuovo dopo una fiumana di rantoli vari 😀

john_ludd
Scritto il 7 Giugno 2013 at 14:10

paolo41,

1) edilizia: abbiamo 3 milioni di unità abitative vuote e siamo un popolo di vecchi. Dovremmo attuare invece un piano per la riqualificazione energetica e urbanistica. Si può fare, ma serve allocare meglio le poche risorse che abbiamo. Ma vedo che si preferisce tentare di salvare l’acciaio quando al mondo c’è capacità produttiva per 3 pianeti
2) auto: defunto; se esistessero opzioni PUT al 2025 sul settore (mondiale intendo) ci metterei il 50% di tutto quello ho. La Fiat in Italia ha sabotato tutti gli altri settori e dobbiamo agli Agnelli il 30% delle nostre disgrazie
3) turismo: porca paletta !!! abbiamo il primo patrimonio culturale al mondo e non siamo tra le prime 5 nazioni per flussi turistici. Serve altro per capire che siamo stati, siamo ora e temo continueremo a essere governati da dei coglioni ?

gremlin
Scritto il 7 Giugno 2013 at 14:29

john_ludd@finanza,

Put su fiat daimler bmw volkswagen e ford le puoi fare anche presso un noto broker online italiano

pecunia
Scritto il 7 Giugno 2013 at 17:06

john_ludd@finanza,

caro John, ricordati che “repetita iuvant” !

leggo sempre i tuoi commenti ed i post di Dt e Macchiavelli, con piacere.

In verità finisce che li leggo un po’ in ritardo, visto che sono tutta presa con il lavoro di orto e giardino, ma li e vi leggo.

un grazie per il vostro impegno ed un saluto a tutta la “banda”.

isotta

john_ludd
Scritto il 7 Giugno 2013 at 17:49

gremlin,

ne ero sicuro, deve esserci un collegamento in fibra ottica (tipo HFT), appena si digita PUT o CALL si attiva Gremlin ! Scherzo naturalmente ! Magari il giorno in cui mi viene in mente l’armageddon trade te lo propongo ! :mrgreen:

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VEDO PREVEDO STRAVEDO tra 10 anni!

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