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Bankitalia e l’oro ammuffito

Scritto il alle 16:30 da Danilo DT

Riserve auree, riserve internazionali e vendite mancate

In queste settimane di crisi finanziaria c’è un’asset class che ha una tendenza tremendamente forte. Un’asset class che è in bolla da mesi, o almeno secondo molti è così. Però continua a salire, senza poi dimenticare che, essendo quotato in dollari USA, ha beneficiato anche della leva della valuta e della debolezza dell’Euro. Si tratta ovvimanete dell’ORO.

E non crediate che sia la gioielleria a far salire il prezzo dell’oro. Anzi, alcuni dati del settore dicono che la gente “vende” i suoi gioielli di famiglia, un po’ per la crisi ed un po’ per il valore del metallo giallo. Questo è quanto mi ha detto un importante esponente di un’azienda orafa della mia “vicina” Valenza, dove la lavorazione dell’oro è di casa.

“la gente non compra più la collanina per il battesimo. E’ diventata troppo cara. Invece è sempre più frequente lo scenario opposto, ovvero gente che si presenza con il collier della vecchia zia per cercare di venderlo. “

La crisi… porta anche a queste cose. E la crisi porta la ricerca del bene rifugio. E cosa c’è allora di meglio dell’oro? Nell’ultimo anno la domanda di metallo giallo è salita di ben 1300 tonnellate. E la cosa che incuriosisce è che i volumi potrebbero essere ben superiori, visto che non si tratta solo di oro fisico, ma anche di oro cartaceo. Pensate solo agli ETF (ETC) che dovrebbero rappresentare dei certificati scambiabili con oro fisico. Ma come ben sappiamo, ogni certificato non trova, nel suo forziere, il lingottino di riferimento.
Morale: di oro ce n’è al mondo una quantità pari a circa 158 mila tonnellate. Sembrano tantissime, ma se sommiamo anche il peso dell’oro in derivato (cartaceo) è sufficiente? Credo proprio di no.
Per fortuna però, qualcuno un po’ di oro nei caveau ce l’ha ancora…

ORO: riserve auree degli stati

Notate le nuove potenze cosa stanno facendo….

Banca d’Italia: retrò ma col senno di poi…

Mi ha fatto sorridere quanto è successo in Gran Bretagna alcuni giorni fa. La BOE ha recitato un mea culpa per aver venduto, anzi, svenduto, buona parte delle sue riserve auree negli anni passati, nel nome di una finanza più innovativa e dinamica.

Noi, da buoni italiani, con un sistema bancario retrò, abbiamo assunto la posizione che qui a Torino chiamano del “bugianen” , ovvero abbiamo deciso i non seguire le tendenze di altri importanti paesi. E l’oro che avevamo nei forzieri, l’oro che doveva una volta garantire la nostra moneta, la Lira (gold standard keynesiano), è continuato a restare dov’era.

Certo, ci saremo beccati le critiche più denigranti ai tempi che furono, proprio come è successo per le banche (per fortuna le nostre banche non sono mai state convertite al modello anglo americano che…oggi fa acqua da tutte le parti). Però oggi abbiamo ancora il nostro oro. E ce lo teniamo stretto anche perché oggi godiamo di una superplusvalenza. Ma ….nessuno ne parla.
Gli altri si sono messi nel caveau tanta carta, denigrando l’oro. Oggi magari si stanno mangiando le mani.

Detta in numeri, se nel 2008 l’oro in caveau presso Banca d’Italia valeva 49 miliardi, che sono poi saliti a circa 60 nel 2009, oggi, giugno 2010, lo stesso oro, ormai vecchio e ammuffito, ha raggiunto il valore di 95 miliardi di dollari.
E scusate se è poco…

ALLEGATO:

Riserve internazionali

Occorre dire altro? Forse anche chi non ci ha mai creduto, dovrà per forza accettare la realtà. Il potere è a Est.

PS: Un link carino per vedere chi possiede l’oro nel mondo.

Cliccate qui

STAY TUNED!

DT

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