in caricamento ...
BANCHE ITALIANE: sono l’anello debole della catena
Ricordate? L’Italia sarà uno dei paesi che meno di tutti risentirà di un eventuale BREXIT. Non ve lo dicevo io, era uno studio fatto e qui ripreso che ce lo illustrava. Intanto però, da quanto è arrivato l’esito del referendum, le nostre banche sono semplicemente collassate. Il grafico che vi pubblico qui sotto è abbastanza esplicito. Da inizio anno, l’indice ITALIANO di categoria ha perso oltre il 50%. Ovvero in 6 mesi, le nostsre banche hanno POLVERIZZATO la metà della loro capitalizzazione. LA META’! Ma ve ne rendete conto? Con o senza Brexit è una perdita da paura!
Le motivazioni? Io posso anche provare a riportarvele, ma non dimenticate mai che la debolezza strutturale più la speculazione che colpisce gli “anelli deboli”, porta le aziende a livelli spesso inconcepibili.
1) Intanto però arrivano i timori di tenuta dell’Eurozona. Se si arrivasse all’Eurosfaldamento che sarà delle nostre banche?
2) E poi, gli stessi istituti di credito sono carichi di titoli di stato italici. Se anche qui si avrà la fine dell’Eurozona, come sarà sostenibile il nostro debito?
3) Inoltre l’uscita della Gran Bretagna potrebbe portare alcuni movimenti populisti a intraprendere (a livello propagandistico) la stessa strada. E sicuramente la stabilità politico-finanziaria del paese ne subirebbe le conseguenze.
4) Se poi a causa della Brexit, la già flebile crescita economica venisse meno (nuova recessione) che accadrà all’Italia e alle sue banche che già adesso navigano con percentuali di NPL ben superiori alla media europea? Eccovi spiegato il perché dell’intervento di Renzi delle ultime ore: la disponibilità di impiegare ben 40 miliardi di euro, proprio in questa direzione (rafforzamento patrimoniale delle banche).
Insomma, avete capito che per il mercato, alla fine, le banche italiane rappresentano sempre e comunque l’anello debole da colpire e su cui speculare. Mettere in sicurezza il settore è estremamente complesso e difficile. La stessa soluzione di Renzi potrebbe non essere sufficiente.
Che cosa occorre? Beh, c’è secondo me solo una strada, e sarebbe un primo GRANDE segnale di EURO-cambiamento. In ambito di crisi bancaria un intervento COMUNITARIO di sostegno al sistema bancario italiano (magari cominciando ad utilizzare il fondo ESM per eventuali ricapitalizzazioni). Quindi non lasciare solo al governo italiano la patata bollente, ma considerare il problema per quello che è veramente: un problema EUROPEO e risolverlo (assieme a quello degli altri stati) in modo concreto dando un forte segnale anche alla speculazione.
Ecco di cosa ha bisogno ora il mercato: di forti segnali di COESIONE all’interno di quel che resta dell’Unione Europea (oltre che la volontà di cambiamento). Ma c’è poco tempo, stavolta e non si può tergiversare. Come vi ho detto, con la BREXIT sarà tutto molto diverso, d’ora in avanti.
Riproduzione riservata
STAY TUNED!
Domandeghelo a Zonin chel xe on esperto…