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BANCARIO PRECARIO (emotivamente e non solo)
Ci sono a volte degli articoli che mi piace riportare dove credo sia giusto lasciare tutto “allo stato originario”. In questo caso vado a riprendere un articolo di Massimo Gramellini, pubblicato oggi sul Corsera, dove si parla del lavoro del bancario, il lavoro una volta più ambito, ed oggi, per molti aspetti, il più controverso .
In questo testo semiserio, Gramellini , con il suo ineguagliabile stile, mette a nudo i limiti e le caratteristiche di una categoria di lavoratori che sono in via di estinzione. Per lo meno per come li conoscevamo prima…
Buona lettura.
«Il posto in banca» era un miraggio, è diventato quasi un oltraggio. Dice il dipartimento di medicina del lavoro di Pisa che, ogni cento lavoratori stressati, venti sono bancari. Gli altri ottanta, si presume, clienti. Secondo una ricerca della Sapienza di Roma, l’ottantadue per cento degli impiegati di banca soffre d’ansia e il ventotto, un’enormità, fa uso di psicofarmaci. Gli assicuratori non se la passano molto meglio. Come hanno potuto dei lavori sicuri e ben remunerati trasformarsi in una fonte di incubi, transitando in appena una generazione dall’ammirazione al biasimo sociale? Sono le meraviglie del turbocapitalismo finanziario, decantato solo da chi non è mai stato toccato dal suo pungiglione.
In molte banche, per fortuna non in tutte, l’impiegato si ritrova tra due fuochi. Da una parte i manager, sempre più passeggeri, che avendo il loro orizzonte temporale al 31 dicembre dell’anno in corso sono animati dall’unica missione di «fare budget» il più in fretta possibile. Dall’altro gli utenti da spennare, molto spesso ingenui o semplicemente fiduciosi, ma in qualche caso fin troppo avidi nell’accettare dei rischi assurdi, di cui poi incolperanno chi ha indotto loro a correrli. Il povero bancario rimane preso in mezzo. Se agisce con prudenza, perde il posto. Se lo fa con bramosia, perde la faccia. Ci sono impiegati, in certi paesi del Veneto e della Toscana falcidiati dalla peste obbligazionaria, che per strada sono più insultati degli arbitri. In fondo anche loro pagano una mancanza di rigore.
[Fonte: Il Caffè di Gramellini]
Riproduzione riservata
STAY TUNED!
Tutto il rispetto caro DT per cio’ che fa,per quanto riguarda i bancari (le ho provate tute le maggiori banche italiane online e non ) credo che i responsabili titoli debbano cominciare a girare l’italia per visitare ogni famiglia e chiedere perdono per anni di truffe raggiri ed altro,per quanto riguarda gli altri finalmente capiranno cosa significa lavorare ,non oscillare tra una scrivania e l’altra e leggere 4 stronzate al pc mentre una folla di clienti basiti e totalmente ignorati da codesti lavoratori si chiede come mai sembra di essere alla posta ,nemmeno quella di oggi ma quella ancora piu’ fancazzista precrisi.
Quindi caro Dt non versero’ nemmeno una lacrima,poi per carita ci sono molte eccezzioni ma quando le mele marce nel cesto superano il 50% talvolta si butta tutto il cesto senza guardare troppo.
Cari saluti
Un imprenditore piccolo piccolo