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Baltic Index: una lateralità che è messa in discussione
Su cosa sia il Baltic Index, credo non sia necessario spendere utleriori parole. Cliccando sul tag “Baltic Index” vedrete i post precedenti e anche gli elementi descrittivi che spiegano l’indice.
Come ben sapete, il Baltic Index che noi consideriamo è il Baltic Dry index, ovvero l’indice dei noli “secchi”. Si esclude quindi il petrolio. Ed è un indice che è sempre stato molto correlato con i paesi emergenti.
Negli ultimi mesi era rimasto al tappeto, ingabbiato in un movimento laterale che non dava spazio di uscita.
E ora? Si conferma sicuramente la lateralità, ma facciamo attenzione.
Grafico Baltic Index
Per la cronaca, voglio sottolineare che il nome “Baltic” potrebbe anche sviare. Non si tratta di monitorare il costo dei noli marittimi solo sulle tratte del Mar Baltico. In realtà si prendono in considerazione le 23 vie marittime e copre i sotto indici Handysize, Supramax, Panamax e Capesize.
Quindi un indice abbastanza completo su quello che è il trasporto di merce “secca” tipo carbone, grano, ferro ecc ecc.
Come potete vedere il Baltic Dry Index è salito in modo abbastanza deciso dai minimi.
Segno che forse qualcosa si sta muovendo. E se qualcosa si muove significa che forse anche il commercio delle commodity sembra voler ripartire. Ma facciamo attenzione. Al momento restiamo nel range e quindi non si può ancora parlare di inversione del Baltic Index. Sarà interessante vedere se si rompe il canale al rialzo oppure no.
Velocità navi, resta un’incognita
Risulta però che la velocità media delle navi resti molto bassa, vicina ai minimi storici. Resta un elemento che contrasta con il rimbalzo del Baltic Index. Un’inversione anche di questo elemento sarebbe un segno decisamente importante per certificare una ripartenza del mercato delle commodity, in particolar mondo nei mercati emergenti.
STAY TUNED!
DT