Argentina: pugno duro in tribunale. Si riavvicina il rischio default.

Scritto il alle 14:30 da Danilo DT

CDS Argentina a quasi quota 3000 bp. Le cose per Buenos Aires non si mettono bene.

Siamo arrivati al punto cruciale della vicenda inerente la causa Argentina. Come ricorderete, proprio a fine febbraio era stata fissata la data dell’udienza che potrebbe portare l’Argentina ad un nuovo default. (CLICCATE QUI per poter visualizzare i post sull’argomento).
L’Argentina cerchera’ di convincere la corte a ritirare la sentenza che aveva imposto a Buenos Aires il versamento di 1,3 miliardi di dollari a un gruppo investitori USA (nella prevalenza hedge funds, quali Elliott Management, NML Capital Ltd e Aurelius Capital Management, che chiedono il rimborso del valore nominale dei titoli.
La sentenza quindi avrà ripercussioni storiche, che vanno ben oltre alla singola questione latino americana.
Per certi versi sembra che il rischio di un nuovo default Argentina sia tutt’altro che remoto. Anzi… un nuovo default dei 24 miliardi di USD già ristrutturati è una possibilità che non escludiamo da tempo.
Il processo si sta svolgendo su coordinate non troppo positive per la Kirchner.

1) Argentina won’t comply with the ruling, if unchanged, voluntarily and will default on restructured bonds. This a very strong statement, stronger than some expected at this stage.

2) The judges seem to imply little sympathy with either Argentina or restructured bondholders: the decision cannot be based on its implications. Meaning that arguments such as Argentina’s potential default and a negative precedent for NY as a financial centre won’t really affect their decision.

3) BONY argument on the potential disruptions to the payments system, which many considered the strongest hope for Argentina before the hearing, also didn’t seem to find much of a resonance with the judges, one of whom suggested that such argument, even if true, shouldn’t really influence the legally righteous decision. (Source)

L’Argentina quindi non ci sta, e anzi LEI stessa ammette che questa sentenza la porterebbe ad un nuovo default. “Non accetteremo situazioni che violano il diritto argentino” dice Boudou.
La situazione si sta aggravando per l’Argentina e il nostro indicatore sul rischio default, ovvero il CDS, dà segnali di peggioramento.

Argentina CDS 5yr

STAY TUNED!

DT

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11 commenti Commenta
Scritto il 1 Marzo 2013 at 14:44

che muoiano bruciati… ho perso un pacco di soldi con i bond argentini… prestito che voglio restituito
oggi cattivissima 😈

ferrariferrari
Scritto il 1 Marzo 2013 at 14:57

una sentenza usa non può essere eseguita in via forzosa in argentina, quindi se l’argentina decide di non ottemperare alla sentenza di condanna e di non pagare, la detta sentenza rimarrà in bella mostra nello studio degli avvocati per la loro gloria.

    Scritto il 1 Marzo 2013 at 15:08

    Eh ma stavolta l’hanno studiata bene, visto che se obbligano a pagare l’Argentina e lei (come dici tu correttamente) NON vuole pagare, verrebbe ritenuta corresponsabile Bank of NY. Guarda i post vecchi che ho citato nell’articolo. Vedrai il meccanismo.

schwefelwolf
Scritto il 1 Marzo 2013 at 15:19

Non conosco i dettagli – ma penso che all’Argentina convenga, nel caso, negoziare o “rateizzare” – ma comunque pagare. Se le congelano i depositi esteri e le tolgono la copertura del dollaro l’Argentina non può che morire: si possono mangiare i loro 40 milioni di vacche, ma poi?

Incredibile – un Paese grande nove volte l’Italia, ricchissimo di materie prime e con due vacche per abitante, non riesce a mettere in piedi neanche uno straccio di economia…

Scritto il 1 Marzo 2013 at 17:22

schwefelwolf@finanza:
ma penso che all’Argentina convenga, nel caso, negoziare o “rateizzare” – ma comunque pagare. Se le congelano i depositi esteri e le tolgono la copertura del dollaro l’Argentina non può che morire: si possono mangiare i loro 40 milioni di vacche, ma poi?

esatto 😉

Scritto il 1 Marzo 2013 at 17:31

Dan ti ho inviato una cosa via mail… dimmi se si legge 😉

kry
Scritto il 1 Marzo 2013 at 18:06

Dream Theater,

Sai che ridere se bank of NY verrebbe ritenuta corresponsabile, poi alla fine chi paga bernanke con la stampante.

dfumagalli
Scritto il 1 Marzo 2013 at 18:10

schwefelwolf@finanza:

Incredibile – un Paese grande nove volte l’Italia, ricchissimo di materie prime e con due vacche per abitante, non riesce a mettere in piedi neanche uno straccio di economia…

Basta che abbiano dei politici come i nostri, dopo di ché non contano le dimensioni, solo quanto sono ladri e corrotti.

In ogni caso i default sono una cosa buona. Almeno si forzano le nazioni a contare su di se stesse combattendo la globalizzazione sfrenata e soprattutto si fanno fallire le mega banche che tengono schiavo tutto il mondo.
Se capitasse anche in Europa un caso Islanda, poi tutti vedrebbero che una libertà è possibile, che non si deve sacrificare generazioni di figli e nipoti per pagare debiti dei genitori, ben invogliati da banche imprudenti a dare i soldi a cattivi pagatori.

kry
Scritto il 1 Marzo 2013 at 18:14

dfumagalli@finanza,

Con la nuova moda in voga negli usa che le case pignorate vengono affittate agli ex proprietari non ritengo le banche tanto imprudenti.

schwefelwolf
Scritto il 2 Marzo 2013 at 18:31

dfumagalli@finanza,

Concordo pienamente: il caso Islanda è – dopo quello (per quanto assai diverso) della Svizzera – l’unico esempio di vera democrazia rimasto ancora vivo in questa immane euro-gabbia pluto-bruocratica.

Al di là dei tanti punti interrogativi che lo accompagnano, il buon Grillo avrebbe ora (forse) la possibilità di “ri-democratizzare” il sistema: basterebbero un paio di referendum…

C’è però anche da dire che non basterebbe, a mio avviso, ristrutturare o ricusare in toto il debito (con le problematiche immense che comunque ne deriverebbero): bisognerebbe veramente andare a prendere coloro che hanno portato l’Italia in questo baratro (invece di riesumarli come potenziali premier o presidenti: leggasi Prodi, Amato etc.) e trascinarli in un tribunale non pagato o gestito da loro.

angiglio
Scritto il 4 Marzo 2013 at 08:43

Ho presente una causa, non certo delle dimensioni di quella di cui si parla ma neanche piccolissima, partita anni fa dapprima contro l’Argentina e quindi spostasi su Bank OF NY. Si è riusciti a dimostrare che questa banca fa da tramite nei pagamenti, si è intimato di procedere prima a saldare coloro che avevano vinto la causa con Argentina piuttosto che pagare le cedole, si è arrivati fino a porre sotto sequestro conti attraverso i quali dovevano transitare i soldi delle cedole, ma non si è ancora giunti a nulla : conti vuoti, Bank Of NY che afferma di non aver nulla a che fare …
Magari anche con questa causa si seguirà la stessa strada.

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