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ANALISI INTERMARKET: 31/01/2007
EQUITY
Innanzitutto le borse. qui troviamo sicuramente una cosa interessante. Quando più indici di uno stesso settore (in questo caso si tratta di indici azionari) sono molto simili, ciò può significare che l’uno conferma l’altro. E’ il caso di S&P 500 (che lateralizza da tempo, supportato dalla MM 21), il Nasdaq (supportato dalla MM 51) e il Nikkey (a rischio di triplo massimo). Io continuerei a prendere in esame il mio benchmark anche se gli altri grafici hanno anche degli interessanti spunti di riflessione), ovvero lo S&P 500. Ha tentato la rottura rialzista senza poi però confermarle e rientrando violentemente nel trading range laterale. Trattasi della cosiddetta “bull trap”? Forse si. Comunque sia, l’RSI resta impostato in modo negativo, divergendo chiaramente dall’andamento dell’indice (il che significa che quando ci sarà un nuovo trend, con conseguente aumento della volatilità, ne vedremo delle belle…). Resto dell’avviso che sull’equity è meglio stare prudenti, anche in virtù di quanto detto nei precedenti post.
Almeno fino a quando si rimane nella ormai noiosa banda 1407-1432, con una nota in più. Questa volta, in caso di ritorno in area 1407, ci sarebbe anche la violazione al ribasso della suddetta MM 55, elemento da non sottovalutare.
BONDS
Riprendo quanto detto nel precedente post. L’obbligazionario continua ad essere debole e poco interessante. Il T Bill (come anche il T Bond) restano sempre impostati negativamente (per la cronaca: T Bond = 30yr, T Bill = 10yr , per rendere l’idea). Siamo a dei livelli di rintracciamento
importanti, tra l’altro in profondo ipervenduto. Il rimbalzo tecnico ci sta, però attenzione, potrebbe essere un fuoco di paglia. Attendere l’inversione di tendenza. Discorso valido sia sui bonds USA che Euro. Almeno così si è al riparo da brutte sorprese di politica monetaria. Meglio
stare brevi di duration.
VALUTARIO
Le attese sui tassi continuano a condizionare i cambi: il mercato si concentra sui tassi giapponesi stabili (e sulle possibili mosse della Bank of Japan) e sui possibili movimenti al rialzo sui tassi inglesi (recentemente la Boe ha alzato al 5,25% ma sono possibili ulteriori aumenti, come già detto nel precedente post). Le operazioni di carry trade (finanziamento nelle valute a basso tasso d’interesse, investimento nelle valute a maggiore rendimento) favoriscono la divisa inglese e l’euro a discapito dello yen. E questo lo dico aprendo però una parentesi di positività per la valuta nipponica, che resta molto sottovalutata e molto interessante. Prima o poi l’inversione di tendenza arriverà. Ma…quando? Anche qui , come sempre, meglio aspettare l’inversione di tendenza. Intanto il $ tocca quota 1.29 (linea Maginot, oltre la quale arriverebbe un rafforzamento ulteriore) dove però rimbalza e torna ad indebolirsi. Monitoriamo attentamente area 1.29 (che io vedo come buona area di Take profit e alleggerimento della valuta USA). Confermo al mia preferenza verso la valuta nipponica ed europea.
COMMODITY
Qui la situazione si complica. Lo scenario ipotizzato nel precedente post non dà grosse chance alle materie prime, e torna il rischio di un’altra robusta correzione, in barba a previsioni e grafici. Anche qui stiamo a vedere attentamente che succede. Il WTI tocca i 55 e, purtroppo come
supponevo, torna a scendere con estrema violenza. L’oro non supera quota 650 e corregge, L’indice CRB, la sintesi di tutte le commodities, non fa di meglio. La rottura di quota 285 metterebbe a repentaglio a ripresa delle commodities.
E questo sarebbe un altro segnale negativo per l’equity. Difatti manca solo all’appello l’azionario e poi tutti e 3 i mercati sono in trend ribassista. E generalmente questa “congestione ribassista” si ha quando arriva il rallentamento, E il primo mercato a dover ripartire sarebbe molto
probabilmente quello obbligazionario. Ma io mi fermo qui e non voglio andare oltre… Alla prossima puntata!