ANALISI INTERMARKET: 04/01/2007

Scritto il alle 16:02 da Danilo DT
Dopo due giorni di ferie in cui, come sempre succede, (AZZZZ) , è successo DI TUTTO E DI PIU’ a partire da uno Stop Loss sul Petrolio, più una serie di altre cose, è giusto fare, per la prima volta, il punto sulla situazione intermarket. Chi ha letto un testo di John J. Murphy proprio su questo tema, ricorderà alcuni principi fondamentali:
1 – $ va in direzione opposta al CRB
2 – L’oro anticipa il CRB
3 – Il CRB ha un andamento opposto ai bonds
4 – Bond ed equity hanno generalmente un andamento analogo
5 – Le obbligazioni anticipano il trend dell’equity
6 – Il $ ha un andamento opposto al CRB

(CRB = Commodity Research Bureau, ovvero l’indice delle materie prime)

Vediamo, oggi, se queste relazioni sono confermate.
Tanto per cominciare il $ si muove un po’ per i fatti suoi, e la vera differenza sul cross $/€ la fa il differenziale dei tassi. Non bisogna dimenticare che, ai tempi della stesura dei trattai di Murphy, c’era una grande valuta, il $ e tutte le altre seguivano a ruota. Oggi invece non è più così. L’euro ha assunto un peso determinante.
Detto questo, salta anche la relazione tra il $ e il CRB, mentre il CRB ha avuto un andamento effettivamente opposto ai bonds. Ma qui crolla un’altra relazione. Se effettivamente bonds e equità avessero lo stesso trend, la borsa sarebbe ben altrove… Il fatto è che la politica monetaria è utilizzata, oggi, come “medicina correttiva” dell’economia. Il padre di questa nuova tendenza è il buon Alan Greenspan, che ha “inventato” il soft landing.
Ma andiamo avanti. Anche il fatto che l’oro anticipa il CRB, beh, questo al momento non si può dire… Per farla breve, le relazioni intermarket sembrano cambiate notevolmente, come anche è cambiata l’economia e la finanza in genere. Tutto questo fa parte di un processo evolutivo che non si può ancora definito concluso.
Un ultima cosa. Il prezzo del rame. Per molti è considerato un elemento anticipatore sulla crescita economica. Recentemente il rame è crollato. Un altro segnale che la fine della festa è vicina?

Ma ora un rapido flash sulla situazione:

a) €/$ – al momento il $ continua ad essere debole. Preferisco starne fuori. E la debolezza del $ coincide con la forza dell’oro. Questa è una delle poche relazioni intermarket che continuano a sussistere nel modo “classico”

b) BUND – Il benchmark europeo è sceso (come previsto) in modo generoso, arrivando a 116. Personalmente vedo possibile un buon supporto in quest’area ed anche un rimbalzo nel breve, ma resterà una cosa temporanea. Sempre short nella duration dei bonds.
c) EQUITY – Il Nasdaq ha già rotto il trend rialzista e sta lateralizzando. Lo S&P 500 è ormai allo stesso piano. Prendiamo sempre il ns. benchmark globale, ovvero lo S&P 500. La rottura eventuale di 1407 (attenzione all’importantissima MM21 posta a 1416 !!!) sarà il segnale evidente di una tendenza ormai al termine.
d) GOLD – ho allegato prima il grafico. Non aggiungo altro, al momento. Long sull’oro
e) WTI – AHI AHI AHI…. Dolore… La mia crosta maledetta. Crollo del prezzo a seguito di una temperatura troppo mite. Mi pongo solo una domanda. Che farà l’OPEC, vero elemento calmieratore dei prezzi dell’oro nero? E pensare che negli USA sono crollate le scorte di greggio. Inutile discutere, il mercato ha preso una direzione… Io comunque (ricordo che oggi non ho più petrolio in portafoglio) vi consiglio di buttare l’occhio al Brent. Rimane un’ultima roccaforte, il supporto a 58 $. Oltre a quello, si fa dura…

A presto! E come sempre, a disposizione per discutere delle mie folli teorie… 😉

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