THE DAY AFTER: dopo il taglio tassi FED il mercato riesamina la situazione

Scritto il alle 08:35 da Danilo DT

Integro l’articolo di ieri sera con alcune considerazioni.
Intanto vi invito a rivedere il post CLICCANDO QUI.

A “bocce ferme” ho notato alcune cose curiose che meritano una menzione. Come si evince dai grafici intraday di Bloomberg per l’S&P e il rendimento a 10 anni (sotto il grafico), sia il mercato azionario che quello obbligazionario statunitense avevano una visione opposta alla fine della conferenza stampa del presidente della Fed Powell rispetto a quella adottata in reazione alla pubblicazione della dichiarazione del FOMC.
Come se, al momento della comunicazione del taglio, gli operatori pensavano una cosa in linea con la logica “soft landing” ma poi, riflettendo, hanno cambiato parere.

Il colpo di scena questa volta è che l’opinione dopo la conferenza stampa è stata più aggressiva. Ovvero timore di maggiore rallentamento, con addirittura tassi che scendono meno del previsto. Timori di un’inflazione che tornerà a farsi sentire?

Il mercato mostra segnali di preoccupazione per una possibile recessione all’orizzonte. Questa divergenza pone gli investitori di fronte a un enigma, reso ancora più complesso dal recente taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense.

Tutto questo contrasta con quell’ottimismo dei mercati azionari che si riflette nella notevole resilienza mostrata negli ultimi mesi. L’indice S&P 500, barometro chiave del sentiment degli investitori, ha registrato una ripresa significativa dopo un periodo di volatilità a metà estate. Con un guadagno di circa l’8,5%, l’indice si è riavvicinato ai suoi massimi storici, riflettendo un sentiment generalmente positivo tra gli investitori azionari.

C’è sempre stata fiducia che l’adozione di nuove tecnologie e l’ottimizzazione dei processi produttivi possano sostenere la crescita senza alimentare pressioni inflazionistiche. Inoltre, si prevede che le aziende riescano a mantenere o addirittura migliorare i propri margini di profitto, nonostante le sfide macroeconomiche. Infine, c’è sempre stata una diffusa convinzione che la Federal Reserve riuscirà a domare l’inflazione senza provocare una recessione, portando l’economia a un “atterraggio morbido”.

Tuttavia, il mercato obbligazionario sembra raccontare una storia diversa. Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a movimenti significativi nei prezzi e nei rendimenti delle obbligazioni, in particolare per quanto riguarda i titoli a breve termine. Questi movimenti hanno portato a una rapida “disinversione” della curva dei rendimenti dei Treasury a due e 10 anni, un fenomeno che merita particolare attenzione.

Una curva dei rendimenti invertita si verifica quando i rendimenti delle obbligazioni a breve termine superano quelli delle obbligazioni a lungo termine. Questo fenomeno è spesso considerato un indicatore anticipatore di una possibile recessione. La recente disinversione della curva potrebbe quindi essere interpretata come un segnale di allarme per l’economia.

Inoltre, le aspettative del mercato riguardo alla politica monetaria futura sono particolarmente aggressive. Attualmente, le previsioni suggeriscono fino a 250 punti base di tagli dei tassi entro il prossimo dicembre. Storicamente, una tale velocità e entità di tagli dei tassi è stata associata a situazioni in cui la Fed si trova “dietro la curva”, cercando di recuperare terreno nell’allentamento della politica monetaria per contrastare una recessione imminente o già in corso.

Ma fateci caso… cosa ha detto ieri sera Powell?

(…) Il presidente della Fed Jerome Powell ha precisato che il taglio di 50 punti base non costituisce «il nuovo ritmo» dell’allentamento. Il banchiere centrale al contrario ha confermato che le decisioni saranno prese «riunione per riunione» e che la Fed è pronta ad accelerare, frenare o mettere in pausa i tagli, in base ai dati economici. (…) [Source]

Quindi ha ribadito che questo è il “nuovo ritmo” e non è in ritardo? Ma allora come giustificare questo nuovo mood aggressivo? Rischi all’orizzonte?

Il quadro di mercato: rapida sintesi

Nonostante alcuni segnali positivi, la crescita economica globale rimane fragile. Molte economie avanzate stanno ancora lottando con gli effetti residui della pandemia, mentre le economie emergenti affrontano sfide legate all’indebitamento e alla volatilità delle valute. La Cina, in particolare, sta attraversando una fase di rallentamento e ristrutturazione economica che potrebbe avere ripercussioni significative sull’economia globale. La crisi del settore immobiliare cinese e le tensioni geopolitiche aggiungono ulteriore incertezza al quadro.

Le piccole e medie imprese, che costituiscono il tessuto economico di molti paesi, stanno mostrando segnali di stress. L’aumento dei costi di finanziamento, le difficoltà nell’accesso al credito e l’incertezza sulle prospettive economiche stanno pesando sulle decisioni di investimento e assunzione di queste imprese. Questo clima di incertezza potrebbe tradursi in un rallentamento della creazione di posti di lavoro e degli investimenti, elementi cruciali per sostenere la crescita economica.

Un altro fattore di preoccupazione è l’esaurimento dei risparmi dei consumatori statunitensi. Durante la pandemia, molte famiglie statunitensi hanno accumulato risparmi significativi grazie ai sussidi governativi e alla riduzione delle spese. Questi risparmi hanno sostenuto i consumi negli ultimi anni, agendo come un ammortizzatore contro gli effetti negativi dell’inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse. Tuttavia, ci sono segnali che questi risparmi si stiano esaurendo. Se questa tendenza dovesse continuare, potremmo assistere a un rallentamento dei consumi, che rappresentano il motore principale dell’economia statunitense.

Di tutto questo, la FED è ben cosciente ma state pur certi che in un mondo finanziario giudato dalla fiducia, non verrà mai a dire certe cose proprio per non rompere dei meccanismi che poi renderebbero complicata la situazione. Teniamo conto del fatto che forse non è tutto oro quello che luccica. Perché quello vero, l’oro, invece continua a decollare. E forse non è un caso.

Danilo DT

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2 commenti Commenta
pistarr
Scritto il 19 Settembre 2024 at 16:36

repetita juvant per l ‘ autore del post … non contento dei concetti espressi nel post precedente viene rinforzato il concetto ” Il MERCATO mostra segnali di preoccupazione per una possibile recessione all’orizzonte ”
EHI ma subito dopo viene scritto ” Tutto questo contrasta con quell’ottimismo dei MERCATI azionari ”
Che siano due MERCATI diversi? Boh … l’importante è ribadire la connotazione negativa come indicato nel post precedente w scrivere in grassetto … recessione all’orizzonte

stefanomagnani88
Scritto il 19 Settembre 2024 at 19:19

Guarda che non è così decentrato dalla realtà Danilo. A ogni tempo il suo trend. Potrebbe piovere a brevissimo, per poco, ma piovere.

Ciao

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