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CINA e RECESSIONE: La sorpresina che non ti aspetti
Ormai credo lo abbiate capito tutti perfettamente che il tasso inflazione USA abbia raggiunto un suo picco. Un picco che ovviamente deve essere confermato (e poi vi spiego perché) ma che al momento sembra rassicurare i mercati che, infatti, sono partiti in questo 2023 con un “mood” decisamente positivo. Oltre le aspettative.
Ma la domanda che dobbiamo farci è molto semplice. Questa frenata dell’inflazione sicuramente sostiene l’equity, ma il rallentamento globale conta nulla? E non avrà un impatto sui mercati azionari?
Qui si apre un dibattito e se volete un contrasto.
INFLAZIONE in frenata: banche centrali che quindi reagiscono di conseguenza, e sembrano intenzionate a diminuire l’entità dei rialzi. Anche se l’inflazione da servizi ci sono ancora evidenti tensioni.
Per carità, sembra quasi miracoloso il fatto che i dati sul lavoro riescono a reggere in un contesto di disinflazione. Uno scenario che qui abbiamo definito da Goldilocks perché fin troppo perfetto per essere vero. Però come vi dicevo, occhio alla crescita.
Il crollo dei prezzi alla produzione indica che le società iniziano a fare fatica a scaricare a valle gli aumenti dei costi. Di sicuro il dato debole sulle vendite al dettaglio di dicembre negli Stati Uniti, ha rivelato che i consumatori sono sempre più diffidenti. Anche i dati sulla produzione industriale nel Paese sono risultati più deboli del previsto.
Per la stagione degli utili del quarto trimestre, appena iniziata, secondo FactSet gli analisti pronosticano su base annua un calo degli utili relativi all’indice S&P 500 pari al 3,9%. A causa dell’estrema dispersione tra i diversi settori (nel comparto energetico, ad esempio, è previsto un aumento di oltre il 60%), però, la situazione potrebbe apparire più rosea di quanto non lo sia effettivamente. Le società del settore finanziario, e in particolar modo quelle che operano sui mercati dei capitali, stanno già comunicando una significativa riduzione dei propri utili, lasciando presagire un contesto difficile sul versante della crescita.
Le previsioni di mercato (consensus) sugli utili dell’indice S&P500 per il 2023 rimangono al di sopra dei 225 dollari ad azione. Si tratta di un dato a nostro avviso ottimistico a rischio correzione.
Quindi mercati a rischio? Eh… occhio alla sorpresina.
CINA e le riaperture
Come ho spiegato anche nel PODCAST, la Cina si candida con le riaperture ad essere la sorpresa di questo inizio 2023. Lo scorso anno l’economia cinese è cresciuta solamente del 3%, ma i dati relativi al quarto trimestre segnalano già un ritrovato slancio tra il 2022 e il 2023.
Da ciò può derivare una forte ripresa della domanda a livello globale.
Tutto bene questo? Ottima notizia per l’economia ma… per l’inflazione? Una Cina più forte renderà verosimilmente molto più arduo il compito dei banchieri centrali. Basta guardare l’andamento del rame per farsi un’idea.
Insomma, la situazione si presenta molto più complicata di quanto si possa pensare. La Cina può diventare la grande incognita per questo 2023. Non ci resta che aspettare gli eventi. Trimestrali, inflazione e crescita cinese con reazioni delle materie prime. E forse non è un caso che molti analisti iniziano a vedere scemato il rischio recessione.
STAY TUNED!
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