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WALL STREET: mani forti in azione (ma non sarà facile)
Il quadro del CFTC di Chicago continua ad illustrare uno scenario positivo con i Commercials sugli scudi. Sembra stiano facendo il possibile per far stare in piedi i mercati. Ma è un’impresa ardua sopratutto quando ci sono delle variabili esogene così invasive. [Guest post]
Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, nessuna buona notizia per quanto concerne la guerra tra Russia ed Ucraina. Il conflitto, purtroppo, prosegue, e si continuano a perdere centinaia di vite umane, ed a distruggere molte infrastrutture. La diplomazia segna il passo, e per il momento non s’intravvede alcuna via d’uscita. In conseguenza, crescono anche le preoccupazioni sulle forniture di cereali, e del grano in particolare, bloccati, ormai da mesi, nei porti dell’Ucraina.
Questa scellerata guerra ha, comunque, già impattato pesantemente sull’intero scenario macroeconomico. Le commodities negli ultimi 4 mesi sono rincarate di circa il 30 % in termini reali. L’inflazione ha raggiunti i livelli massimi degli ultimi 40 anni. I tassi d’interesse a breve termine sono praticamente raddoppiati dall’inizio del conflitto. Ed anche le quotazioni degli asset azionari soffrono come non mai negli ultimi anni. Risultanze, e dati, che dovrebbero indurre tutti i Paesi non belligeranti ad adoperarsi per trovare una rapida soluzione al conflitto.
Ed invece, soprattutto in Occidente, si è scelta una via diversa ed opposta. Si è scelto di alimentarlo il conflitto, fornendo ingenti quantità di armi all’Ucraina, e di riesumare e riproporre l’antico scontro tra Nato e Russia, che credevamo ormai definitivamente finito, e superato. Una riesumazione davvero surreale e miope. Tre decenni di intensa globalizzazione economica hanno infatti del tutto distrutto, e superato, il mondo del ventesimo secolo. E nessun tentativo di riportarlo artificiosamente in vita ha oggi alcuna ragion d’essere.
Credo che il conflitto in corso, osservato da altre latitudini, ovvero da Pechino e Shanghai, o da Singapore e New Delhi, appaia davvero per quello che è, un conflitto d’ordine regionale, tra i perdenti dell’epoca della globalizzazione. Spero, pertanto, che ben presto le elitè dell’Occidente, e dell’America in particolare, rinsaviscono e focalizzino la loro attenzione su temi ben più importanti e decisivi per il nostro futuro, e non sulla sorte dello sventurato Donbass, e degli scellerati neonazisti del battaglione Azov.
L’economia mondiale, è ormai divenuta estremamente interconnessa, e bisogna adoperarsi per gestirla e governarla al meglio, e non alimentare antiche divisioni, e confronti addirittura armati, del tutto insensati, ed ormai privi di alcuna ragion d’essere.
Dopo le sopra esposte considerazioni, prettamente personali, andiamo ad esaminare cosa ci indica, al momento, il sistema intermarket. Il dollar index, dopo alcune settimane di debolezza, rimbalza dello 0,46 %, e risale a quota 102,17. I prezzi delle commodities, invece, rallentano, ma non arrestano la loro corsa, lievitano infatti di un ulteriore 0,42 % in termini reali, e restano sui massimi degli ultimi 3 lustri. Movimenti significativi si registrano anche nel mercato obbligazionario.
Il rendimento del bond decennale Usa, lievita infatti di ben 20 bps e risale a quota 2,94 %. Il rendimento dei bonds a 2 anni, lievita anch’esso di 18 bps, e raggiunge quota 2,66 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto si amplia sino a 28 bps, ma restano del tutto intatti i pericoli di recessione, o ancor peggio di stagflazione, per l’economia americana. I mercati azionari Usa, come accennato, soffrono anch’essi. Dopo il rimbalzo della scorsa ottava, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, cede nuovamente l’ 1,2 %, e retrocede a quota 4.108,54 punti. .
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : + 12.324
Large Traders : – 2.226
Small Traders : – 10.098
Cambia, pertanto, nuovamente l’assetto del Cot Report sui derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni nelle posizioni dei vari operatori sono state pari a 9.478 contratti. In particolare, i Commercial Traders, ovvero le MANI FORTI di questo mercato, acquistano, l’intero lotto dei 9.478 contratti long, e consolidano la loro eccezionale, ed insolita, posizione Net Long.
I Large Traders, invece cedono 3.700 contratti long, ed invertono la loro posizione, che torna Net short. Gli Small Traders, infine, cedono anch’essi 5.778 contratti long, e consolidano anch’essi la loro insolita posizione, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, abbastanza importanti e significative, cercano di dare maggiore fiducia ai mercati ed agli investitori. Il nuovo assetto, con le Mani Forti da soli in posizione Net Long, è infatti statisticamente una configurazione beneaugurante e rialzista. E’ evidente che negli Usa in molti sono all’opera per cercare di frenare la caduta degli indici azionari americani.
Molti credo né abbiamo già abbastanza dell’incresciosa situazione determinata dalla guerra tra Russia ed Ucraina. Aldilà delle dichiarazioni ufficiali, e di facciata, non vedono l’ora che tutto presto finisca. Sanno bene, come già accennato, che il confronto con la Russia, non è ormai il tema di questo nuovo secolo. Il loro vero competitor economico, politico, ed in futuro anche militare, è la Cina, e non più la Russia. Attardarsi sull’Ucraina potrebbe rivelarsi pericoloso anche per loro. Soprattutto se se si dovesse spingere la Russia nelle braccia della Cina.
Ma gli errori strategici sono stati compiuti, e per Loro non sarà comunque facile venirne fuori. Per tale motivo, prendo sì atto dell’impegno delle MANI FORTI, ma anche per quest’ottava riconfermo la mia sfiducia di fondo e la mia vision negativa sulle prospettive dei mercati azionari internazionali.
Mercato, pertanto, in cerca di barlumi di ottimismo, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio d’anno, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito una perdita del 3,82 %. Il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, invece, ha registrato, nel contempo, una perdita dell’11,77 %.
Conseguita pertanto, sinora, una sovra-performance del 7,95 %. Nei precedenti 9 anni, il mio trading system ha, invece, conseguito una sovra-performance media annua del 7,1 %, e presenta un’equity line in progresso del 175 %. Questa settimana, modifico leggermente l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 42,5 al 37,5 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 57,5 al 62,5 % le mie posizioni short, ovvero assumo una posizione operativa Net Short pari al 25 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire, e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può,se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS