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WALL STREET: le mani forti riprendono posizione
Presto per dirlo ma nell’ultimo COT Report della CFTC (Commodity Futures Trading Commission) le “mani forti” hanno ripreso un po’ di vigore. Ma c’è il rischio che sia una situazione solo momentanea. [Guest post]
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno di fatto ribaltato le indicazioni e gli andamenti delle due precedenti ottave. Testimone principe, di tale ribaltamento, è il nostro benchmark azionario mondiale, ossia l’S&P 500, che rimbalza del 3,82 % e si riporta nuovamente in prossimità dei suoi massimi storici. Quanto al resto continua la preoccupazione per il risorgente fenomeno inflazionistico.
L’ultimo dato pubblicato, relativo al mese di novembre, ci dice che il CPI Usa è risalito sino al livello annuo del 6,9 %. Un dato che non vedevamo da decenni. Ciononostante i mercati reggono. Evidentemente in molti non credono alla strutturalità del fenomeno, e lo ritengono del tutto transitorio e passeggero. Tra questi debbono essere annoverate anche le maggiori Banche Centrali, che sinora non hanno battuto ciglio, lasciando i tassi invariati, ai loro minimi storici.
D’altro canto, FED BCE E BOJ hanno anche l’esigenza di non interrompere e gravare la già difficile fase di ripresa post-covid. I dati della pandemia, peraltro, sono ancora poco rassicuranti, e si fa davvero fatica ad immaginare, a breve termine, una fuoriuscita definitiva dalla stessa. Il dilemma delle Autorità monetarie, strette tra inflazione e covid, esprime appieno la particolarità e l’eccezionalità di questo particolare momento. Si viaggia credo a vista, anche nei piani alti del sistema economico-finanziario. Nessuno credo abbia davvero chiaro cosa ci attende e cosa possa accadere nel prossimo futuro.
Personalmente mi auguro che si dia ulteriore spazio e corso a questa fase inflattiva dell’economia, e che non vengano presto ridotti gli stimoli, soprattutto di politica fiscale, varati negli ultimi due anni. E’ un augurio il mio, ma sinceramente non né sono affatto sicuro. Intravvedo infatti all’opera già molte forze che remano in senso contrario. Negli ultimi due mesi sono già riusciti ad arrestare la corsa al rialzo delle commodities, e fra non molto aumenteranno credo anche le loro pressioni per un rialzo dei tassi.
L’unica a beneficarne sarebbe ancora una volta la Cina, che non a caso mostra nelle ultime settimane borse nuovamente in rialzo. Ma anche in Occidente il sistema di produzione capitalistico impostosi negli ultimi 3 lustri ha molti estimatori. In tanti non vedono infatti l’ora di ritornare alla fase pre-covid, con materie prime a buon mercato, con moderati tassi d’interesse, ed un controllo quasi militare dei livelli salariali. In tal modo hanno fatto grandi profitti, accentrato la ricchezza, perche cambiare ?
Nella deflazione di questi anni, costoro ci hanno sguazzato alla grande, a danno di milioni di persone, soprattutto salariate, che hanno visto ridursi, e di molto, il loro livello di consumi, e di vita. Quest’ultimi subiranno ancora passivamente ? Voglio proprio sperare di no.
Dopo le sopra esposte considerazioni, andiamo ad esaminare, cosa ci dice, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima ottava, si conferma stabile, a quota 96,05. Le commodities, invece, rimbalzano dell’1,14 % in termini reali, ma negli ultimi 2 mesi hanno perso molto del loro precedente smalto.
Movimenti erratici anche dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, dopo alcune settimane di preoccupanti storni, rimbalza di 12 bps e ritorna a quota 1,48 %. Il rendimento del bond a 2 anni, invece, lievita di altri 6 bp, e raggiunge quota 0,65 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si amplia sino a quota 83 punti, e ciò ci fà essere più fiduciosi sulla tenuta dell’attuale ritmo di crescita dell’economia. I mercati azionari, riprendono anche loro fiducia, ed in una sola ottava recuperano tutto lo storno precedente, e si riportano in prossimità dei propri massimi storici. .
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 37.910
Large Traders : + 35.634
Small Traders : + 2.276
Si riconferma, pertanto, l’incerta e volatile configurazione del Cot Report sui derivati azionari Usa. In quest’ultima ottava le variazioni nelle posizioni dei vari operatori sono state pari a 5.625 contratti. In particolare, i Commercial Traders, le MANI FORTI di questo mercato, hanno acquistato l’intero lotto 5.625 contratti long, e ridotto l’entità della loro posizione di copertura, Net Short. I Large Traders, invece, hanno ceduto 4.038 contratti long, e ridotto la loro esposizione Net Long. Gli Small Traders, infine, cedono anch’essi 1.587 contratti long, e riducono ulteriormente la loro già esigua esposizione Net Long.
Le movimentazioni di quest’ultima ottava, esigue nella loro entità, non modificano la situazione ed il quadro, d’assoluta d’incertezza, di questo importante mercato. L’incertezza da alcune settimane investe coerentemente anche il mercato primario. Basti pensare che nelle ultime 5 settimane l’S&P 500 segna un guadagno dello 0,31 %. D’altronde, come accennato in premessa, sono ancora tanti gli interrogativi e le riserve che l’economia, quella reale, dovrà, nei prossimi mesi, affrontare e sciogliere.
Questa settimana le Mani Forti hanno dato una mano e tenuto ancora alto il morale della truppa. Ma rimangono caute e guardinghe. Come già ricordato, questo particolare assetto di mercato ha sempre preannunciato fasi di mercato molto volatili ed incerte, e non foriere di particolari guadagni sui corrispondenti mercati azionari primari. Non vedo pertanto motivi per modificare la mia attuale neutra posizione operativa sui mercati azionari. In attesa di capire meglio cosa ci riserverà l’ormai imminente prossimo anno.
Mercato, dunque, in attesa di nuove certezze, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso dell’anno 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito un guadagno dell’ 11,75 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha registrato un guadagno del 21 %.
Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 9,25 %, causata, come già accennato, dalla nostra forse eccesiva prudenza, nonché da un evidente deficit di momentum, sul nostro listino, nei primi mesi dell’anno. Nei precedenti 8 anni, il mio trading system ha invece conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 180 %.
Questa settimana, come detto, non muto l’assetto del mio portafoglio, riconfermo cioè il 50 % delle mie posizioni long, ed il 50 % delle mie posizioni short, ossia una posizione operativa del tutto neutra. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS