WALL STREET: arriva la primavera anche sui mercati

Scritto il alle 15:57 da Lukas


I mercati stanno acquistando consapevolezza sulla ripresa ormai alle porte. I Commercial tornano decisamente Net LONG. E il COT Report ci fa vedere un quadro in miglioramento. (Guest post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno alquanto attenuato le tensioni e le incertezze evidenziatesi nelle passate ottave. Sembrano, in particolare, maggiormente rassicurati sulla natura e sulla forza della ripartenza economica che verrà. D’altro canto, la campagna di vaccinazione di massa, soprattutto negli Usa, procede alquanto veloce e spedita. Maggiori problemi su tale fronte si evidenziano invece nella vecchia Europa, che non dispone di propri vaccini ed è costretta ad acquistarli da altri. In particolare sembrano attenuarsi i timori di una ripresa economica con caratteri inflattivi, o peggio iper-inflattivi. Un gran contributo in tal senso arriva dalla ritrovata forza dollaro Usa, che nelle ultime settimane ha invertito il suo trend discendente, e sembra voler ritornare ai fasti di un tempo. Evidentemente, il mercato delle valute apprezza molto l’approccio risoluto nell’affrontare la pandemia, da parte della nuova amministrazione Biden. Un dollaro forte, peraltro, è sempre stato una premessa indispensabile ed un buon viatico per la stabilità di tutti gli altri mercati. Non è un caso che nelle ultime settimane si sia alquanto raffreddata la spasmodica corsa al rialzo delle commodities. Queste ultime vengono infatti scambiate in dollari, e se il dollaro è forte, fanno molto più fatica a lievitare di prezzo. Ed a cascata, se si attenuano le tensioni sui prezzi delle commodities, anche le aspettative in tema d’inflazione attesa scemano. Di conseguenza avremo minori fibrillazioni e tensioni anche sui rendimenti, e sull’intero mercato obbligazionario. Insomma, appare ancora una volta evidente che il valore e la forza della valuta Usa, è ancor oggi un aspetto strategico e fondamentale per la stabilità di tutti gli altri mercati. C’è quindi da augurarsi che gli Usa, passata la buriana Trump, riprendano presto il loro ruolo di leadership, e conservino intatto il ruolo e la forza della loro moneta. La forza del dollaro è storicamente garanzia di stabilità anche per gli andamenti e le quotazioni dei mercati azionari, che a noi più interessano. Non s’è infatti quasi mai visto un mercato azionario in caduta, con un dollaro forte. Rammento che l’ultimo grande crollo di borsa, ossia quello del 2008, fù preceduto non a caso da un crollo di oltre il 20 % del valore del dollaro. Un aspetto al tempo, colpevolmente sottovalutato, che costò a molti pesanti perdite. Da allora, il dollaro, seppure con le inevitabili oscillazioni, è costantemente risalito, ed è riuscito sostanzialmente a conservarsi come valuta di riferimento dell’intero sistema finanziario internazionale. Ed è proprio questo fondamentale aspetto che ha costantemente suffragato ed alimentato la mia visione bullish sui mercati azionari, in questi ultimi 12 anni. D’altronde, per chi come me ha avuto l’avventura di laurearsi in economia, proprio con una tesi sul dollaro Usa, sarebbe stato del tutto ingiustificato e colpevole, non tenerne, in questi difficili anni, debito conto nelle sue decisioni operative e nelle sue scelte finanziarie.

Dopo le sopra esposte considerazioni, andiamo ad esaminare, cosa ci indica, al momento, il complessivo scenario intermarket. Come accennato, Il dollar index, nell’ultima ottava rimbalza dello 0,92 %, e risale sino a  quota 92,74. Ma come detto sono già 4 mesi che il dollaro ha invertito il suo trend. Le commodities invece perdono lo 0,46 % in termini nominali, e sembrano aver arrestato la loro corsa. In pratica sono oggi ritornate sugli stessi livelli di 2 o 3 anni fà. Dunque nessun allarme su questo fronte. Trattasi di un fisiologico recupero dopo il collasso delle quotazioni causa scoppio della pandemia. Indicazioni più tranquillizzanti giungono anche dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale Usa, cede infatti 6 bps e retrocede a quota 1,67 %. Anche il rendimento dei bond a 2 anni cede 1 bp, ed arretra a quota 0,14 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto si contrae a 153 punti base, ma restano comunque forti le aspettative di una sostenuta ripresa economica. Il mercato azionario, migliora anch’esso. In particolare, l’S&P 500 guadagna l’ 1,57 % e risale sui propri massimi storici a quota 3.974,54.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : + 2.627

Large Traders :  – 14.488

Small Traders : + 11.861

Si rasserena, come prima evidenziato, la situazione, e coerentemente muta anche l’assetto e la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state infatti pari a 8.468 contratti. In particolare, i Large Traders non interpretano credo bene il contesto di mercato, si mostrano diffidenti e timorosi, cedono l’intero lotto degli 8.468 contratti long e restano da soli in posizione Net Short. I Commercial Traders, invece, hanno una visione diametralmente opposta, credono probabilmente in un’imminente e forte ripresa dell’economia Usa e mondiale, acquistano quindi altri 5.599 contratti long, ed abbandonano la loro abituale posizione di copertura, passando significativamente in posizione Net Long. Gli Small Traders, infine, acquistano i residui 2.869 contratti long, e consolidano la loro piuttosto abituale posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, molto importanti e significative, sembrano voler sciogliere i nodi delle precedenti settimane. La circostanza che le MANI FORTI, abbandonino ogni prudenza e rinuncino alla loro abituale posizione di copertura, seppur di lieve entità, vuol dire che esse intravvedono una forte ripresa dell’economia, e di conseguenza nessun rischio per le quotazioni dei mercati azionari. Sembrano pertanto momentaneamente svanite tutte le preoccupazioni, soprattutto in tema d’inflazione, adombrate nelle scorse settimane. C’è bisogno certo di conferme ulteriori, ma per ora la situazione sembra volgere al bello. Riconfermo pertanto, con accresciuta fiducia e minor moderazione, la mia view di fondo, rialzista sui mercati azionari.

Mercato dunque in fiducia, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di quest’inizio del 2021, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito una perdita dell’ 1,1 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha registrato un guadagno del 9,76 %. Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 10,86 %, causata dalla nostra forse eccessiva prudenza, nonché da una rotazione settoriale probabilmente inattesa. Negli ultimi 8 anni, invece, il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 165 %. Questa settimana in coerenza con quanto sopra esposto, modifico l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 65 al 70 % le mie posizioni long, e riduco nel contempo dal 35 al 30 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione Net Long più spinta pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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