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WALL STREET: anche gli small traders voglio partecipare alla festa!

Scritto il alle 14:30 da Lukas

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Coerentemente con il quadro di mercato anche gli small traders cambiano la tendenza ma l’intermarket non sembra molto d’accordo. Solita analisi del COT Report. [Guest post]

Cari amici, anche nella settimana appena trascorsa, è proseguita la luna di miele tra i mercati finanziari internazionali e la nuova Amministrazione Usa presieduta da Donald Trump. A dire il vero, l’ottimismo investe, in particolare, il solo mercato azionario, mentre il resto dello scenario intermarket appare, nel contempo, molto più moderato e cauto.

Quest’ultimo ha evidenziato, infatti, un persistere della debolezza del dollar index, che storna di un ulteriore 0,2 %, e si fissa a quota 100,60. Lo storno del dollaro non favorisce, peraltro, un rimbalzo delle quotazioni delle commodities, che anzi stornano anch’esse di uno 0,4 %. Assolutamente stabile e fermo anche il mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali Usa, crescono infatti solo di 1 bps e raggiungono quota 2,49 %. Segnali più vivaci continuano, invece, con sorpresa, ad arrivare dall’Europa. I rendimenti del bund decennale della Germania, infatti, crescono di altri 4 bps e raggiungono quota 0,46 %. Molto più intensa, invece, la crescita che si registra dei rendimenti dei bond italiani, ben 19 bps, con conseguente innalzamento dello spread BTP/BUND. E qualcuno comincia a parlare di nuovi rischi incombenti per il Belpaese. La luna di miele, invece, come detto, si manifesta e prosegue nell’ambito dei mercati azionari. I più ottimisti appaiono proprio quelli a stelle e strisce, che continuano a stabilire nuovi record storici. In particolare il nostro benchmark per antonomasia, l’S&P 500, cresce di un ulteriore 1,03 % e dopo aver toccato quota 2.300 chiude l’ottava nei pressi, ossia a quota 2.294,69.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 30.089

Large Traders : + 27.067

Small Traders : + 3.022

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Cambia, pertanto, nuovamente la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Nell’ultima ottava si  sono, infatti, registrate ancora significative variazioni nelle posizioni nette dei vari operatori, pari a 8.850 contratti. In particolare, gli Small Traders, ancora molto indecisi e sospettosi nonostante il marcato UP trend, riacquistano 4.249 long e grazie ad essi invertono nuovamente la loro posizione, che ridiventa Net Long. I Large Traders, che com’è noto, agiscono secondo strategie trend following, danno invece ulteriore filo all’ottimismo oggi presente sui mercati, acquistano infatti altri 4.601 contratti long, e consolidano la loro già solida posizione Net Long. I Commercial Traders, infine, ritengono probabilmente il mercato molto ben impostato, cedono infatti l’intero lotto degli 8.850 contratti long, e consolidano la loro abituale e naturale posizione di copertura Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, che riportano in posizione Net long anche gli Small Traders, ci appaiono del tutto coerenti con il particolare ottimismo oggi presente sui mercati azionari Usa e mondiali. In realtà, come evidenziato nell’analisi dello scenario intermarket, nulla è davvero sinora mutato nelle dinamiche profonde dell’economia reale. Per tale motivo, in molti adombrano il dubbio che sui mercati azionari si stia formando una vera e propria bolla. Ricollegandomi ad alcune discussioni avvenute di recente sul nostro blog, nonchè alle critiche ingenerose rivolte all’amico Danilo, io credo che in questo momento i mercati tendono ad anticipare, con qualche eccesso di ottimismo, ciò che ci si aspetta avverrà nell’ambito dell’economia reale. Personalmente sono molto scettico circa consistenti miglioramenti futuri dell’economia reale, in particolare credo che non sarà affatto facile defenestrare completamente, come si dice, lo scenario deflazionistico degli ultimi 10 anni. Ma concedo il beneficio d’inventario e mi piacerebbe molto esser smentito. Ciò detto, prendo comunque atto che il mercato in questo momento è particolarmente fiducioso ed ottimista, e per noi trader sarebbe un grave errore non assecondarlo. Futuro prossimo che si prospetta, quindi, ancora positivo ma incerto, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo le prime 4 settimane dell’anno, il mio portafoglio “ Azioni Italia – LTM “, registra una perdita pari allo 0,45 %. Performance negativa, ed inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 0,86 %. Una sotto-performance dell’ 1,31 %, in gennaio del tutto ricorrente, essendo segnalata anche nelle ricerche dei due noti professori Usa, sulle quali riconfermiamo comunque tutta la nostra fiducia, dato che negli ultimi 4 anni ci hanno regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. Coerentemente con la mia positiva view d’ordine generale, questa settimana, riconfermo la mia esposizione sul mercato azionario italiano, costituita dall’85 % di posizioni long, e dal 15 % di posizioni short, ossia da una posizione Net long pari al 70 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

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