WALL STREET: anche se si sente puzza di correzione, nulla di nuovo sotto il sole

Scritto il alle 15:48 da Lukas


La correzione sembra essere arrivata, ma la configurazione del COT Report cambia di pochissimo. Ci vorrebbe l’intervento degli small traders per cambiare le cose. Ma nulla si muove… (Guest Post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, causa festività del Ringraziamento, la CFTC ( Commodity Futures Trading Commission ) ha posticipato a lunedì la pubblicazione dei dati del Cot Report, che di solito effettua ogni venerdì. Ieri sera, letti i nuovi dati, ho constatato, come dirò meglio in appresso, che nulla di sostanzialmente rilevante è accaduto rispetto alla situazione della scorsa ottava. Si riconferma cioè un assetto di mercato dei derivati azionari Usa, che in passato ha sempre lasciato presagire e preannunciato ulteriori rialzi per i mercati primari. Rialzi che, anche nella scorsa settimana, hanno, a Wall Street, trovato conferma. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500 ha infatti chiuso il mese di novembre su nuovi massimi storici, a quota 3.140,98. Una non sorpresa, almeno per me, che, come ben sapete, ho ormai da tempo, una view dichiaratamente bullish. Sono infatti convinto che ci troviamo, già da anni, in un mercato rialzista di lunga durata, di carattere secolare come si suol dire. Tali benevoli fasi di mercato prendono di solito il via dopo l’accadimento di eventi epocali. Un mercato toro di carattere secolare l’abbiamo infatti già visto dopo la seconda guerra mondiale, e dopo la crisi petrolifera dei primi anni 70’. E la crisi finanziaria del 2008 è da considerarsi, senza dubbio, il terzo evento epocale di quest’ultimo secolo, dal quale, così come già accaduto in passato, è partito un nuovo mercato toro di lunga durata, che è tuttora in corso. D’altronde anche il mio amico Danilo ha di recente testualmente scritto che : “ la crisi dei mutui subprime ha avuto gli stessi effetti di una guerra, di carattere finanziario, ma sempre di una guerra si è trattato “. Ed ha poi affermato, con supporto di grafici, che l’attuale rally è del tutto paragonabile a quello registrato dopo la II guerra mondiale. Insomma, un’ulteriore conferma, della mia tesi, sul carattere secolare e non contingente dell’attuale rialzo delle quotazioni del mercato dell’equity. La cosa strana è che, nonostante tali concordanti ed univoche considerazioni, Danilo passa, a torto credo, per un permabearish, mentre io, al contrario, per un permabullish.

Riflessioni, quelle sopra illustrate, di carattere generale, esaminiamo però cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Nella scorsa ottava, il dollar index è rimasto sostanzialmente immobile, confermandosi come fattore di stabilità dell’intero sistema finanziario. Le commodities invece, hanno pesantemente stornato, – 2,05 % in termini reali, che ci conferma che il rallentamento dell’economia globale è purtroppo ancora in corso.   Qualche flebile segnale positivo giunge invece dal mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali americani, infatti, non cedono ulteriormente, e restano a quota 1,77 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, invece, cedono 2 bps, e retrocedono a  quota 1,61 %. L’inclinazione della yield curve Usa pertanto si amplia leggermente, ed è oggi pari a 16 bps, un livello certamente non esaltante, ma sufficiente per escludere, almeno a breve, un’ipotesi recessiva per l’economia Usa. Il mercato azionario, come già accennato, ha continuato imperterrito nel suo trend rialzista. ln particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, ha ritoccato, nel solo mese di novembre, per ben 11 volte, i suoi precedenti record storici.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo lunedì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 22.101

Large Traders :  +22.447

Small Traders : – 346

Si riconferma, seppur solo di misura, la favorevole e rialzista configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, sono state davvero esigue, pari a soli 2.688 contratti. In particolare, i Commercial Traders cedono 776 contratti long, e consolidano leggermente l’entità della loro abituale posizione di copertura, Net Short. Entità che rimane comunque moderata e ben al di sotto della loro media storica. I Large Traders, cedono anch’essi 1.912 contratti long, e riducono poco sopra le ventimila unità la loro attuale esposizione, Net Long. Gli Small Traders, infine, del tutto confusi, come sempre, tentano d’inseguire con notevole ritardo il trend rialzista, acquistano infatti l’intero lotto dei 2.688 contratti long, ma inopinatamente non invertono ancora la loro posizione, che resta Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, sono davvero molto limitate ed esigue, e come già detto in premessa, non modificano il precedente quadro della situazione. La configurazione del mercato dei derivati azionari resta infatti quello della precedente settimana. Una configurazione che storicamente ha preannunciato ulteriori rialzi per i mercati azionari. Unica nota di preoccupazione è la possibilità, oggi più concreta di 7 giorni orsono, che gli Small Traders acquistino ulteriori contratti long ed invertano la loro posizione. In tal caso il mercato rallenterà la sua corsa, ma non subirà credo un inversione. D’altronde non c’è bisogno di esaminare il Cot Report per sapere che i piccoli investitori entrano in prossimità dei massimi, ed escono, al contrario, in prossimità dei minimi. Per tale motivo essi sono considerati gli operatori contrarian per antonomasia, e costituisco un ottimo indicatore per le scelte d’investimento degli investitori più accorti. Alla luce di quanto sopra detto, riconfermo, quindi, anche per questa settimana, la mia view rialzista per il settore equity.

View rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo difficile 2019, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 10,52 %. La perdita è ascrivibile alla nostra errata posizione short d’inizio d’anno, nonchè alla successiva estenuante fase di lateralizzazione del mercato. Nel frattempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un guadagno del 26,38 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sotto-performance del 36,9 %. Un incidente di percorso, per un portafoglio che nei precedenti 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua del 16,2 %, e che presenta una equity line in progresso di circa il 150 %. Non perdo, tuttavia, la fiducia in esso, anzi sulla base della pregressa esperienza storica, confido, nei prossimi mesi, di poter recuperare almeno una parte dell’attuale inaccettabile sotto-performance. A tal fine, in coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana modifico leggermente l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dall’ 82,5 all’87,5 % le mie posizioni long, e riduco, nel contempo dal 17,5 al 12,5 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione rialzista pari al 75 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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