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CINA: fuori dalla crisi senza usare l’arsenale
Proprio ieri vi ho illustrato in QUESTO POST il mio pensiero. Ho cercato di raccontarvi il mio punto di vista, con quelle che secondo me sono le chiavi di lettura corrette del mercato. Opinioni personali, sia ben chiaro, che poi lascio in pasto al lettore e alle sue elucubrazioni mentali.
A quanto aggiunto ieri volevo aggiungere un tassello a cui ho già accennato in passato ma che merita una giusta considerazione.
E’ noto ormai l’impatto di politica monetaria e fiscale. Un po’ ovunque nel mondo la liquidità “generata” ha avuto ed avrà un impatto non di poco conto. Ma c’è un paese che è veramente una storia a parte. Parliamo di CINA.
Nella fattispecie dei mercati azionari cinesi che si sono dimostrati straordinariamente resilienti al problema Covid-19. Al fine maggio, l’indice MSCI China, era sceso del 5,0% dall’inizio dell’anno in termini di dollari USA. Per certi versi ci può anche stare, è il primo paese ad essere colpito, il primo ad essere ripartito dopo una cura molto rigida e quindi è l’economia che dovrebbe essere avanti a tutte le altre nel percorso di ripresa. Ma la cosa più interessante è un’altra. Se per far ripartire l’economia si è aperto il borsello spendendo cifre inaudite, sapete cosa ha invece fatto la Cina?
Semplicemente ha fatto poco, tenendo nella faretra tutte quelle frecce che gli altri paesi sono stati costretti a sparare anzitempo.
Ora forse capite come mai sta tornando alta la tensione USA-CINA, perchè quell’arsenale che non ha utilizzato, potrebbe tornare utile per dare il colpo decisivo se mai si piomberà in una grande crisi. E comunque, essere riusciti a ripartire senza l’aiutino, li mette per il futuro in una posizione di indubbio privilegio. (Sulla bontà dei dati cinesi, come sempre, pubblico con beneficio di inventario).
CHINA PMI: la grande ripartenza
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