WALL STREET: qualcosa cambia nel COT REPORT
Dopo tante settimane, gli small traders cambiano atteggiamento. Segno che qualcosa sta cambiando oppure è solo entusiasmo pre Natalizio? (Guest Post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, sui mercati finanziari internazionali, è proseguito il marcato RISK ON in auge, ormai, da circa 4 mesi. A Wall Street ci si avvia, così, a chiudere l’anno in progresso del 28,5 %. Una performance inimmaginabile solo 12 mesi orsono, che riconferma la nostra tesi di fondo, ossia che siamo tuttora addentro ad un mercato toro, di carattere secolare. In molti già alla metà delle attuali quotazioni, ossia a quota 1.600 di S&P 500, parlavano di bolla del mercato azionario. Immagino oggi quale debba essere la loro costernazione. E la posso solo immaginare, essendosi da tempo perse le loro tracce, anche nei commenti di questo blog. Ma non è ancora finita. Questi mercati toro di carattere secolare, infatti, in passato, hanno avuto una durata media di 15 – 20 anni. Quest’ultimo, invece, non ha ancora compiuto il suo undicesimo anno di vita. Quindi se l’assunto è fondato di strada da percorrere ce n’è ancora tanta. Queste tipologie di mercati avvengono di solito dopo l’accadimento di eventi epocali. Ricordiamo il mercato toro secolare post II guerra mondiale, quello post crisi petrolifera dei primi anni ’70. In questo caso l’evento epocale è stato la grande crisi finanziaria dei mutui subprime del 2008. Da allora sono trascorsi 11 anni ed il mondo è molto cambiato. In peggio per molti, soprattutto per noi italiani. Abbiamo infatti dovuto caramente pagare i nostri vizi ed i nostri peccati, ossia l’alto livello di debito pubblico, frutto della corruzione e della malapolitica, ed il conseguente abnorme livello di tassazione, che frena non poco la nostra economia, che stenta a crescere da oltre un decennio, ormai. Non a caso la nostra borsa è l’unica che non si è mai ripresa dal crollo del 2008, e che risulta ancora in perdita, di oltre il 50 %, rispetto ai livelli di allora. Ma guardare il mondo e l’economia dall’ottica italiana è profondamente sbagliato e fuorviante. Come testimoniano, infatti, le quotazioni delle altre borse, gli altri Paesi occidentali hanno da tempo ripreso a crescere, ed in Asia addirittura si corre. Insomma, ormai, il problema è soprattutto nostro.
Considerazioni, quelle sopra illustrate, amare e di carattere generale. Esaminiamo, però, cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Nella scorsa ottava, il dollar index è rimbalzato dello 0,53 %, ed è risalito a quota 97,69. Fugati pertanto i timori di una sua imminente svalutazione. Un buon segnale anche per gli altri mercati. Le commodities lievitano anch’esse dell’1,76 % in termini reali, e sembrano volerci segnalare, per i prossimi mesi, una maggiore crescita economica. Segnali in tal senso giungono, anche, dal mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali americani, infatti, lievitano di 10 bps e raggiungono quota 1,92 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, invece, crescono di soli 2 bps, e tornano a quota 1,63 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si amplia ulteriormente, sino a 29 bps, allontanando ogni ipotesi recessiva per l’economia Usa. Il mercato azionario, come già accennato, continua inarrestabile nella sua corsa. Anche questa settimana sono stati registrati nuovi record storici. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, ha segnato un incremento dell’1,65 %, ed ha chiuso l’ottava alla siderale quota di 3.221,22 punti.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 28.552
Large Traders : + 11.586
Small Traders : + 16.966
Si riconferma, ed anzi, si consolida alquanto, la nuova configurazione lateral-rialzista del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, sono state pari a 16.153 contratti. In particolare, i Commercial Traders, ovvero le MANI FORTI di questo mercato, tirano le briglie ad un mercato forse troppo esuberante, cedono, infatti, l’intero lotto dei 16.153 contratti long, e consolidano non di poco la loro abituale posizione di copertura, Net Short. I Large Traders, operatori notoriamente trend-following, acquistano, invece 1.560 contratti long, e consolidano la loro non esuberante posizione Net Long. In quest’ultima ottava, sono invece gli Small Traders, a mostrarsi particolarmente fiduciosi, acquistano infatti ben 14.593 contratti long, e divengono di colpo gli operatori più esposti. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, ci informano che sul mercato c’è forse un eccesso di confidenza. Vedere infatti gli Small traders, operatori contrarian per antonomasia, fare improvvisamente incetta di contratti long e divenire gli operatori più esposti, non è proprio un bel segnale. Certo, nulla di preoccupante, per ora, ma una pausa nel trend di rialzo, o una lieve correzione sarebbe del tutto auspicabile ed anche salutare. D’altronde credo che il mercato abbia, come al solito, già scontato in anticipo una buona parte dei rialzi attesi. Mi aspetto pertanto un mercato meno esuberante di quello di questi ultimi mesi. Un mercato che rifletta, cioè, i tuttora moderati tassi di crescita dell’economia globale. Nelle attuali condizioni macro i mercati dovrebbero, infatti, statisticamente, crescere dell’8,6 % all’anno, si può pertanto ipotizzare che fra 12 mesi il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, raggiunga quota : ( 3.221,22 x 1,086 ) = 3.498,24 punti.
Moderata view rialzista, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo difficile 2019, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 9,06 %. Perdita quasi interamente maturata nelle prime settimane dell’anno, affrontate in una errata posizione Short, ereditata peraltro dall’anno precedente. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha conseguito un guadagno del 29,66 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sotto-performance del 38,72 %. Un incidente di percorso, per un portafoglio che nei precedenti 6 anni ha conseguito una sovra-performance media annua del 16,2 %, e che presenta una equity line in progresso di circa il 150 %. Non perdo, tuttavia, la fiducia in esso, anzi sulla base della pregressa esperienza storica, confido, nel prossimo anno, di poter riprendere il virtuoso cammino del passato. In coerenza con quanto sopra espresso, questa settimana non muto l’assetto del mio portafoglio, confermo cioè l’80 % delle mie posizioni long, ed il 20 % delle mie posizioni short, ossia una posizione rialzista pari al 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading ed un felice Natale.
LUKAS