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TRUMP: tweet infuocati contro la Cina. Perché gli USA vanno troppo bene
Ormai ne sentivo la mancanza. Un tweet tellurico sulla Cina ci mancava da un po’. E oggi non si è fatto attendere. In una giornata che sembrava cupa in Europa, ecco Donald Trump che tuona sul suo social preferito e torna ad alimentare la trade war.
China is doing very badly, worst year in 27 – was supposed to start buying our agricultural product now – no signs that they are doing so. That is the problem with China, they just don’t come through. Our Economy has become MUCH larger than the Chinese Economy is last 3 years….
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) July 30, 2019
..My team is negotiating with them now, but they always change the deal in the end to their benefit. They should probably wait out our Election to see if we get one of the Democrat stiffs like Sleepy Joe. Then they could make a GREAT deal, like in past 30 years, and continue
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) July 30, 2019
Ma non si ferma qui…
China has lost 5 million jobs and two million manufacturing jobs due to the Trump Tariffs. Trumps got China back on its heels, and the United States is doing great. @AndyPuzder @MariaBartiromo
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) July 30, 2019
Insomma, Trump se ne esce con Tweet aggressivi nei confronti della Cina, che vanno sicuramente a compromettere il buon esito dei colloqui tra USA e Cina appena ripresi a Shanghai.
Per carità, io sono il primo a pensare che non potremo archiviare la questione “Guerra commerciale” serenamente, sia perché la Cina forse mantiene quanto detto i modo ”nebuloso” e perchè gli USA non faranno altro che accusare la Cina di non rispettare i patti.
Ma non solo. Il Presidente ha dichiarato che la Cina va malissimo (mentre gli USA vanno alla grande), e che gli incontri di Shanghai hanno comunque un valore relativo tanto poi è lui a decidere.
DOMANDA
Che diavolo ha in mente Trump? Ormai il ragazzo abbiamo imparato a conoscerlo e allora cerchiamo di capire OGGI se c’è qualche dato macro interessante.
Il PCE deflator di giugno è uscito leggermente sotto attese. Notizia negativa? No, perché è un assist per il meeting FOMC di domani sera. Taglio dei tassi in arrivo.
Invece il Consumer Confidence di luglio ha fatto BOOM. 135.7 vs attese per 125. Sul mercato del lavoro siamo oramai alla piena occupazione. Quindi, in breve, l’economia USA gode di ottima salute, almeno da questi dati. E quindi Trump si sente autorizzato (perché si sente forte) di fare la voce grossa.
E poi sa che stasera la FED stimolerà i mercati. E quindi farà da “contraltare” alle sue minacce che ovviamente il mercato non vede positivamente, anche se più il tempo passa e più ci stiamo abituando…
(…) Mentre il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, e il rappresentante commerciale, Robert Lighthizer, incontrano il vice premier cinese Liu He a Shanghai, Trump è tornato a insinuare quanto fatto nel fine settimana, ossia che la Cina “dovrebbe probabilmente aspettare le nostre elezioni [presidenziali del novembre del 2020] per vedere se viene eletto un democratico rigido come l’addormentato Joe [Biden]. A quel punto potrebbero siglare un grande accordo, come negli ultimi 30 anni, e continuare a sfruttare gli Usa ancora di più e meglio di prima. Il problema nell’aspettare, tuttavia, sta nel fatto che se e quando vinco, l’accordo che [la Cina] otterrà sarà molto più duro di quello che stiamo negoziando ora…o non ci sarà alcun accordo”.
Il direttore di Global Times – un giornale cinese disponibile anche in lingua inglese – ha risposto a Trump con un tweet. Hu Xijin – seguitissimo a Wall Street, perché spesso anticipa quanto viene poi detto da funzionari cinesi – ha scritto: “Quando è ora di negoziare, gli Usa riscoprono il trucco di aumentare la pressione [sulla Cina]. Non è davvero una buona abitudine. Gli americani devono cambiare il loro stile negoziale, mostrare più sincerità e non solo afferrare un bastone. L’ultimo anno e mezzo ha dimostrato che con la Cina [usare il] bastone è inutile”. (…) [Source]
Ne verremo mai fuori? Non adesso. Gli USA si sentono forti e non mollano un centimetro. La Cina ha dimostrato che ce la può fare anche se gli USA remano contro. Vanno malissimo SI FA PER DIRE perché il loro PIL è pur sempre oltre il 6%. Ma tutto fa propaganda. Il teatrino continua e stasera nuova puntata della saga. Ovviamente cambiano gli attori protagonisti, il FOMC.
Cosa si aspetta il mercato? Quantomeno un taglio di 25bp (78,1%) se non addirittura 50bp (21,9%). Se Powell (come spero) sia meno colomba, sentiremo nuovamente i cinguettii dell’amico Trump. Ma avremo modo di parlarne.
STAY TUNED!
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