CINA: Tic Tac Tic Tac… Trump ed effetti sul debito cinese
Negli ultimi giorni siamo ci siamo un po’ dimenticati che il buon Donald Trump ha deciso di mettere il bastone tra le ruote a quello che era considerato uno dei dogmi del nuovo millennio, ovvero la globalizzazione. Andando contro agli accordi internazionali e alle direttive del WTO, si sono messe le basi per quella che è una vera guerra commerciale. Una situazione che ha nel mirino soprattutto una nazione, la Cina, che potrebbe subire conseguenze importanti sotto diversi punti di vista.
Tanto per cominciare, avete mai pensato se il neo protezionismo di Trump possa mettere in dubbio la solidità del colosso cinese?
Tanto per cominciare, ricordiamo che la Cina ha un debito pubblico di 14 trillioni di USD. Nell’effettivo poi il rapporto debito aggregato/PIL potrebbe darci numeri ben peggiori e molto più preoccupanti. E’ palese che il gigante cinese abbia le spalle molto larghe ma qui parliamo di cifre mica da ridere.
(…) The sheer size of China’s debt problem means it is always the focus of obsessive economic commentary. An analyst can predict there might be a massive debt default across the country and another may disagree, citing the high private savings rates. Although there haven’t yet been any signs of a financial shock, the numbers are still unsettling. In 2016, the country’s total debt level had reached 279% of GDP, compared with 147% in 2007. That means, says Morgan Stanley economist Chetan Ahya, that China needs almost six yuan of new debt to grow its nominal GDP by one yuan. (…) [Source]
I numeri che ne derivano sono impressionanti. Già in passato abbiamo parlato dei problemi nella gestione del debito che potrebbe trovarsi a dover gestire Pechino.
E’ palese che i dazi mirano a colpire nel cuore l’export cinese, ma non solo quello. Parliamo anche delle proprietà intellettuali che gli USA (giustamente) vogliono difendere. Tutto questo potrebbe portare ad un peggioramento delle prospettive di crescita della Cina la quale, grazie ad un PIL sempre galoppante, riusciva a finanziarsi ed a gestire il debito.
Il Fondo Monetario Internazionale ha detto qualche mese fa che la crescita economica della Cina potrebbe arrivare al 6,6 per cento nel 2018, un livello top, ma ora potrebbe diminuire fino allo 0,5 per cento se verranno imposte queste tariffe e potrebbe rallentare ancora di più se una guerra commerciale globale si attuerà veramente. Lo 0.5% fa ridere, ma se la percentuale aumenta?
Guardate questo grafico. Il peso dello shadow banking e dei bank loans “seppellisce” volumetricamente la dimensione del debito pubblico.
Ed è proprio questa parte del debito che fa paura, che nessuno conosce nel dettaglio e che non sappiamo come verrà gestita dalla Cina in caso di crisi.
Dite che interverrà Pechino a piene mani e salverà capre e cavoli?
Di certo potrà aiutare, ma difficilmente riuscirà a salvare tutto. Resta il fatto che come già detto mille volte, Trump ha rotto degli equilibri. Molti verranno ricostruiti e “ricalcolati”, MA per altri, che erano “border line” la questione di fa più difficile. E l’effetto domino è sempre in agguato.
Intano la borsa cinese, ridendo e scherzando, non la sta prendendo molto bene. Ma al momento nessuno ne parla…
Grafico China A50 Index by TradingView
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