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BITCOIN: indicazioni su come comprare, gestire e custodire le criptovalute

Scritto il alle 11:11 da Marco Dal Prà

Oggi vi vorrei parlare di alcuni aspetti pratici di bitcoin e di come se ne gestisce la custodia. In un momento di grandi preoccupazioni per la sorte dei propri risparmi, eccovi qualche accenno su come funziona il mondo delle criptovalute, un mondo dove i propri “averi” non potranno mai sparire a causa del fallimento di una banca o di un governo.

Un concetto importante

Prima di proseguire con tecnicismi e aspetti pratici, mi pare importante ribadire un concetto che è fondamentale quanto nuovo nella cultura umana : il concetto della proprietà privata assoluta.

Vi sembrerà una riflessione quasi eccessiva, ma le cose stanno proprio così : i token depositati in una blockchain, possono essere “spostati” solo e soltanto da chi possiede la relativa password e non esiste un passepartout che permetta a qualcun altro di rubarli o confiscarli.

Pertanto sono vostri in senso assoluto, un concetto che non esisteva prima di bitcoin; un concetto talmente forte che se la password viene persa, quelle “monete” sono perdute per sempre.

La protezione matematica della blockchain, infatti, non permette di “forzare” le password, quindi al grande vantaggio di essere gli unici proprietari di un bene digitale, si affianca lo svantaggio di dover custodire responsabilmente i codici di accesso (nel gergo, le chiavi private).

Argomento nuovo che sarà certamente base di discussione per avvocati ed esperti legali.

Ciò premesso, vediamo ora con bitcoin come si svolge l’operazione equivalente  all’apertura di un “conto corrente” (cosa che è similare con quasi tutte le altre criptovalute).

 

Partiamo con il Wallet

Per possedere delle criptovalute, oltre che acquistarle da chi le possiede oppure da chi le ha coniate di nuove (i minatori) è necessario dotarsi un un software per la loro gestione, anzi, di una App.

E’ tutto piuttosto semplice: per attivarla ci vogliono pochi minuti, stando tranquillamente seduti a casa nel proprio divano. Nessuna coda allo sportello. Nessun documento da consegnare. Nessun modulo da compilare.

Basta scaricare sul proprio smartphone una applicazione, generalmente gratuita, che funge da “portafoglio digitale” ed il gioco è fatto. Un vantaggio enorme se confrontato con i tempi e la burocrazia necessaria per aprire un conto corrente bancario.

Un esempio è l’italiano Altana di Inbitcoin, ma ce ne sono moltissimi altri, che trovate ad esempio nel sito bitcoin.org.

Ma ecco il piccolo…. particolare.

Al momento dell’installazione, infatti, il software vi proporrà una sequenza di 12 parole, generando in modo casuale la vostra chiave privata.

Questo “codice d’accesso” costituisce praticamente l’unica chiave per accedere alla cripovaluta depositata in quel determinato “conto”, pertanto non deve essere assolutamente perso. E’ indispensabile, ad esempio, se rompete o perdete il cellulare, perchè con la chiave privata si torna in possesso dei propri bitcoin, da un qualunque altro PC.

Se invece la perdete del tutto (e perdete anche il cellulare), quei bitcoin sono immobilizzati per sempre nella blockchain. Niente e nessuno potrà mai spostarli.

Persa la password, persi i bitcoin. Idem con Ethereum e le altre criptovalute.

 

Ripeto il concetto

Le banche di oggi sono dei server che tengono traccia di numeri che sono movimenti di denaro tra conti correnti; in una criptovaluta come bitcoin il concetto è molto simile, soltanto che il “server” è replicato centinaia di volte tra tutti i volontari che in giro per il mondo hanno scelto di mettere un PC a servizio della collettività.

Il wallet sul cellulare non fa altro che generare un “numero di conto”, che nel gergo si chiama “chiave pubblica”, ed la chiave di accesso per impartire gli ordini di pagamento (la chiave privata), ma non tiene memorizzati i bitcoin.

Questo è un vantaggio perchè se il cellulare si rompe in realtà non succede nulla :  i bitcoin restano memorizzati nel “database” distribuito tra tutti i server della rete (la blockchain) e da lì non si muoveranno.

Potete anche imparare a memoria la chiave privata e cancellare il wallet : i vostri bitcoin rimarrebbero comunque al loro posto fintanto che non reinstallate un wallet e ricaricate la vostra vecchia chiave.

Lo smartphone in quel caso, interrogherà la blockchain e ritornerà a farvi vedere il vostro saldo. Anche un mese dopo, anche in un altro paese del mondo.

La blockchain non ha confini nè temporali nè geografici, pertanto i bitcoin restano sempre vostri. Ovunque e comunque.

 

Il rovescio della medaglia

Naturalmente vale anche il problema contrario, cioè oltre alla necessità di non perderla, la chiave privata non deve essere fatta vedere a nessuno, nè dobbiamo farcela rubare.

La custodia è quindi un problema. Dove mettere una copia della chiave privata ? Su un foglio di carta oppure su una chiavetta usb ? Sotto al materasso oppure in una cassetta di sicurezza ?

Le soluzioni sono centinaia, ma in ogni caso ci si deve prendere la responsabilità della integrità e sicurezza delle proprie chiavi di accesso.

Una soluzione per evitare il furto dei fondi potrebbe essere di usare un Wallet a doppia firma, ad esempio quella di vostra moglie o del vostro socio, detto multisig, ma risolve solo alcuni dei problemi. Vediamo quindi delle altre soluzioni

 

Hardware Wallet

Un primo sistema per dormire sonni tranquilli, è quello di acquistare una speciale pen drive USB dove memorizzare la chiave privata del vostro wallet. Questi dispositivi stanno sperimentando una costante evoluzione e garantiscono una sicurezza senza pari.

I due più noti e collaudati sono il Trezor (trezor.io/) e il Ledger Nano (www.ledger.fr), che ho anche potuto provare. Gestiscono numerose criptovalute e garantiscono sicurezza e riservatezza.

Per contro si perde in praticità e si devono seguire procedure molto macchinose rispetto ad un comune wallet che opera su Smartphone come ad esempio Jaxx (ma che ovviamente offre un livello di sicurezza molto basso).

Certo, la scelta di cosa usare dipende dalle cifre che dovete gestire. Il wallet classico su smartphone può andare bene se usato come la comune carta di credito o il bancomat, mentre se si hanno valori importanti, direi oltre i 1500 Euro, che tipicamente restano immobilizzati per tempi più lunghi, meglio procurarsi uno di questi dispositivi.

Si acquistano con meno di 100€ direttamente presso i siti dei produttori.

Attenzione !

E’ assolutamente da evitare l’acquisto tramite altri canali, diversi dal produttore. Sono capitate vendite truffa su shop online di primissimo livello (non posso fare nomi).  IN pratica venivano venduti dispositivi “taroccati”, che al primo deposito di criptovalute hanno svuotato il conto dell’ignaro cliente.

 

Servizi di Custodia

Se non volete essere voi la vostra banca, un’alternativa è quella di rivolgersi ad aziende che offrono il servizio di tenuta delle chiavi private dei vostri bitcoin o di altri critpovalute; esempi di portali di custodia piuttosto noti (ma che non ho avuto l’opportunità di provare)   sono GeminiKingdom Trust, o Bitgo . Probabilmente a breve ci arriverà anche Bakkt, ma presumo che ormai sarà per il 2019.

 

Exchange

Infine parliamo del posto più comodo dove lasciare le criptovalute : gli exchange.

Il più famoso è Coinbase, ma ce ne sono moltissimi altri come ad esempio Bitfinex, Bittrex, Binance, Bithumb, Bitstamp, Kraken, Okex e l’italiano The Rock Trading.

Questi cambiavalute sono il primo luogo dove un utente si trova ad avere a che fare con le criptovalute, visto che ci deposita i propri Euro o altra valuta “fiat” per acquistare le cripto.

A questo punto con le cripto si possono fare tre cose : si spostano in un wallet (quelli che ho citato nei capitoli precedenti, software o hardware), oppure li si spostano in un sito di custodia, oppure si lasciano nel proprio “conto” nell’exchange, usandolo come una comune banca.

Qui alla praticità si contrappone un problema, quello della sicurezza dell’exchange stesso; fin da quando è nato bitcon, infatti, molti exchange sono stati “bucati” e le criptovalute che avevano in gestione sono state rubate, con furti da capogiro che nel settore bancario non si sono mai visti. Ecco quindi che molti dubbi restano, soprattutto perché i protocolli di sicurezza sono ancora nuovi e poco collaudati.

L’Exchange inoltre non ha obblighi di requisiti patrimoniali e potrebbe fallire in qualunque momento; qualcuno inoltre accusa gli exchange di comportarsi come le banche tradizionali, cioè di fare la “classica” riserva frazionaria.
Proprio per questo motivo, la scelta di usare Wallet oppure servizi di custodia delle proprie chiavi private è molto più affidabile rispetto che lasciare le proprie criptovalute nell’Exchange.

A favore degli exchange c’è comunque da ricordare che i conti correnti in criptovalute sono visibili a chiunque, in tempo reale, compresi quelli degli exchange stessi (qui sotto trovate quelli di Bitfinex ed alcuni conti più importanti in Bitcoin).

Quindi, a differenza del mondo bancario, gli exchange devono stare attenti a come si muovono perché quello che fanno è di pubblico dominio : per certi versi sono controllati dai loro stessi utenti.

Provate ad entrare in banca e a chiedere quanti soldi hanno in quel preciso istante…..

Tutta un’altra storia.

 

 

Due Esempi di Trasparenza degli Exchange

http://blog.bitfinex.com/announcements/response-to-online-rumours/

https://bitinfocharts.com/top-100-richest-bitcoin-addresses.html

 

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