BITCOIN: per le criptovalute UE decide NULLA. Si rinvia al 2019
Ormai il Bitcoin e le criptovalute in generale sono diventate protagonista, su questo blog, di tantissimi articoli. Il motivo è molto semplice. Cerchiamo di dare informazione su ‘”asset class” (se così possiamo definirla) che sta muovendo l’interesse delle masse, che deve ancora trovare un equilibrio ma che resta indubbiamente interessante per il futuro.
La settimana scorsa ho scritto un post (CLICK HERE) che non voleva essere una minaccia ma che aveva come obiettivo informarvi su una data importante, ovvero quella di ieri, lunedì 25 febbraio, data in cui l’UE doveva pronunciarsi sulle criptomonete.
Ed ecco il responso.
Nessuna regolamentazione del Bitcoin prima del 2019. E’ la decisione emersa dal primo tavolo tra la Commissione europea, i regolatori, i supervisori e gli esperti del settore prevista oggi a Bruxelles. L’intenzione è quella di valutare le conclusioni del G20 in programma a Buenos Aires il prossimo luglio dove appunto si cercherà una strategia comune tre le “potenze” mondiali per inquadrare dal punto di vista normativo le valute digitali. (…)
La notizia rappresenta per gli europei che investono in Bitcoin & Co. un importante elemento di tranquillità. Quantomeno fino a luglio non ci saranno limiti e vincoli sull’operatività, anche se poi reali disposizioni potrebbero arrivare NON prima del 2019. E difatti la reazione del mercato si è subito fatta sentire.
Grafico Bitcoin BTCUSD via Tradingview
Queste sono le SEI conclusioni a cui è arrivato oggi il tavolo di discussione:
(…) La prima è che la tecnologia blockchain è “promettente per i mercati finanziari”: “Per restare competitiva l’Europa deve incorporare questa innovazione”, ha detto Dombrovskis. (…)
Ora siate onesti. Questa affermazione cosa significa? Che qualcosa di buono nella blockchain c’è e sulle criptovalute al momento è tabù pronunciarsi anche per la palese concorrenza al mondo delle banche centrali
(…) Secondo: le criptovalute sono diventate oggetto di una “speculazione considerevole e ciò espone consumatori e investitori a rischi sostanziali incluso il rischio di perdita dell’investimento”.
Terzo: gli allarmi su tali rischi “sono importanti” e riguardano in prospettiva anche l’Europa che finora non è stata toccata.
Quarta conclusione: le Initial Coin Offerings sono diventate un modo per le imprese innovative nel settore per raccogliere ammontari significativi di finanziamenti e questa, indica la Commissione europea, “è una opportunità” che però va valutata alla luce dei rischi derivanti dall’assenza di trasparenza sull’identità degli emittenti e i piani di business sottostanti. (…)
Ok, le motivazioni due-tre-quattro sono di una banalità sconcertante. Definiamole come prese d’atto di cose talmente ovvie… Vabbè…
(…) Quinta conclusione: va valutato approfonditamente in quali circostanze le criptovalute e i servizi connessi devono essere coperti dalla regolazione esistente sia a livello nazionale che a livello europeo. (…)
Qui la situazione si fa MOLTO più intensa, visto che si parla di NECESSITA’ di regolamentazione. Ma si parla di una regolamentazione che deve essere INTERNAZIONALE ed è per questo che si decide di rinviare quantomeno la discussione al G20 in Argentina. Ma sarà il posto giusto per un argomento così delicato?
(…) Sesta conclusione: i cripto-asset presentano dei rischi relativi al riciclaggio di denaro proveniente da attività’ illecite e al finanziamento delle attivita’ illegali (terrorismo compreso). Ecco il motivo per cui la Commissione ha proposto che gli scambi in monete virtuali e i fornitori di wallet siano soggetti alla direttiva sul riciclaggio sulla quale è stato raggiunto un accordo tra i co-legislatori europei. (…) [Source]
Perfetto, decisione che al momento vale come il DUE di picche in quanto è una proposta che deve essere condivisa e poi soprattutto applicata. Insomma, tanto per intenderci, ben poco di concreto e tutti, investitori, speculatori, riciclatori, trafficanti internazionali ecc possono tirare un sospiro di sollievo.
STAY TUNED!
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