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TRUMP vs YELLEN: il bazooka abbatte la colomba?
Cercare la volatilità nelle asset class più tradizionali (vedi bond, equity o commodity) non è spesso facilissimo. Il VIX è compresso a livelli sempre risibili e malgrado tutto anche sul mercato dei bond i prezzi sono abbastanza stabili. Chi invece si muove in modo più generoso è proprio il forex. Ormai ne stiamo parlando da giorni, il Dollaro USA torna protagonista quantomeno come asset class più volatile. Già ieri ne abbiamo parlato in più articoli (vedi quello del Punto G oppure quello sul sell di Citigroup), e oggi torneremo di nuovo sull’argomento visto che proprio ieri sono successi due fatti molto interessanti che vedono come protagonisti due personaggi, da mesi protagonisti di queste pagine.
In primis lei, Janet Yellen, che non ha perso la verve degli ultimi incontri e parlando all’associazione degli economisti di business Nabe, ha accentuato una cautela già trapelata durante l’ultimo vertice della Fed il 19 e 20 settembre.
(…)La Federal Reserve è stata colta di sorpresa dalla debolezza dell’inflazione, che oggi si dimostra maggiore di quanto non avesse immaginato. E questa protratta fragilità consiglia una nuova prudenza e gradualità nei rialzi dei tassi di interesse americani. Janet Yellen, il presidente della Federal Reserve, è tornata ieri sul grande “mistero” della longeva espansione: le deludenti pressioni sui prezzi. E ha ammesso esplicitamente che la Banca centrale non ha spiegazioni convincenti per questo tallone d’Achille ma deve riconoscere la possibilità di essersi davvero sbagliata, d’esser stata troppo ottimista su una prossima e salutare riscossa verso gli enunciati target ideali del 2% l’anno. (…) (Sole)
Quindi in parole povere, la FED potrebbe essersi sbagliata. Ma è altrettanto vero che sarebbe sbagliato mantenere i tassi fermi al livello attuale fino a quanto non è raggiunto il target del 2%. Quindi nulla osta verso un progressivo inasprimento dei tassi di interesse. Dicembre nel mirino. Questa notizia alla fine risulta neutra, in quanto è pur vero che si conferma l’aumento dei tassi progressivo, ma dall’altra ci suggerisce una cosa (ed il fatto che la Yellen lo abbia detto esplicitamente non è da sottovalutare): le stime macroeconomiche sono state fatte in modo troppo positivistico. Quindi c’è il concreto rischio di una nuova frenata dei prezzi, e magari di un raffreddamento economico. Ma i tassi, comunque, dovranno essere alzati, anche per evitare un surriscaldamento con rischio di bolle speculative (per fortuna che oggi questo rischio non c’è , vero? Heheheheeh).
Debt deflation, do you remember baby?
E se la Yellen risulta neutra, molto meno neutro è il mitico Donald Trump, il quale preannuncia, per domani, una politica fiscale (tanto attesa dai mercati) che definisce…TREMENDA. Eccovi i flash da Bloomberg:
*TRUMP: VERY COMPREHENSIVE REPORT ON TAX REFORM IS COMING
*TRUMP: WILL CUT TAXES FOR MIDDLE CLASS `TREMENDOUSLY’
Risulta chiaro che Trump vuole stupire il mercato con una manovra fiscale che poi dovrebbe ridare slancio ad inflazione e consumi. Quindi, grazie a queste parole, Trump “surclassa” Yellen e torna a far rafforzare il Dollaro USA. Molto probabilmente riuscirà nell’intento di stupire gli americani, visto che molto probabilmente sarà una manovra fatta su misura per i “ricchi”. Il piano prevede un taglio drastico delle tasse per multinazionali e cittadini benestanti, una misura con cui saranno premiati solo alcuni scaglioni della classe media e con cui verranno invece punite le famiglie di alcuni Stati governati dai Democratici come New York e New Jersey.
(…)Una riforma che potrebbe da una parte ridurre l’aliquota sulle imposte sulle società – la misura incentiverebbe le multinazionali che realizzano grande parte dei loro guadagni all’estero, e che detengono poi il contante a livello internazionale, a riportarlo negli Stati Uniti – e dall’altra introdurre un’esenzione dall’imposta sul rientro dei capitali all’estero per grosse società. Gli analisti di Citigroup hanno stimato che le società americane detengono all’estero cifre enormi pari a 2,5 miliardi di dollari. (…) [WSI]
Il bazooka fiscale di Trump come verrà presentato? Mah… non è il problema del come ma di chi lo vota. Infatti il rischio che il tutto venga bocciato dal Congresso non è da sottovalutare. E difatti proprio ieri sera, indovinate che cosa è nuovamente successo…
(…) Senatori repubblicani di nuovo in imbarazzo al Senato: la Camera Alta non voterà la legge Graham-Cassidy per l’abolizione della Obamacare, la riforma sanitaria voluta nel 2010 dal predecessore di Donald Trump, Barack Obama. Riforma che il capo della Casa Bianca in campagna elettorale aveva messo nel mirino come prima legge da abrogare. Lo ha annunciato il capo della maggioranza Mitch McConnell. (…) [Stampa]
Et voilà, ennesima bocciatura della revisione/abrogazione della Obamacare. Questo potrebbe essere un problema per l’economia USA, per la Yellen indirettamente e anche per il Dollaro USA dall’altra. Come vedete carne al fuoco ce n’è tanta. La cosa da fare, in questi casi, cercare di assecondare il mercato. Prendere delle posizioni decise è molto rischioso. Basta che qualcosa vada storno, e le direzioni prese possono diventare “dominanti”. Intanto c’è da domandarsi la credibilità di Trump, e non solo in ambito di politica estera. Se il Congresso gli naviga contro, cosa potrebbe succedere.
Allacciate le cinture, il gioco inizia a farsi interessante. Fino ad oggi i mercati andavano avanti con il pilota automatico. Oggi i tempi stanno cambiando. Non ve ne siete ancora resi conto? Abbiate un attimo di pazienza e lo toccherete con mano.
STAY TUNED!
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La tua stima è sempre importante per me…. 😀
Grazie comunque dei tuoi commenti, ci sta che siamo in disaccordo sennò…non ci sarebbe mercato. Anche perchè sei sicuramente molto più bravo di me quindi le tue critiche ci stanno.
A presto!
E’ tutto il contrario e ovviamente sei dalla parte sbagliata come sempre. Qui è la colomba che ha fatto a fettine il bazooka ed il mercato te lo dimostra! Siamo pronti alla salita verticale dei mercati.