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ALL IN sull’azionario Europa che vuole recuperare il tempo perduto

Scritto il alle 08:23 da Danilo DT

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Ormai è evidente che ci siamo detti già un po’ tutto. Il mercato è pregno di rischi latenti che non sono ponderati. Questo può servire per la cronaca ma, per i portafogli e le performance, interessa poco visto che Wall Street non fa altro che macinare nuovi massimi.

In moderata ascesa Wall Street dove l’indice Dow Jones si è apprezzato dello 0,41%, lo S&P 500 circa dello 0,4% e il Nasdaq dello 0,46%. Per questi ultimi due si tratta dei nuovi livelli record.

A sostenere le borse sono stati soprattutto i prezzi del petrolio, che sono saliti circa del 2% con il Wti a 48,85 e il Brent a 51,8 dollari al barile. Russia e Arabia Saudita, principali produttori di greggio al mondo, hanno detto di voler prorogare l’intesa sul taglio della produzione per stabilizzare il mercato e ridurre le scorte commerciali di petrolio alla media degli ultimi cinque anni. Prima della prossima riunione dell’Opec, in programma per il 25 maggio, è prevista una consultazione anche con gli altri Paesi produttori. (MF)

Si sa, è una questione di sentiment, L’ottimismo va a gonfie vele e spinge il denaro, che dio certo non manca nel mondo della finanza, verso l’azionario. Sempre e solo Wall Street? Questa volta no.
Per carità, la borsa USA non viene certo ignorata (altrimenti come giustificare i nuovi massimi?). Nel complesso si tratta del flusso positivo più significativo da ottanta settimane a questa parte ($8,8 mld) e anche del flusso più consistente sulle azioni europee ($6,1 mld).

equity fund flow europe 2017
Tutti i timori del cosiddetto “rischio sistemico” vengono cancellati dalla vittoria di Macron che, questo è vero, cancella o forse solo rimanda il rischio della Euroframmentazione, ma di certo non risolve le mille magagne a cui siamo potenzialmente soggetti.
E se da una parte il cosiddetto “Macronomics” riempie di fiducia gli investitori in Europa, dall’altra abbiamo pur sempre un “Trumponomics” che fa acqua da tutte le parti, in cui il mercato, per ora, ha ancora una fiducia quasi cieca.
Cosa importa che c’è il rischio di un nuovo Watergate. Fin che la barca va, lasciamola andare. La liquidità, come detto, è la regina assoluta, questi soldi devono pur essere investiti da qualche parte, e fintanto che il mercato ci crede, tutto continua imperterrito al rialzo e l’Europa, rimasta indietro rispetto ad altre piazze azionarie, ha tutte le intenzioni di recuperare il tempo perduto.

Viviamo alla giornata, e la totale impermeabilità del mercato a qualsiasi evento può solo dire due cose. La prima: la convinzione degli investitori resta forte anche se è il retail, come detto, a farla da padrone. La seconda: il non ponderare nulla è un segnale secondo me estremamente pericoloso. Non c’è rischio, non c’è missile lanciato per gioco, non c’è attacco hacker, non c’è Watergate che regga il confronto con il sentiment. Appunto, finchè dura.

Riproduzione riservata

STAY TUNED!

Danilo DT

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9 commenti Commenta
adsodimelk
Scritto il 16 Maggio 2017 at 08:44

Se tu se positivo allora è quasi l’ora di uscire dal mercato.

john_ludd
Scritto il 16 Maggio 2017 at 11:10

il 100% delle azioni è sempre posseduto da qualcuno in qualsiasi istante. Se uno compra, vuol dire che un altro vende e in cambio ottiene il cash del primo. Quello che si ha è una modifica del valore contabile complessivo dell’azionario, se sale dello zero virgola ecco i nuovi flussi, se scende dello zero virgola, i flussi sono in uscita. E’ un sistema chiuso. Sarebbe diverso se azioni di nuova emissione entrassero in negoziazione, il che non avviene, anzi avviene il contrario dato che i buybacks le azioni vengono ritirate valore contabile delle rimanenti. NON ESISTE IL MITICO CASH ON THE SIDELINES, è solo ed esclusivamente una questione contabile, un gioco dove vince chi esce per primo e perde chi esce dopo. Ora qual’è il rapporto tra valore nozionale del cash disponibile e il valore contabile di tutte le azioni sul mercato ? Ecco appunto.

Scritto il 16 Maggio 2017 at 12:49

ad­so­di­melk@fi­nan­zaon­li­ne,

Hahahaahahah! Io non sono positivo. Subisco il trend del mercato come bisogna fare e non mi ci metto contro. Solo questo.
john_­ludd@fi­nan­za,

Scritto il 16 Maggio 2017 at 12:51

john_­ludd@fi­nan­za,

NON ESISTE IL MITICO CASH ON THE SIDELINES >>> vero, come è vero che non esiste un valore “giusto” per un’azione. Chi può dire con certezza che il titoli ALFA ha un “Prezzo giusto” a 5, 10 o 30?
Nessuno, inutile dilungarsi nel come quali sono i fattori che ne generano il prezzo.
Teoria. Ma finchè la fiducia regge…

idleproc
Scritto il 16 Maggio 2017 at 13:15

Danilo hai ragione ma l’approccio di John, è diverso, è sistemico ed è su questo lato che sta secondo alcuni, irrisolto ed aggravato, il problema.
Poi bisogna, come tutti, campà sul brevissimo, cosa obbligatoria direi.

john_ludd
Scritto il 16 Maggio 2017 at 14:42

id­le­proc@fi­nan­za,

Da­ni­lo DT,

CAPITALE REALE: terreno arabile sia inteso in m2/procapite sia inteso come qualità, ovvero quanto fertilizzante addizionale serve per ottenere la stessa resa di 10 anni prima per m2; energia, intesa transitoriamente come qualità della stessa ovvero quanta energia si consuma per produrne di nuova, in seguito energia assoluta pro/capite; acqua potabile, intesa come quantità soprattutto nelle regioni ad alta intensità demografica; acqua per irrigazione, soprattutto il livello delle faglie freatiche; patrimonio ittico, il pesce insieme al riso è il principale alimento al mondo; etc…

TUTTO IN CONTRAZIONE E IN ACCELERAZIONE. I prezzi attualmente bassi sono un falso segnale inviato dalla politica delle banche centrali che avendo portato il costo del denaro a zero ne hanno anche azzerato il valore inteso come capacità si segnalare abbondanza o scarsità. Dunque si procede a estrarre risorse sotto costo in quanto basta assicurare il flusso degli interessi, si produce grano sotto costo basta ipotecare i terreni etc… In questo modo si esaspera il PARADOSSO DI JEVONS e si accelera l’esaurimento dei depositi naturali. Senza un segnale appropriato non c’è modo di rendersi conto della realtà, salvo quando è tardi e si verifica un passaggio di stato.

CAPITALE FINANZIARIO:
valorizzazione contabile di titoli di varia natura e denominazione che dovrebbero poi essere convertiti in capitale reale dato che è quello che serve per produrre e mangiare. Dunque il patrimonio finanziario, per quanto mal distribuito, acquista sempre meno quote di capitale reale. Essendoci uno sfasamento temporale di anni o anche decenni tra accumulazione del primo e richiesta e consumo del secondo, ne risulta un’illusione di ricchezza che non è certo una novità nella storia del genere umano. Solo che stavolta è globale e globale sarà il riequilibrio.

TUTTO IN AUMENTO ESPONENZIALE

Scritto il 16 Maggio 2017 at 15:03

john_­ludd@fi­nan­za,

L’eccellente e realistico (per chi ha una concezione della realtà non troppo distorta da quanto avvenuto negli ultimi anni che crea ricchezza illusoria) commento di John può tranquillamente sintetizzarsi con una frase, che lui stesso dice e che va alla fine a spiegare cosa accadrà…
Voi mi direte: “certo ricordati che devi morire”.
In realtà qui è una questione di equilibri che sono stati lesi e che , prima o poi, riprenderanno il sopravvento.
I miei vari “alert” lanciati hanno questo fine. Poi per carità, se credete che il mondo perfetto sia questo e che la ricchezza artificiosa possa fare tutti ricchi per tempo indefinito, allora prego, accomodatevi pure e salire corposamente sulla giostra!!!

Dunque il patrimonio finanziario, per quanto mal distribuito, acquista sempre meno quote di capitale reale. Essendoci uno sfasamento temporale di anni o anche decenni tra accumulazione del primo e richiesta e consumo del secondo, ne risulta un’illusione di ricchezza che non è certo una novità nella storia del genere umano. Solo che stavolta è globale e globale sarà il riequilibrio. cit. John_Ludd

Scritto il 16 Maggio 2017 at 15:04

>>>> That’s All, folks!

albertopletti@gmail.com
Scritto il 16 Maggio 2017 at 15:31

Le borse salgono, le borse scendono. Anche un mercato toro ha bisogno di tirare il fiato. C’è tanta liquidità, ma questo non implica che si salirà e basta. L’Italia ora è l’anello debole dell’Europa: al prossimo tiro di fiato del mercato sarà il Belpaese ad essere importante: l’anello più debole è anche il più forte, perchè può spezzare la catena. Il motivo è il solito debito pubblico e tutto il resto. Ma attenzione: se si intravedono miglioramenti per le banche, il Mib poi parte e conferma (e poi amplia) il rialzo che c’è stato sino a ora. E le banche ne escono soprattutto se gli affari girano e cioè se tornano gli investimenti. Vedremo.

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