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DOLLARO USA: fuga dai derivati!
Veramente molto curioso il quadro che mi ritrovo davanti analizzando i derivati sul forex inerenti la moneta unica, ovvero l’Euro. E siccome il mercato è comandato dal cross EUR USD, diventa ovvio trarre delle conclusioni sul cross Euro contro Dollaro USA.
Guardate questo mio grafico (perdonatemi se insisto sempre coi grafici ma spesso essi rappresentano la prova di quanto sostengo, magari sbagliando, ma con dei dati a corredo).
In bianco l’andamento del cross EUR USD. E visibile, dal 2014, un evidente rafforzamento che porta la moneta USA quasi alla parità contro Euro.
In rosso e verde invece vedete l’esposizione pro o contro Euro del mercato. Risulta quindi normale, in un mercato che “spinge” molto sul Dollaro USA, ritrovarsi con un’esposizione SHORT contro Euro molto marcata.
Guardate invece che cosa sta accadendo.
Cross EUR USD vs esposizione pro/contro Euro
Praticamente l’esposizione short contro Euro è stata azzerata. E allora questo cosa significa? Gli speculatori non sono più convinti del rafforzamento del dollaro USA, visto che hanno chiuso tutti gli short? Le parole di Trump hanno fatto la differenza, addirittura oltre le logiche di carry trade e di differenziale di rendimento?
(…) Il dollaro “sta diventando troppo forte e in parte è colpa mia perché la gente ha fiducia in me”. Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in un’intervista al Wall Street Journal. Dichiarazioni che non sono passate inosservate dal mercato e che hanno alimentato un’ondata di vendite sul biglietto verde sul valutario.
“Il dollaro forte, ovviamente, potrebbe creare dei problemi all’economia americana. È molto, molto difficile – ha continuato Trump – competere quando si ha una valuta forte e altri paesi svalutano” (…) (WSI)
Fiducia in Trump? Forse negli effetti di quella che dovrebbe una politica fiscale senza precedenti che necessita conferme. E forse si inizia anche a temere una manipolazione valutaria proprio da parte di chi incolpa gli altri paesi definendoli degli “svalutatori”. Intanto però incuriosisce questa strana divergenza, viste anche le logiche sulle previsioni dei tassi negli USA.
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