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ESCAPE to the RISK! (…ma con moderazione)
Quasi sottovoce, in ambito intermarket, notiamo che qualcosa sta cambiando. Ed è interessante vedere che sta tornando progressivamente un po’ (sempre poco, sia chiaro) di percezione di rischio.
Non possiamo parlare di un “fly to quality” generalizzato, ma di certo il clima sta cambiando. Ed è già cambiato due volte da quando Trump è diventato presidente degli USA.
Escape and back to the Risk
Dopo la vittoria di Trump, il mercato prende fiducia, scende l’oro, scende lo Yen ed iniziano a salire i rendimenti dei govies. Poi progressivamente il clima inizia a cambiare. Il mercato obbligazionario resta in balia degli eventi, dell’inflazione e degli outlook delle banche centrali, ma l’oro e lo yen progressivamente ricominciano a rafforzarsi, fino ad oggi, quando torniamo nuovamente ai livelli visti nei giorni delle elezioni.
Chi manca all’appello? Al momento il mercato azionario. La sua correzione non è ancora invasiva, si tratta di una banale presa di profitto e quindi in questo quadro progressivamente un po’ più RISK OFF, l’equity risulta ancora forte.
In contrasto anche con gli indicatori di rischio più GLOBALI di cui vi avevo parlato qui.
Anche perchè continuano copiosi i flussi di denaro sull’equity, vista la INGENTE quantità di liquidità sul mercato. E quindi se arriva denaro, gli indici sono alimentati da benzina sempre nuova. E solo una cosa può far cambiare le carte in tavola. Una crisi di fiducia, ed è proprio quello che si vuole evitare a tutti i costi. Si va quindi ben oltre alla semplice crisi geopolitica che ormai è vista (quando di queste dimensioni) con lo stesso peso della cronaca rosa.
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