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BCE: i tassi possono salire prima del tapering e della fine del QE
Nel corso degli ultimi anni si è sempre cercato di mantenere un certo “ordine” nella gestione della politica monetaria, proprio perchè l’incertezza è nemica dei mercati. Si è fatto quindi di tutto per dare quella percezione di stabilità, coesione e coerenza.
Ma questi elementi, negli ultimi tempi, si stanno un po’ sciogliendo come la neve al sole.
Prendiamo ad esempio le dichiarazioni di Nowotny, membro della BCE.
Fa sicuramente effetto sentir dire che…
(…) la Banca centrale europea potrebbe scegliere una strada diversa da quella della Federal Reserve nel suo percorso di uscita dall’accomodamento monetario, ha spiegato Nowotny in un’intervista all’Handelsblatt, ricordando che la Fed ha prima posto fine al programma di acquisti di asset per poi iniziare ad alzare i tassi di interesse, ma questo modello potrebbe non adattarsi bene in Europa.
Le parole del banchiere confermano le indiscrezioni di stampa di qualche giorno fa che ipotizzavano per l’Istituto di Francoforte un percorso diverso di uscita dalle politiche di denaro facile rispetto a quello della Banca centrale americana, con un possibile aumento del costo del denaro prima dello stop al Qe. Inoltre Nowotny ha affermato che la Bce potrebbe decidere di non alzare tutti i tassi di interesse contemporaneamente. Per il numero uno della Banca centrale austriaca, Francoforte potrebbe infatti scegliere di far salire quello sui depositi, attualmente a -0,40%, prima di quelli di rifinanziamento. (Source)
Quindi ecco la novità. Possibile un aumento dei tassi prima ancora del tapering. Una notizia sconvolgente? A proprio per nulla, sono che, come spesso accade, i media tendono a fuorviare.
A parlare di questo argomento è stato proprio il sottoscritto in questo articolo del 9 marzo.
BCE: ma ha ancora senso avere tassi negativi?
In effetti il tratterebbe di “normalizzare” almeno una parte dei tassi BCE che ancor oggi sono a livelli negativi. Inoltre tale mossa servirebbe anche ad aiutare il conto economico delle banche visto che si tradurrebbe in una riduzione della tassa che le banche pagano alla Bce. Visto che di tassa si tratta, essendo un costo vivo da pagare per depositare il denaro. Così recita Equita:
(…) “Ipotizzando che l’euribor aumenti da -0,35% a zero per il settore avremmo, secondo le nostre simulazioni, un impatto positivo sul margine di interesse del 3% e sull’utile netto del 7-8% “. (…)
Beh, scusate se è poco. E credo che andare a confondere il tasso sui depositi col tasso BCE sia un grosso errore. Sul primo un intervento è secondo me dovuto, sul secondo invece i tempi saranno ancora lunghi. Sempre che i mercati lo permettano.
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STAY TUNED!
Ciao DT!…fosse vero! il fatto è che anche nei nostri uffici, come altrove, di ipotesi su cui impostare proiezioni di segno opposto ne circolano diverse ogni giorno.- Inoltre il prof. Novotny non è nuovo a ricalcare l’atteggiamento un po’ fuori dalle fila tipico di alcuni banchieri centrali della Fed.- Quanto all’ipotesi di Equita mi sembra piuttosto azzardata se collocata nel breve (ed anche nel medio) termine in quanto l’inflazione Usa non è vista in accelerazione nei prossimi sei mesi ed in Europa le variabili geopolitiche escludono al momento salti fantasiosi da -0.35% a zero…però… hai visto mai!!