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Il CESI Index illustra un mondo (finanziario) diverso
Sempre interessante analizzare il CESI Index, l’indice che misura lo scostamento tra i dati macroeconomici usciti e le previsioni degli analisti. Con questo indice si analizza quali sono i paesi e le aree che stanno reagendo meglio alla fase economica in atto.
Nel grafico troverete il CESI Index di USA, Eurozona, Cina, Giappone, Paesi emergenti e anche dele maggiori economie.
Se volete ripassare cos’è il CESI Index, cliccate QUI.
Grafico CESI Index
In pratica, quindi, il Cesi Index, acronimo di Citigroup Economic Surprise Index, misura lo scarto tra le attese dei mercati e la realtà. Quando il grafico dell’indice sale verso l’alto, significa che i dati macro hanno battuto il consensus degli operatori; viceversa, quando l’indice scende i dati economici hanno deluso.
Quindi diventa abbastanza facile capire chi sta battendo le stime (e quindi va meglio del previsto) e chi no.
Innanzitutto una distinzioni tra chi è sopra all’area dello ZERO e chi no. I promossi sotto questo aspetto sono:
a) Paesi Emergenti
b) Giappone
c) Cina
Sorpresi? Beh forse non ve lo aspettavate. Sicuramente il dollaro USA debole ha portato i suoi benefici. Poi occorre vedere anche le tendenze. E qui scopriamo che sono in trend negativo (e quindi con attese che sono state deluse) soprattutto gli USA. Si, avete letto bene. Sono in negativo e sono in trend negativo. Guardando la borsa USA non si direbbe, vero? Ma anche l’Eurozona non festeggia. Sta migliorando la sua situazione ma è ancora negativa. E per assurdo va meglio di quanto atteso per gli USA.
Già, mi dimenticavo, il CESI Index è realativo all’economia reale. Forse questo spiega certe incoerenze che però non potranno reggere all’infinito.
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buongiorno Dream,
concordo sul fatto che stiamo correndo verso il baratro.
Quello che personalmente non riesco a capire è la velocità di avvicinamento al precipizio..ai posteri l’ardua sentenza.
Avrei, inoltre, una richiesta da farti tempo addietro avevi pubblicato una analisi che riguardava la velocità di circolazione della moneta in USA .
La situazione era drammatica in quanto a fronte di un mercato azionario in continua ascesa la velocità era crollata ai minimi denotando una situazione di enorme fragilità economica.
La situazione, per quel che riguarda questo indicatore, è, nel frattempo migliorata o dobbiamo ancora metterci le mani nei capelli? Grazie
buongiorno Dream,
concordo sul fatto che stiamo correndo verso il baratro.
Quello che personalmente non riesco a capire è la velocità di avvicinamento al precipizio..ai posteri l’ardua sentenza.
Avrei, inoltre, una richiesta da farti tempo addietro avevi pubblicato una analisi che riguardava la velocità di circolazione della moneta in USA .
La situazione era drammatica in quanto a fronte di un mercato azionario in continua ascesa la velocità era crollata ai minimi denotando una situazione di enorme fragilità economica.
La situazione, per quel che riguarda questo indicatore, è, nel frattempo migliorata o dobbiamo ancora metterci le mani nei capelli? Grazie
Ciao Nimbro, messo in agenda, settimana prox pubblico aggiornamento.
A presto
SCRIVO un aggiornamento sulle velocita di circolazione in U.S.A. (sono in continua diminuzione):
– Velocity of M2 Money Stock :2016 Q1=1.458 minimo storico dall’inizio della serie dal 1959
– Velocity of MZM Money Stock (denaro liquido) : 2016 Q1 = 1.315 minimo storico dall’inizio della serie dal 1959
– Gross Domestic Product / St. Louis Adjusted Monetary Base = velocita di circolazione della moneta totale = 4,49 per l’anno 2015 , sta sui minimo storici di molto inferiore a quanto era negli anni 30.
QUESTI INDICATORI INDICANO CHE L’ECONOMIA è FERMA è CHE LE BORSE AMERICANE SONO IN BOLLA.
E’ INCONCEPIBILE PENSARE CHE CON UN DOW JONES VICINO AI MASSIMI STORICI LA VELOCITA DI CIRCOLAZIONE DEGLI AGGREGATI MONETARI SIA INFERIORE A QUANTO ERA DURANTE LA DEPRESSIONE DEGLI ANNI 30 .
Preparatevi al collasso perché è sempre più vicino.
DONALD TRUMP DICE: non potrai mai fare default poiché puoi stampare denaro.
“STAMPARE DENARO” è “a one sided trade”. Poiché tutti gli operatori si attendono che il dollaro sarà svalutato ulteriormente CON NUOVE ed ulteriori iniezioni di liquidità, tutti a 360 gradi si sono caricati di un enorme massa di debiti (..pensando..tanto con la svalutazione riesco a ripagarlo…) Questo è un enorme segnale contrarian che indica che stiamo andando incontro ad una profondissima deflazione. Infatti il default dei debiti è deflazionario poiché riduce l’ammontare totale del debito nel sistema e non dimentichiamoci le nove leggi per le banche insolventi: prima prendono le perdite gli azionisti poi gli obbligazionisti ed ora anche per ultimi i CORRENTISTI. IL FONDO A TUTELA DEI DEPOSITI a questo punto non garantisce nulla. ABBIAMO prestiti degli studenti, prestiti subprime per le auto, debiti sovrani ed aziendali TUTTI IN BOLLA E QUESTI SONO TUTTI INSIEME molto di più dei mutui subprime che hanno creato la crisi nel 2008. IL DISASTRO FINANZIARIO è appena alle porte.