FOMC: nessun rialzo in previsione, ma occhio all’outlook 2016

Scritto il alle 14:00 da Danilo DT

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Eccoci al secondo appuntamento clou del mese di marzo. Dopo il meeting BCE del 10 marzo, è giunto il momento del meeting FOMC, il braccio armato della politica monetaria USA.
Inutile dirlo, i mercati non si aspettano certo dei rialzi dei tassi per questo meeting. Quindi allora perché preoccuparsi? Per questioni di forward guidance. Diventa importante capire COSA farà a partire da giugno la FED, ascoltando le parole della Yellen, per l’occasione alle 19.30 (un’ora prima del solito, causa divergenze di ora legale).

A seguire, attorno alle 19.30 italiane, ci sarà la conferenza stampa del presidente della Fed Janet Yellen, chiamata a dare indicazioni sulla traiettoria futura della politica monetaria americana e sul ritmo dei prossimi aumenti, se ci saranno. La Banca centrale americana a dicembre scorso ha aumentato i tassi per la prima volta dal 2006, portandoli da 0-0,25%, il minimo storico dove erano stati fissati a dicembre 2008, a un range tra 0,25 e 0,50%. In quell’occasione, gli analisti avevano previsto fino ad altri quattro aumenti nel corso del 2016, per un totale di un punto percentuale. (America24)

 

Infatti, come è noto, la Banca centrale americana aveva iniziato a dicembre un percorso di lenta normalizzazione della politica monetaria che si è interrotto soprattutto per il peso delle incertezze al di fuori degli Usa: Cina in rallentamento, Europa poco decisa nell’archiviare la crisi, mercati finanziari turbolenti e prezzi del petrolio ancora deboli.
Quindi una frenata ai progetti FED per il “benessere del mondo”. Questo per lo meno è quello che ci vogliono far credere. A dire il vero, alla FED faceva ancora ben comodo rimanere espansiva, soprattutto per tenere a bada la speculazione che potrebbe accanirsi contro i mercati.
Ma se si guardano alcuni dati macro, ci sarebbero anche i presupposti per far salire il costo del denaro.

Inflazione: beh, non bene…

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OK, se analizziamo la componente “inflazione”, la FED non dovrebbe alzare i tassi, ma ci sono altri elementi che invece già adesso “chiamano” al rialzo dei tassi.
Innanzitutto la Taylor Rule. Una formula matematica che tiene in considerazione anche il tasso di disoccupazione, oltre che l’inflazione.

USA: TAYLOR RULE

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Se guardiamo la Taylor Rule, la FED avrebbe dovuto alzare i tassi da un bel po’… Lo scostamento è quasi “imbarazzante”, ma la cosa non deve sorprendere, come non doveva sorprendere quando nel 2009, causa crisi post Lehman Brothers, il quadro di mercato era diametralmente oppostio. Ma poi è progressivamente rientrato anche grazie all’intervento della FED che, pian pian, ha iniziato a tagliare.

Ecco, ora dovrebbe cominciare proprio a fare il contrario in modo costante. Ma come detto, in questo meeting non ci saranno aumenti, perché se così fosse, sarebbe uno schiaffone violentissimo per i mercati. Ma se non sarà marzo… allora occhio ai prossimi meeting. Infatti da questa tabella potete notare le percentuali di probabilità con cui ai prossimi meeting FOMC ci si potrebbe ritrovare con un rialzo dei tassi, che andrebbe a compensare le manovre iperespansive di BOJ e BCE.
Intanto però, ad oggi, il mercato sconta per un 79.9% la possibilità di vedere ulteriori rialzi di tassi nel 2016. In forte aumento. Guardate questo grafico e questa tabella.

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Direi più che una possibilità, bisogna solo capire come e quando. Ci aiuteranno le parole della Yellen ma anche il “dot plot” che quindi prevediamo in evoluzione rialzista. Un’ennesima conferma che ci porterà a giugno ad un nuovo rialzo del tasso FED di 25bp.

DOT PLOT: ultima versione

DOT-PLOT-2015-2016-FOMCE’ evidente lo scostamento tra quella che è la stima dei membri del FOMC e quanto invece sconta il mercato tramite l’OIS (fasso overnight USD).

 

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Danilo DT

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3 commenti Commenta
albertopletti@gmail.com
Scritto il 16 Marzo 2016 at 14:42

Non ci sarà alcun rialzo oggi, perchè sarebbe uno schiaffo ai mercati. Però un rialzo della Fed sarà sempre uno schiaffo ai mercati. Visto l’andamento delle cose, siamo sicuri che sarebbe peggio alzare i tassi ora rispetto a giugno o settembre o chissà?

omnia_funds
Scritto il 16 Marzo 2016 at 18:23

Aspettando Godot….si potrebbe asserire. Ma dati alla mano, a mio avviso, non credo che ci sia bisogno di un rialzo dei tassi fino a……quando non sarà varato il prossimo QE!!!
L’occasione è stata persa circa 4/5 anni fa…quando se non necessario quando meno era giustificabile un rialzo dei tassi. La forward guidance ne uscirà molto provata da qui in avanti e spero vivamente che non succeda anche a Super-Mario….visto che Kuroda è stato quasi snobbato!!! La Banca del Giappone è comunque la terza banca mondiale ma…..non ci sono stati tangibili effetti o reazioni anche a dichiarazioni abbastanza forti……..

mauriziob
Scritto il 16 Marzo 2016 at 21:20

e anche questo FOMC si è consumato così come si consuma sempre più la credibilità della FED

dopo tre mesi si dimezza il bluff, per il 2016 al max due aumenti tassi per complessivi 50 bp anzichè 100 (50% sconto)

a Pasqua vanno di moda anche le colombe e la Yellen ha cercato di farsi perdonare, i mercati per ora si inchinano a tanta benevolenza ma senza fuochi d’artificio

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