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Analisi INTERMARKET (profumo di RISK ON)

Scritto il alle 10:00 da Danilo DT

analisi-intermarket-eurozona

Purtroppo in questi giorni mi ritrovo a dover centellinare le mie presenze sul blog a causa di impegni di lavoro fuori sede che non mi permettono di mantenere i soliti ritmi.
Per carità, sono giornate dove poi , alla fine, non succede nulla di straordinariamente nuovo sui mercati finanziari. Gli operatori aspettano ovviamente gli esiti delle settimane prossime. Infatti il 10 marzo assisteremo al Meeting Bce dove il mercatto si aspetta molto. E poi la settimana dopo sarà il turno di FED e BOJ. Quindi risulta difficile pensare a rivluzioni copernicane sul mercato, in attesa di questi eventi.
Rivoluzioni copernicane no, ma mercati proprio statici nemmeno.
E allora andiamo a vedere la mia griglia intermarket da “viaggio” ottenuta non dal mio Lauchpad di Bloomberg bensi dal sito Investing.
Magari meno bella ma non per questo meno efficace.

Griglia Intermarket

analisi-intermarket-grafico-2016

Partendo da sinistra in alto, potete visualizzare 8 asset class:

1) SPX
2) VIX
3) WTI
4) US High Yield
5) T Note USA
6) EUR USD
7) ORO
8 ) Bond Valute emergenti

Questo quadro dà la perfetta percezione del rischio di mercato, comprese le sue evoluzioni di breve periodo.

In massima sintesi possiamo definire il mercato in una fase i miglioramento. Malgrado la seduta correttiva, notiamo un indice SP 500 (1) con un’impostazione tecnica migliorata, ed un VIX (2) che invece si sta muovendo al ribasso in modo evidente. Segno che il sentiment sta migliorando. Stesso risultato lo abbiamo guardando il segmento degli High Yield (4) che sta progressivamente migliorando. Per il petrolio (3) invece, occhio al livello raggiunto. Un’area che SE violata al rialzo potrebbe dare finalmente all’oro nero un po’ di spazio rialzista. Il vero turning point quindi è l’area 34.50-34.70 $. E se il petrolio riparte…
Il governativo USA a 10 anni (5) tende a stabilizzarsi, proprio in attesa delle banche centrali mentre il cross EUR USD (6) complice anche un PIL USA migliore delle attese, si muove a favore del Dollaro. Economia che si mantiene forte e FED potenzialmente autorizzata ad alzare i tassi, non a marzo ovviamente, magari a giugno. Anche i Bond Emergenti (8) sembrano stabilizzarsi anche se tendenzialmente sembra vogliano nuovamente indirizzarsi verso un indebolimento. Presto per dirlo. Resta l’oro (7) che si mantiene forte. Lasciamo perdere tutti i motivi per cui l’oro potrebbe scendere o salire. Fermiamoci ai fatti. Il metallo giallo sta tornando a splendere. Meglio non sottovalutarlo troppo.

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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