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FTSEMIB: perché il rally di fine anno non è così scontato

Scritto il alle 09:26 da Danilo DT

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Ormai abbiamo imparato a convivere con la nuova realtà del mercato, quella che in altri post ho definito “The New Normal” e che rappresenta il nuovo percorso evolutivo della finanza.
Ovviamente si sente e si percepisce l’influenza delle banche centrali. Ma come già vi ho detto, ciò che può essere taumaturgico oggi, potrebbe avere degli effetti collaterali domani.
La mossa solo promessa da Draghi, mi riferisco ovviamente alla perfetta “forward guidance” della settimana scorsa, sorprende per la spavalda presa di posizione espansive del capo della BCE. Proprio come quando annuncio il QE Europeo, con i suoi 60 miliardi di acquisti mensili, Draghi accende l’entusiasmo sui mercati buttando ulteriore benzina sul fuoco. E il fuoco è quello dei mercati.
Parliamo di Piazza Affari e poniamoci una domanda, che poi è quella che mi ha posto un amico lettore via email:

“La forward guidance di Draghi rappresenta la promessa di un futuro rally dei mercati. Ma è un’operazione del tipo “ti piace vincere facile”, nn ti sembra? E a me queste cosa hanno sempre fatto paura. “

Esatto: quando le cose sono troppo ovvie e scontate allora bisogna fare doppiamente attenzione. SI, vero, la forward guidance di Draghi rappresenta innanzitutto una polizza assicurativa rinforzata per i titoli governativi. E su questo, credo, non ci sia nulla da dire, visto che l’operato di Draghi si focalizza fondamentalmente su curva dei tassi ed inflazione.
Ma attenzione, non è così matematico che QE Europeo porti per forza un rally a Piazza Affari.
E soprattutto a Piazza Affari. Per muovere il nostro listino sarà necessario un miglioramento strutturale della nostra economia, con dati macro in uscita migliori delle attese, ed indici di fiducia in forte rialzo.
Ma senza questi due tasselli, non sarà facile macinare grandi performance.
E vi spiego perchè.

I tasselli mancanti per arrivare al “Ti piace vincere facile”

Ieri sera, leggendo l’email di cui sopra, pensavo a cosa avrebbe comportato un QE Europeo più generoso per la nostra borsa. Lasciamo da parte le ovvietà, quelle le trovate ovunque sui giornali.

Primo tassello: paesi emergenti. Vero, oggi il quadro sta leggermente migliorando, ma siamo sicuri che gli effetti del rallentamento dei paesi emergenti siano già presenti nei bilanci e nelle trimestrali presentate? In molti poi tendono a confrontare questa crisi dei mercati emergenti con quelle precedenti, soprattutto quella del 1998: da allora molte cose sono cambiate, i paesi emergenti sono molto più solidi ma sono anche diventati più importanti. A quei tempi il loro PIL pesava per circa il 20% del prodotto interno lordo globale. Oggi tale percentuale è passata al 40%. Vi rendete conto cosa può comportare?

Secondo tassello: il nostro listino è composto prevalentemente da titoli finanziari, vale a dire banche banche ed assicurazioni. Il peso di questi titoli è molto maggiore che in altri listini dell’Eurozona (vedi ad esempio il DAX). La domanda che dobbiamo porci è la seguente: quali saranno gli effetti sulle banche e sulle assicurazioni di un QE Europeo più corposo?
Ragionate un attimo: tassi più bassi significa comprimere ulteriormente i margini. Pensate alle banche che già oggi si ritrovano a prestare denaro (solo ai meritevoli, visto il tasso di insolvenza, sempre ai massimi, alla faccia della fine della crisi) praticamente a tassi ridicoli, lavorando su spread ormai antieconomici. E poi le compagnie di assicurazione: già in Germania si discute di andare a togliere il “minimo garantito” anche dove previsto in quanto ormai insostenibile. Inoltre le compagnie assicuratrici si ritrovano a dover investire il denaro raccolto a…rendimenti negativi.

Terzo tassello: la metamorfosi cinese. Signori, Pechino sta vivendo una fase di grandi cambiamenti. La Cina vuole passare dal segmento “emergenti” a quello “mondo che conta e decide”. Un processo lungo e complesso che porterà anche a grossi scossoni e grande volatilità. In questo quadro, con un peso degli investimenti che oggi pesano la stratosferica cifra di circa il 50% del PIL (come l’Italia, no? Hahahahahah!) che effetti può avere una manovra espansive utilizzando la leva dei tassi di interesse? Inoltre i dati sul PMI sono in chiaro e costante declino.
La Cina, per forza, continua a frenare la sua corsa.

Guardate qui sotto le previsioni di Lombard Street e di Barclays, ad esempio.

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Quarto tassello: la dipendenza dal cross EUR USD. La correlazione tra il cambio EUR USD e la borsa è per certi versi disarmante, tanto è netta. Quindi ne deriva il fatto che per alimentare le borse è necessario un Dollaro USA forte, e come vi ho spiegato QUI, oggi come non mai questo tassello è necessario.

Quinto tassello: giusto dare a Cesare quel che è di Cesare. oggi l’Italia si ritrova con l’indice PMI migliore in Eurozona, oggi a 54,1 punti. Per l’Eurozona lo stesso indice viaggia a 52,3 punti, contro i 52 di settembre. E, per la cronaca, è paritetico a quello USA che è stato per noi sempre molto “lontano”. Buon segno, sentiment che migliora ma che necessita di conferme che devono ancora arrivare.

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Ovviamente poi ce ne sono altri, ma questi tre elementi meritano secondo me la giusta considerazione. Ti piace vincere facile? Occhio però, non sempre sarà festa. Il mercato è in agguato ed è pronto LUI a farci la festa.

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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