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Dalla Cina con furore (?)
(Guest post) – La dèbacle delle azioni (buone e cattive)
Epicentro dei crolli della stragrande maggioranza degli asset quotati sui mercati finanziari è la tecnologia informatica, cioè i programmi di trading dei grandi speculatori ed investitori internazionali (Masters of Exchanges, MOE). Il pretesto – ripeto pretesto – è il rallentamento economico della Cina. La borsa di Shangai era in mega-bolla da mesi e mesi e malgrado ciò l’azionario “occidentale” (Europa e USA) è riuscito comunque a fare recentemente nuovi massimi storici. Poi, grazie alla rarefazione degli scambi di agosto, al rallentamento economico cinese e soprattutto alla svalutazione dello yuan, qualche MOE coalizzato ha dato il via venerdì scorso al sell off azionario (toh, che coincidenza, proprio in chiusura di settimana… ma così tutti i piccoli investitori e trader restano intrappolati in un lungo weekend di paura, e alla riapertura delle borse quanti avranno il coraggio di liquidare posizioni già in grande perdita anche se le perdite continueranno a crescere durante la giornata di lunedì?) subito seguito dal panico generale tanto che lunedì scorso alle 15.00 circa le borse europee affondavano intorno al -7% e il future SP500 settembre toccava 1831 (-14% dal max di luglio) in caduta verticale. Mancando pochi minuti all’apertura di Wall Street l’autorità “competente” di borsa decretava lo stop all’apertura di nuove posizioni ribassiste (down limit) e la giornata si concludeva con qualche modesto recupero sui minimi.
Martedì la grande speculazione non era ancora soddisfatta per cui dopo un effimero recupero delle quotazioni, a un’ora dalla chiusura di Wall Street (h. 21.00 circa nostre) altro selloff da paura con ritocco del minimo annuale del lunedì.
Il governo cinese – che da qualche anno induce il popolo a comprare azioni – resosi conto che metà dei buoi erano scappati dalla stalla dello Shangai Stock Exchange – ha pensato di chiudere meglio la saracinesca riducendo il tasso di interesse e ampliando il QE.
Ieri (NdA: l’articolo è stato scritto ieri per cui “Ieri” di inizio paragrafo si intende mercoledì) l’Europa ha aperto male e chiuso poco meglio ma Wall Street, sempre in chiusura, ha visto parecchie prese di profitto e sul grafico ha lasciato un bel pullback rialzista ottimo per aprire nuove posizioni ribassiste.
Gli altri mercati
Vecchi tormentoni non finiscono.
La Grecia va a nuove elezioni prima che inizi il nuovo programma popolare di “austerità per molti ma non per tutti“. Al momento i mercati non sono preoccupati perchè la coalizione fra Syriza e Nuova Democrazia sembra vincente.
Il rialzo dei tassi USA è diventato sogno di mezz’estate: probabilità praticamente nulla a settembre e molto scarsa a dicembre. Con Wall Street che è condannata a crescere in eterno altrimenti saltano le pensioni, non penso che si voglia chiudere l’anno col -10% per cui nessun rialzo dei tassi nel 2015 per evitare il suicidio della FED e di qualche investitore.
L’oro stranamente si è comportato da bene rifugio fino a venerdì ma poi lunedì, proprio durante il panico è stato venduto e le vendite sono continuate fino a ritracciare il 50% del recente rialzo; probabile che le posizioni rialziste a leva degli hedge fund siano state chiuse (in guadagno) per liberare margini e girate al ribasso lunedì sull’azionario.
Tutte le altre commodity invece sono state vendute, a partire dal petrolio, malgrado il marcato indebolimento del dollaro (alla faccia delle correlazioni intermarket).
Sul valutario altri sconvolgimenti. Sempre lunedì gran parte delle 90 mila posizioni nette ribassiste su EURUSD sono state chiuse in contemporanea (il dato esatto del COT lo conosceremo venerdì sera) e il cambio si è impennato fino a 1,17 spaccando la forte resistenza annuale di area 1,15. Ma giusto per confondere tutti ieri è tornato a 1,13 e pure la sterlina e il dollaro australiano sono stati compressi pesantemente al ribasso. La prima sconta il probabilissimo mancato aumento dei tassi 2015 mentre il secondo, in un’epoca di guerra valutaria crescente, si attende nuovi ribassi dei tassi. Yen e franco sv. invece comprati essendo considerati bene rifugio.
Infine i bond: tutte le scadenze dei tedeschi e degli americani sempre su (come prezzo e giù come rendimento) fino a venerdì e poi giù pesantemente da lunedì. Comportamento degli speculatori identico a quello dell’oro. Infatti da un punto di vista fondamentale, col rialzo a breve dei tassi USA che svanisce non ha senso l’aumento dei rendimenti di questa settimana, per cui solo movimenti “tecnici” di chi controlla i mercati.
Prospettive
L’unica certezza è l’aumento di volatilità fino a che l’attuale guerra valutaria non troverà qualche sorta di rappacificazione. Nuove svalutazioni dell yuan saranno benzina sul fuoco. E qualora i dati economici e del lavoro USA dovessero risultare molto positivi ecco che tornerebbero ad aumentare le probabilità di un aumento dei tassi fra dicembre e marzo 2016 con aumento dell’incertezza dei MOE e dei più piccoli. Quindi i protagonisti assoluti restano le Banche Centrali e fra queste non dimentichiamo la BCE-outsider – che inaspettatamente potrebbe far trapelare l’aumento del QE giusto per indebolire l’euro e favorire l’export.
Gli USA al momento sono condannati ad importare deflazione a meno che non vogliano far partire un nuovo QE – ufficialmente il quarto – e comunque non basterebbe per la “normalizzazione economica” USA: manca all’appello il caro-petrolio che la gente normale detesta con tutta l’anima mentre economisti, finanzieri e società estrattive lo desiderano tanto. Per la cronaca anche negli USA la benzina è scesa meno del greggio (la scusa sono i costi di raffinazione) per cui la tanto attesa crescita delle vendite generalizzate al dettaglio favorite dalla riduzione delle spese personali per benzina non è stata finora esaltante.
Anche la Grecia poco prima delle nuove elezioni comincerà a pesare.
Purtroppo l’investimento nei mercati finanziari resta sempre più una scommessa. Bisognerebbe agire come veri trader e con le regole di veri trader: entrare in posizione con un minimo di raziocinio (cioè avere una metodologia che evidenzi un segnale operativo) e una volta in posizione gestire con livelli di stop, parziali e totali, sia in perdita che in guadagno. E ovviamente dimenticando il cassettismo, cioè dimenticando la passività operativa figlia di sole speranze, per lo più vane e quindi mal riposte.
Nota aggiuntiva di questa mattina h. 9.50 del 28/8
Il rialzo dell’azionario di mercoledì era semplice pullback con ricoperture ribassiste diffuse. Il rialzo di ieri giovedì di Wall Street (che ha ritracciato in due giorni il 50% dell’intero sell off) è dovuto all’apertura di nuove posizioni rialziste di breve termine catalizzate dai buoni dati economici (GDP ecc.). In uno scenario pre-FOMC con Wall Street che torna ad avvicinarsi ai massimi e con dati economici convincenti (mercato lavoro compreso) l’aumento dei tassi a settembre torna ad essere probabile. Non dimentichiamo che la Yellen è un’ottima segretaria velinara (infatti non ha avuto il permesso di andare nel Buco di Jackson) per cui non è detto che riceva durante il prossimo FOMC l’ordine di alzare. E’ anche una questione di politica lobbistica. Ovviamente tutte le ottime e superlative analisi di Danilo sono il nostro vero riferimento di valutazione dei fondamentali USA ma ciò non toglie che l’aumento a settembre possa esserci ugualmente. Altrimenti come spieghi il crollo in tre giorni del cambio EURUSD di 500 punti? e perchè i bond sono tornati ad aumentare i rendimenti da questa settimana?
un aumento di 25 punti base seguito da un commento in conferenza stampa del tipo “l’economia tira, ci stiamo normalizzando ma del secondo aumento non se ne parla proprio nel breve” non dovrebbe essere devastante
Vero, ma dal punto di vista economico è ininfluente e non cambia nulla. In compenso potrebbe mettere in agitazione gli operatori perchè verrebbe letta come la FINE della campagna monetaria ESPANSIVA.
Questione psicologica
Il proverbio dice:
“l’occasione fa l’Uomo ladro e la Donna puttana”.
Il Saggio dice:
“Paese che vai usanza che trovi”.
Surfer © サーファー [L’Uomo ladro e la Donna puttana attendono per diventare bravi; buoni. Aspirano ad essere civili l https://www.youtube.com/watch?v=o3SqUUoJjW8 l Sempre, quando si presenta l’occasione – ed il Paese]
Nell’ ottica delle poche idee ma confuse quindi le ipotesi sono?:
rialzo tassi → wally giù → risk off → indebolimento del dollaro
non rialzo dei tassi → wally su → risk on → rafforzamento del dollaro
rilazo tassi → conferenza stampa della madonna della yellen che diventa la nuova j.k rowling e incanta tutti → wally su → risk on → indebolimento del dollaro
rialzo tassi → conferenza stampa stile ugo foscolo della yellen → wally stramazza → risk off → rafforzamento del dollaro
Il cross EUR USD in logica intermarket è il vero volano del risk sentiment.
Se notate, quando il clima è RISK ON –> USD in rafforzamento, quando si passa in RISK OFF –> USD in indebolimento.
Rialzo dei tassi a settembre? I dati sul PIL di ieri hanno abbastanza scombussolato, compresi quelli sui Jobless Claims. Insomma, gli USA tirano e tecnicamente la FED potrebbe aumentare i tassi. Ma a che pro con qeusta inflazione? C’è solo una motivazione: drenare liquidità e toglierla alla speculazione, e crearsi magari col tempo di nuovo qualche munizione da sparare (con la politica monetaria qui tassi) in caso di necessità.
Altre motivazioni non ce ne sono.
PROBLEMA: tutti abbiamo visto però cosa può farela speculazione in questi giorni. La Yelle e la FED avranno il coraggio di esporsi con qeusta mossa in un momento così delicato, sopratutto in ottica CINA (di cui ho ampiamente parlato e prossimamente parlerò ancora)?
Sarebbe secondo me un harakiri bello e buono.
Ma si sa, tutto è possibile….
Stay tuned!