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Utili e volatilità a confronto. Scatta un alert sui mercati.
Il VIX ormai è un indicatore che è molto conosciuto. Misura la volatilità e indirettamente il rischio percepito dal mercato. Il fatto che abbia raggiunto livelli molto bassi, non è sempre un segnale (secondo me) così positivo, in quanto potrebbe anticipare un aumento di volatilità e quindi di rischio sui mercati (leggasi debolezza).
Un interessante metodo, usato da Deutsche Bank per misurare il grado di “compiacenza” del mercato, è quello di “mixare” insiem28e il Price Earning e il VIX.
In linea di massima, quando il PE è maggiore del VIX, il mercato si dimostra più Confidente e quando questo rapporto si estremizza, proprio come in questi ultimi giorni, rappresenta un segnale di rischio per la tendenza stessa.
Questo tipo di rapporto l’ho postato assieme all’andamento dell’indice SPX su scala weekly, rendendo il confronto decisamente avvincente.
Devo ammettere che ci sono alcune dinamiche che non sono così ovvie e matematiche, come ad esempio il rapporto tra i tassi di interesse e gli utili aziendali (che poi vanno ad influire sul P/E stesso) e il nesso che lega lo stesso al VIX.
Vabbè, prendiamolo però per buono, anche perché sembra che questo mix funzioni. L’ultima volta che ha raggiunto questi estremi è stato nel 2007. Poi ricordate cosa era accaduto? Provate a guardate i massimi del primo grafico con quelli del secondo. Che ne dite? A livello statistico funziona. E’ solo una questione di TIMING.
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Ma che bello questo grafico! Pare quello che posto da due mesi!!!!
Però non concordo con le BOLLE. Ok la prima, ok la seconda….la terza che sta (e guardate da dove parte….voi non mi vedete ma i miei occhi hanno questo simbolo $ che lampeggia pregustando il super short che farò) per scoppiare (e farà danni devastanti) la chiamerei BOLLA PREVIDENZA oppure BOLLA STATI. Questi andranno a gambe all’ aria….eccome si ci andranno.
Siamo alla resa dei conti per il Ftsemib. Ecco il grafico settimanale con le due resistenze chiave.
Graficamente, torno a ripeterlo, Ftse mib rimane short fino a che non chiuderà (il venerdì in chiusura) sotto la prima resistenza a 23859,90. Tornerà ad essere long con chiusura settimanale (il venerdì) sopra 24081,74.
Qualora fosse confermata la ripresa del trend rialzista avremo un’ ulteriore conferma della poca SICUREZZA che offrono i segnali di inversione sul grafico nostrano. Due barre engulfing come quelle due rosse ben visibili nelle ultime 7 settimane rappresentano per qualsiasi indice un segnale su cui buttarsi ad occhi chiusi…sul nostro rimane un punto interrogativo. Comunque per il momento sempre SHORT e vediamo come si comporta a ridosso delle due resistenze indicate.
Buon ponte!
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Ancora buon ponte a tutti!
a come la vedo io tutta questa liquidità è stata immessa proprio per evitare e rendere meno traumatiche le correzioni che comunque ci saranno,ma penso che saranno molto minori delle ultime 2 ed avverranno solo quando finirà l’iniezione di liquidità(se mai finirà)
per andare incontro a dei crolli come internet e subprime ci vuole un’economia che dia la sensazione di andare come un treno mentre qui siamo ogni giorno ad aspettare il crollo
questo avverrà(ripeto secondo me in misura molto minore)quando oramai il crollo ce lo saremo scordato e avremo finito le cartucce per i falsi short….altrimenti saremmo tutti ricchi.Ed in borsa non funziona così
Caro Giorgi…piccolo problema: te parli da investitore che vive in Italia…un mercato che non è salito una CEPPA. Negli Usa la situazione è ben diversa: guarda i dati sul PIL dal 2009 a oggi (paragonalo ad esempio al 2007); guarda la disoccupazione dal 2009 a oggi…loro non ci pensano proprio al crollo; ci guardano dall’alto dei loro 2100 punti. Ma quando loro crolleranno, e crolleranno, sarà qualcosa di IMPREVISTO….per noi invece sarà semplicemente dover scavare una buca più profonda dell’ attuale. Almeno tu non sia uno di quegli illusi che crede che se gli USA crollano il Ftsemib farà +10%.
Intanto il margin debt raggiunge nuovi massimi, lasciando alle spalle definitivamente il periodo di congestione degli ultimi mesi.
Concordo… non vedo ancora elevata compiacenza sui mercati. Forse l’aspetto più preoccupante sono certe valutazioni di aziende del mercato cinese… anche se molti dimenticano che si tratta di un mercato particolare, molto particolare, dove il tasso di risparmio dei cittadini rispetto al PIL è sempre elevatissimo.
Gli investimenti dipendono sempre dal tasso di risparmio… anche se nel lungo termine, affinché la crescita sia sostenibile, c’è anche bisogno di una contemporanea crescita tecnologica.
Il tal senso diventa difficile stabilire se il mercato USA o Cinese siano in bolla… meglio non prevedere, seguire il trend e scegliere opportunamente le aziende su cui investire (quelle che hanno migliori prospettive di crescita nel lungo termine rapportato alla media del mercato e che sono sufficientemente liquide da attirare investitori istituzionali).
sì 2 su 3. Speriamo, per chi cerca la “caduta”, che non faccia come dopo il picco del 1992-94…boh!