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Il pompiere Draghi ha bisogno della collaborazione dei Governi
Una delle immagini più riuscite, per spiegare il momento di crisi attuale, è quella citata spesso da analisti e gestori dove Mario Draghi e nella fattispecie la BCE, è visto come il grande pompiere, pronto ad intervenire per “spegnere” l’incendio della crisi con i mezzi di cui dispone.
Però, ahime, per riportare il quadro allo stato originario non è certo sufficiente l’intervento del pompiere. L’incendio distrugge tutto e quindi tocca ricostruire. Ed è proprio a questo che si riferisce Draghi quando dice “i governi facciano la loro parte”.
È assolutamente necessario che “localmente” siano i singoli paesi ad intervenire in favore della ripresa, anche perché, occorre ricordarlo, la BCE non è la FED.
Lo so che è ovvio, ma intendevo dire che la BCE è la banca centrale di un gruppo di stati indipendenti legati da trattati “obsoleti” assolutamente da rivedere. Invece la FED è la banca di una federazione unita che è quindi una singola nazione.
Dopo questa “prefazione” andiamo al nocciolo della questione.
Ieri per la prima volta il tasso EONIA è andato in negativo. Un segnale evidentissimo che la deflazione è ormai una realtà
Tasso EONIA
Ormai l’inflazione per TUTTI i paesi membri dell’Unione Europea è sotto l’1%, ben al di sotto del famoso target del 2% sena poi dimenticare che molti sono quelli già in deflazione
Tasso Inflazione paesi membri EUROZONA
Come detto la Banca Centrale Europea può anche ingegnarsi ed inventarsi operazione di politica monetaria espansiva molto complessa e di difficile attuazione, tasformandosi in un Grisù salvamercati ma… tutto questo sarebbe sufficiente ed efficace? La risposta è no, perché è necessario anche, come detto l’intervento dei paesi membri.
Ovviamente i punti dove Renzi & Co possono intervenire sono tantissimi, ma io sottolinerei soprattutto un settore che è fondamentale per dare il via ad una vera ripartenza dei consumi (e anche dell’inflazione domestica).
Soprattutto in Italia abbiamo un problema, ovvero un esagerato costo per unità di prodotto.
Con una tassazione che è ai massimi nell’Unione Europea, un peso massacrante sia per i lavoratori che per le imprese.
Morale: finchè non si interviene in modo serio con una detassazione del mondo del lavoro, la ripresa economica ce la possiamo scordare. E sicuramente, con un intervento in questa direzione il lavoro del pompiere Draghi si combinerebbe con quello dei Governi in modo concreto per provare a ripartire.
Utopia?
… e poi ci stupiamo di questi dati!
Torna a salire il tasso di disoccupazione. A luglio, informa l’Istat, si è attestato al 12,6%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,5 punti nei dodici mesi. Aumenta inoltre il divario territoriale: si passa dall’8,4% del Nord al 20,3% del Sud. (…) Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 42,9%, in diminuzione di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 2,9 punti nel confronto tendenziale. I senza lavoro tra i 15 e i 24 anni sono 705 mila. (Source)
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credo che siamo l’unico paese che applica una tassa (IRAP), fra l’altro piuttosto salata, sul costo del lavoro. E’ un incredibile assurdo !!!!! Non dimentichiamo che questo è il risultato di aver sempre guardato alle aziende in generale come sfruttatori dei lavoratori. Oggi purtroppo ne paghiamo le conseguenze e i sostegni che vengono dati ai senza lavoro (in continuo aumento) vengono solidariamente scaricati sulle spalle dei più fortunati che hanno ancora un lavoro o su chi ha il coraggio di denunciare onestamente un reddito….
bel post, come sempre!
agli amici del blog volevo fare notare che c’è un potenziale rimbalzo tecnico per l’eur/usd.. 1,332?