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ITALIA: i quattro grafici chiave della nostra crisi economica
Spesso ci preoccupiamo, e anche troppo, del tasso disoccupazione USA, della percentuale di partecipazione della forza lavoro, della disoccupazione giovanile degli altri stati ma non guardiamo mai con troppa attenzione ai nostri dati, su queste fondamentali tematiche.
Chi segue da più tempo I&M sa benissimo che la disoccupazione è considerata dal sottoscritto come uno dei principali e fondamentali elementi per valutare le condizioni di salute economica di uno stato e della sua popolazione.
E allora riassiumiamo qui di seguito i 4 grafici che ritengo fondamentali e che dobbiamo avere ben presenti, per meglio capire come siamo messi. Certo, siamo messi, male e qualcuno ha il coraggio di dire che non è vero. Però ci vogliono le prove. E questi grafici sono una prova inconfutabile.
A gennaio sono stati chiesti 81 milioni di ore di cassa integrazione, equivalenti a 440.000 lavoratori a zero ore: lo sottolinea la Cgil rielaborando i dati Inps. Il reddito complessivo perso è stato pari a 311 milioni di euro, ovvero 700 euro in meno in busta paga per ogni lavoratore in cig a zero ore. «E’ ancora drammatica emergenza sul fronte lavoro – dice il segretario confederale Cgil, Elena Lattuada – il prossimo governo dia un segnale di decisa discontinuità rispetto al passato mettendo al centro dell’agenda il lavoro». (…)
La risposta del Ministro del Lavoro
(…) Nel mercato del lavoro c’è una lieve ripresa: il ministero del Lavoro ha diffuso i dati contenuti in una nuova pubblicazione nella quale si evidenzia che nel terzo trimestre dell’anno le ore di cig effettivamente usate dalle imprese hanno mostrato un netto calo e che sale la domanda del lavoro (nelle costruzioni +0,7%). Il saldo tra attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro – spiega la nota – è tornato a essere positivo e le ore lavorate sono in aumento. (Messaggero)
Grafico 1 – Tasso disoccupazione Italia
Poco da dire, lo conoscete tutti, siamo vicini all’area 13%. In marginale miglioramento rispetto all’ultima rilevazione ma…attenzione al grafico successivo
Grafico 2 – Percentuale di partecipazione della forza lavoro
La diminuzione dlela percentuale di partecipazione è più che proporzionale rispetto alla diminuzione della disoccupazione. Quindi…cosa significa? Che in relatà le cose sono andate ancora peggiorando
Grafico 3 –Disoccupazione giovanile
Il dato è allarmante. Grecia, Spagna e Italia sono in cima alla classifica della disoccupazione giovanile fra 18 i Paesi dell’Eurozona. Lo scrive la Bce che spiega: Atene e Madrid vestono la maglia nera, il livello si attesta “su valori compresi fra il 50 e il 60%”. Ma il nostro Paese non fa molto meglio con indici “prossimi al 40%”. Stesso discorso per Portogallo e Cipro. (RaiNews)
Il grafico che mette in crisi i nostri figli. 4 su 10 sono disoccupati, Tasso disoccupazione in Italia oggi pari al 41.6%, altro che prossimi al 40%! Il sistema pensionistico è in tilt. Si va sempre più tardi in pensione. Inoltre la produzione diminuisce e il numero di impiegati non fa altro che scendere…
Grafico 4 – Numero impiegati
Ecco fatto, questo grafico ci racconta la cronistoria di un’economia che sta per morire se non si interviene con un trattamento di forte impatto.
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“…….un’economia che sta per morire se non si interviene con un trattamento di forte impatto….”
Ma non mi dire?!?!?! Ma non doveva risolvere tutto Mario Monti con la sua serietà e la sua credibilità internazionale??? Adesso ti svegli????
Gigi,
Se leggi il blog una volta ogni due anni…
Meno male che gli altri possono testimoniare, sennò potrei uscirne anche offeso!
E che vuol dire?
Che cosa dovrebbero testimoniare gli altri?????
Secondo voi, se (per puro miracolo, mi viene da aggiungere…) venisse a formarsi un governo politico (non dico quello di Renzi) che attui una riforma strutturale e di sostanza sui problemi che abbiamo oggi (tasse, burocrazia, corruzione in primis), quanti anni passerebbero prima di avere dei riscontri economici positivi?
A me sembra che chi siede sugli scranni del Potere non si renda conto che gli effetti (positivi) di una qualsiasi riforma decente richiede comunque un bel po’ di tempo (mesi, anni!) per essere apprezzabili e quindi non c’è assolutamente da perdere nemmeno un giorno utile. Sbaglio?
Colgo l’occasione per un saluto agli amici del Blog.