in caricamento ...

La crisi economica italiana è strutturale? Come uscirne? Quarta parte

Scritto il alle 09:22 da lampo

Puntate precedenti: 1 2 3

* * * * * *

4. MERCATO TURISTICO

Una destinazione turistica può essere paragonata ad un brand?

Entro subito in argomento a gamba tesa:

Colosseo VS Torre Eiffel.

Sono sicuro che preferite il Colosseo all’asparago di ferro (così la chiamano molti francesi!), costruito in fretta e furia per celebrare il centenario della rivoluzione francese. Talmente detestata dalle elité artistica e letteraria della città… da rischiare di essere demolita nel 1909!

Avete sbagliato tutto!

Perché?

Il brand della Tour Eiffel a Parigi vale oltre 434 miliardi di Euro, superando di quasi 5 volte quello del Colosseo (più di 91 miliardi di Euro).

Così l’ha calcolato l’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza, che ha collaborato al progetto ERI (Economic Reputation Index), ovvero un modo per stimare il valore del brand di alcuni monumenti internazionali ([28]):

Il valore del brand è stato calcolato sulla base di 10 parametri di vivacità economica, socio-culturali ed imprenditoriali, stilando un indice di valenza turistica (che prende in considerazione il valore economico del territorio, la conoscibilità del monumento, il flusso di visitatori del territorio e del monumento) e un indice di attrattività economica (che considera il numero di occupati nel turismo, l’accessibilità multimodale al territorio, il flusso e la presenza di stranieri, il valore dell’export).

L’Italia nel contesto turistico mondiale

Il Bel Paese possiede il più ampio patrimonio culturale a livello mondiale con oltre 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici ([29]).

Siamo la nazione che detiene il maggior numero di siti (49) inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità riconosciuti dall’Unesco ([30]).

Quindi siamo la prima meta turistica?

Eccovi la classifica delle prime 10 destinazioni mondiali turistiche ([31]) tratte dall’ultimo rapporto annuale dell’Organizzazione mondiale del Turismo (UNWTO):

Ops… siamo al quinto posto, dietro a Spagna, Cina, USA e Francia (che è al primo posto).

Se ragioniamo in termini economici, cioè in ricavi provenienti dal turismo, siamo ancora più indietro:

Per comprendere meglio questo dato, specialmente per chi pensa che il settore turistico incida poco, ricordo che a livello mondiale vale un business di oltre 1000 miliardi di $ ([31]). In costante crescita da diversi anni (grazie sempre al maggior numero di turisti).

Si tratta oramai di un miliardo di persone che si muove ogni anno.

Immaginate cosa significa essere la prima meta turistica… intercettare oltre il 10% di tale cifra. Ogni anno!

Impatto economico

Il rapporto di indagine di Unioncamere che coinvolge i turisti italiani e stranieri in vacanza in Italia ci fornisce il dato ([33]):

Considerando sia i turisti che alloggiano in strutture ricettive che in abitazioni private, si stima che nel 2012 l’impatto economico sul territorio italiano generato dai turisti italiani e stranieri sia stato di 72,2 miliardi di euro, legati a spese effettuate durante il soggiorno (alloggio e spese sul territorio).

Composizione del turismo italiano ([33]):

Complessivamente nel corso del 2012 si sono registrate in Italia oltre 845 milioni di presenze di cui il 42,7% in strutture ricettive e il 57,3% in abitazioni private. Il 60,7% delle presenze è dato dal turismo interno il 39,3% da quello internazionale.

Nel 2012 erano quindi 4 turisti su 10 stranieri.

Anche se:

Inoltre si rileva un cambiamento nei comportamenti di acquisto dei turisti, con una tendenza al risparmio per il viaggio e l’alloggio ed una maggiore propensione a spendere di più una volta arrivati a destinazione.

 Soddisfazione turistica comunque buona ([33]):

Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – Customer care turisti. Rapporto annuale 2013 (10 maggio 2013)

Domanda turistica interna

L’ISTAT nel suo ultimo rapporto relativo al 2012 dice ([32]):

Nel 2012 i viaggi con pernottamento effettuati in Italia e all’estero dai residenti sono stati 78 milioni e 703 mila. Rispetto all’anno precedente la riduzione è stata del 5,7%, la quale conferma la tendenza negativa avviata dal 2009.

Un grafico spiega quale sia tale tendenza negativa ([32]):

Fonte: ISTAT – Viaggi e vacanze in Italia e all’estero, 2012 (25 febbraio 2013).

Il tutto con una stabilità dei viaggi all’estero:

I viaggi verso l’estero mostrano, nel complesso, una sostanziale stabilità, con un aumento dei flussi diretti verso i paesi extra-europei (+31,4%).

Spagna e Francia rappresentano le destinazioni principali soprattutto per i viaggi di vacanza (rispettivamente 14,6% e 13,4% delle vacanze all’estero); la Francia mantiene il primato per le vacanze brevi (24,2% delle vacanze brevi all’estero), seguita da Austria (18,4%) e Spagna (14,9%), mentre, per i soggiorni di lungo periodo, il primo posto spetta alla Spagna (14,5% delle vacanze lunghe all’estero), seguita da Grecia (9,5%) e Francia (9,4%). Per i viaggi di lavoro, infine, Francia e Germania si confermano, ancora una volta, i paesi più visitati (rispettivamente 19,9% e 12,1% dei viaggi di lavoro all’estero).

Un prospetto riepilogativo delle preferenze degli italiani ([32]):

Fonte: ISTAT – Viaggi e vacanze in Italia e all’estero, 2012 (25 febbraio 2013).

 

* * * * * *

Buona riflessione e alla prossima puntata

Lampo

Nota: si prega di leggere la premessa a questa serie di post.

Il blog è in versione “estiva”… Sostenete l’iniziativa. Abbiamo bisogno del Vostro aiuto per continuare questo progetto!

Buttate un occhio al nuovo network di

Meteo Economy: tutto quello che gli altri non dicono

| Tutti i diritti riservati © | Grafici e dati elaborati da Intermarket&more su databases professionali e news tratte dalla rete | NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

Fonti ed approfondimenti:
[27] – Wikipedia – Torre Eiffel (aggiornata al 23 giugno 2013).
[28] – Camera di commercio di Monza e Brianza La Tour Eiffel di Parigi vale 1 volta e mezza il “brand Milano” (16 agosto 2012). Per chi volesse approfondire l’argomento e la metodologia adottata consiglio anche questo link: ERI: Economic Reputation Index – Quanto valgono città ed eventi? (settembre 2012).
[29] – PricewaterhouseCoopers Comunicato stampa: Il valore dell’arte: una prospettiva economico finanziaria  (12 maggio 2009). Una sintesi dello studio la potete trovare a questo link.
[30] – Unesco – Siti italiani  (pagina visitata il 09 luglio 2013).
[31] – UNWTO – UNWTO World Tourism Barometer – Highlights (Aprile 2013).
[32] – ISTAT – ISTAT, Viaggi e vacanze in Italia e all’estero, 2012 (25 febbraio 2013).
[33] – Osservatorio Nazionale del Turismo – Customer care turisti. Rapporto annuale 2013 (10 maggio 2013).

16 commenti Commenta
Vincent Vega
Scritto il 16 Luglio 2013 at 09:56

ammortizzato il biglietto aereo, in USA si spende decisamente meno che in Italia.
Anche Miami, è nettamente più a buon mercato di diverse località italiane.

A Parigi ci sono andato l’anno scorso e penso proprio che non ci tornerò nel breve periodo, a parte che quasi nessuno parla inglese (ma il mio dialetto romagnolo rimane universale 😉 ), è troppo cara

lampo
Scritto il 16 Luglio 2013 at 10:52

Vincent Vega,

Se ti può consolare, l’ultima volta che sono andato a Parigi ho provato a chiedere al ristorante alcune cose in inglese (il mio francese è purtroppo una reminescenza scolastica). Mi hanno risposto chiedendomi perché non parlassi francese visto che è una lingua internazionale… anche se poi hanno compreso bene cosa avevo chiesto in inglese!
Debbo dire che dall’impressione che ho avuto… sono ancora molto nazionalisti nei confronti della loro lingua.
Comunque Parigi rimane una città multiculturale unica…

ilcuculo
Scritto il 16 Luglio 2013 at 12:03

Nel 2012 sono in cassa integrazione 1,6 mln di lavoratori
Nel 2012 sono stati autorizzati 1,1 miliardi di ore di cassa integrazione (+12% sul 2011) per oltre 1,6 milioni di lavoratori interessati (+28,5%). L’Inps sottolinea che la spesa totale per le prestazioni è stata pari a 6,2 miliardi di euro (compresa la copertura per la contribuzione figurativa). Sono stati erogati 22,7 miliardi di euro per le prestazioni di sostegno al reddito (compresi i contributi figurativi), tra cassa integrazione guadagni, indennità di disoccupazione e di mobilità, per una platea di beneficiari di circa 3,2 milioni.

COn una disoccupazione al 12% spendiamo 22.7 mld per il sostegno al reddito ed il PIL cala, supponendo di poter destinare 1/3 di questa cifra , circa 8 mld , alla riduzione del costo del lavoro sarebbe ipotizzabile ridurre la disoccupazione a tendere fino all’ 8% ? Con conseguente crescita di PIL

paolo41
Scritto il 16 Luglio 2013 at 17:03

Lampo,
ottimo, come al solito!!!!
Purtroppo la tabella riguardante il calo turistico dal 2008 ad oggi è demoralizzante e per uno che vive in Versilia, come il sottoscritto, ti posso assicurare che lo tocchiamo con mano.
Sono interessato a leggere cosa proporrai nel capitolo “Come uscirne”!!!!!
Se tramite Dream mi fai avere la tua e-mail ti invio un paio di pagine di appunti sugli argomenti che stai trattando che avevo messo giù alcuni mesi fa. Non sono sufficientemente elaborati, ma alcuni spunti potrebbero interessarti.

idleproc
Scritto il 16 Luglio 2013 at 18:06

Ottimo lavoro come sempre.
Una notizia vacanziera fresca di giornata.
Un mio amico appena tornato da una vacanza in Croazia mi ha detto che non ne vogliono sapere dell’euro e che dove è stato lui pretendevano il pagamenti in Kuna.
“Non ne vogliamo sapere dell’euro” era la risposta alle rimostranze.

perplessa
Scritto il 16 Luglio 2013 at 22:22

lampo,

non so se sia attendibile l’informazione che ho ricevuto durante un corso d’informatica, che in Francia è proibito usare parole inglesi al posto di quelle francesi. resta il fatto che in effetti quello che noi chiamiamo computer lo chiamano ordinateur. ma anche i paesi di lingua spagnola non scherzano. non esiste quel costume italiota di usare parole inglesi, per cui abbiamo ad es. il SIDE, e la OTAN.(AIDS e NATO). Gli statunitensi,si scandalizzano se uno non parla inglese, e nessuno si sorprende, perchè dovremmo sorprenderci se un francese si secca che un suo vicino di casa non parla francese. Hanno ragione loro, e siamo fessi noi, che non pretendiamo la dignità della nostra lingua da parte degli altri. Molti anni fa mi risulta c’era l’usanza negli aerei che gli annunci venissero pronunciati in 3 lingue: quella del paese di partenza, quella di arrivo e l’inglese. Usanza che si è perduta, sopprattutto per l’italiano che non lo fuma più nessuno. Manco lo vediamo a volte nelle istruzioni degli apparecchi che acquistiamo. Se poi ci aggiungiamo noi stessi a protestare che nel tal posto non si parli inglese, piuttosto della loro lingua, a mio parere ci tiriamo la zappa sui piedi. Che credibilità ha un paese che considera la propria lingua un orpello obsoleto, e per darsi dignità deve usare parole inglesi? farsi fagocitare dalla cultura degli altri, ribadisco, è da fessi, equivale a trasmettere un messaggio che la nostra cultura non esiste, se poi c’è un patrimonio di reperti archeologici enorme, passa in sottordine rispetto ad una cultura attuale inesistente. siamo fuori dal trend.

perplessa
Scritto il 16 Luglio 2013 at 22:38

quando giro come turista in Italia avrei da fare diverse critiche, magari sono io sfortunata che m’imbatto in situazioni scadenti. es. sono andata in un hotel a Salsomaggiore a 4 stelle e volevano 15 euro per connettere il mio portatile all’hi fi, quando in alcuni paesi in via di sviluppo da me visitati è gratis anche in hotel in categorie inferiori. Ad Ancona mi è capitato che la recepcion di un hotel classificato 3 stelle, mi ha chiamato all’una di notte al cellulare perchè stavo rientrando troppo tardi. mi è parso di sognare. Forse bisogna fare una scuola governativa per insegnare ai nostri operatori che il mondo è cambiato, e che bisogna adeguarsi per attrarre i turisti provenienti dal nostro e da altri paesi, che se poi si trovano male, vanno in vacanza in un altro paese.

perplessa
Scritto il 16 Luglio 2013 at 22:52

Vincent Vega,

di buono c’è ancora in Italia,come in altri paesi europei che la singola ha uno sconto consistente. Negli usa paghi uguale.a parte questo, i prezzi degli Hotel a Miami non mi sono parsi affatto a buon mercato, quando sono stata nel 2010, molto più cari che in Italia, a parità di qualità,non so se siano diminuiti adesso, mentre era decisamente molto conveniente lo shopping. intanto l’imposta di consumo era più o meno il 7% mi pare di ricordare, e già si risparmia il 13 solo di tasse.

lampo
Scritto il 16 Luglio 2013 at 23:32

perplessa@finanza,

Sì hai ragione. Non sapevo di questa cosa. Dall’archivio di Repubblica:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/31/inglese-parigi-non-sara-piu.html

Un editoriale di Internazionale, risalente a qualche mese fa ci aggiorna sull’evoluzione della questione:
http://www.internazionale.it/opinioni/tullio-de-mauro/2013/05/02/la-gran-guerra-francese-della-lingua/

Interessante indubbiamente. Ci fa comprendere anche altri aspetti di questa “Unione” Europea 🙄

idleproc
Scritto il 17 Luglio 2013 at 01:02

…ciò che stanno cercando di imporre è un governo globale in cui tutti i popoli siano soggetti a regime coloniale sovranazionale e sovracontinentale… Con un’ideologiea comune iperliberista verso il basso e oligopolista al centro, un modello unico di pensiero e comportamenti. Non funzionerà. Gli sta andando buca a catena. E’ l’ideologia di una degenerazione storica ed evolutiva del sistema capitalistico verso la sua totale finanziarizzazione e in cui non si fa più profitto con l’investimento del capitale nella produzione e nello sviluppo delle forze produttive ma è diventato un sistema usuraio-parassitario su tutto il corpo sociale.
E’ così che si è arrivati, mutatis mutandis, a Cromwell e alla Rivoluzione Francese.
L’altra possibilità è quello che è accaduto nel processo finale di disintegrazione dell’Impero Romano.
Ci vorrà del tempo ma penso che sia nella logica delle cose.
Meglio godersi la vita nel breve, poco si può fare per modificare la direzione dei processi socio-economici.

Vincent Vega
Scritto il 17 Luglio 2013 at 16:56

perplessa@finanza:
Vincent Vega,

di buono c’è ancora in Italia,come in altri paesi europei che la singola ha uno sconto consistente. Negli usa paghi uguale.a parte questo, i prezzi degli Hotel a Miami non mi sono parsi affatto a buon mercato, quando sono stata nel 2010, molto più cari che in Italia, a parità di qualità,non so se siano diminuiti adesso, mentre eradecisamente molto conveniente lo shopping. intanto l’imposta di consumo era più o meno il 7% mi pare di ricordare, e già si risparmia il 13 solo di tasse.

Sono abituato ai prezzi di milano marittima, la vita mi è sembrata molto meno cara che in Italia (anch’io nel 2010); 1$=1€ all’interno, ma a me costava circa 0,67€ ….. inoltre ho trovato un ostello a 22$ a notte, qui non esiste!
Per gli hotel costosi e shopping conveniente concordo.

paolo41
Scritto il 17 Luglio 2013 at 18:37

ho vissuto diversi anni in USA e l’ho attraversata in lungo e largo; posso dire che si trovano hotels di ottimo livello a prezzi più che convenienti. Basta sapersi organizzare il viaggio..
Le mie esperienze parigine sono invece nel complesso negative: hotels cari e con un livello di pulizia che spesso lasciava a desiderare ( anche nei migliori hotels).
In compenso sia in USA che in Francia ottima cucina!!

idleproc
Scritto il 17 Luglio 2013 at 21:39

paolo41,

Paolo, mi interessa la tua valutazione “ottima” sulla “cucina” US.
Dammi alcune dritte onde mi possa ravvedere operosamente.
Personalmente non vado oltre la tex-mex che mi piace parecchio e soddisfa il mio sentire nazionale allargato al TX.

kry
Scritto il 17 Luglio 2013 at 22:54

Lampo Scrive:
14 luglio 2013 alle 23:44
kry@finanza,
Ma mi leggi nel pensiero? Hai scritto tutto quello che penso relativamente i punti precedentemente sintetizzati in elenco e che, ovviamente, non voglio scrivere! C’è sempre una speranza.
Però ti sei dimenticato di una cosa importante: sul tema delle multinazionali e della globalizzazione… siamo arrivati al Bangladesh, nel senso che Paese più povero non esisteva (adesso, grazie alle multinazionali, sta migliorando!). Capolinea… a meno che vogliano far impoverire gli altri…
Già questo dovrebbe far pensare e meditare… nel senso che per mantenere lo status quo siamo entrati in un processo particolare e per certi versi nuovo. Non è più centrale il tema del consumismo e quindi l’individualismo… se non come consumi di mantenimento ed incomprimibili (per certi versi). Adesso è importante continuare nell’accentramento di ricchezza, potere e contemporaneo impoverimento della popolazione nei Paesi “industrializzati” (specialmente quando sono da socializzare le perdite), con conseguente perdita di significato della parola “democrazia” (qui forse ci stanno riconducendo alla realtà che non volevamo vedere), ecc.
Però rimango con un fondo di ottimismo, nel senso che la capacità di adattamento umana è unica.
Per cui anche in tale processo è possibile trovare delle occasioni ed oasi di felicità… è successo in tutti i momenti più tragici della storia… basta avere la sensibilità e gli occhi per guardare… e, soprattutto, avere la capacità di accontentarsi, che ha volte significa apprezzare aspetti dal valore inestimabile… che i mass-media, gli stereotipi o semplicemente la routine quotidiana ci aveva abituati a valorizzarli quasi un nonnulla.
Un esempio è il tempo che pian piano ci rimane in più, quasi senza rendercene conto. Una ricchezza inestimabile…. soprattutto per chi si accorge di averne sempre meno o di averne perso tanto per correre dietro a qualcosa che considerava importante ma poi si è rivelato insignificante.
idleproc@finanza,

…ciò che stanno cercando di imporre è un governo globale in cui tutti i popoli siano soggetti a regime coloniale sovranazionale e sovracontinentale… Con un’ideologiea comune iperliberista verso il basso e oligopolista al centro, un modello unico di pensiero e comportamenti. Non funzionerà. Gli sta andando buca a catena. E’ l’ideologia di una degenerazione storica ed evolutiva del sistema capitalistico verso la sua totale finanziarizzazione e in cui non si fa più profitto con l’investimento del capitale nella produzione e nello sviluppo delle forze produttive ma è diventato un sistema usuraio-parassitario su tutto il corpo sociale.
E’ così che si è arrivati, mutatis mutandis, a Cromwell e alla Rivoluzione Francese.
L’altra possibilità è quello che è accaduto nel processo finale di disintegrazione dell’Impero Romano.
Ci vorrà del tempo ma penso che sia nella logica delle cose.
Meglio godersi la vita nel breve, poco si può fare per modificare la direzione dei processi socio-economici.———————- Penso che tutto sommato state dicendo le stesse cose e che condivido in pieno. Quello che mi incuriosisce e cosa s’inventeranno le multinazionali per poter continuare a contare sui propri profitti. E vero che il numero di potenziali nuovi consumatori è in aumento ma il prodotto per forza di cose e grazie alla tecnologia è costretto a calare di prezzo a meno che la Grecia vada a sostituire il bangladesh.

lampo
Scritto il 18 Luglio 2013 at 01:19

kry@finanza,

Dipende da come la vedi: è la Grecia che si allinea al Bangladesh oppure il contrario? 🙄
Ovviamente vale anche per altri Paesi…

Le multinazionali hanno il know-how per entrare in quasi qualsiasi mercato… e lasciare quelli non più profittevoli, oppure rimanerci se hanno una quota di mercato sufficiente a rendere redditizi i consumi di mantenimento/ricambio praticamente incomprimibili (almeno per il momento).

kry
Scritto il 18 Luglio 2013 at 13:13

Volevo già risponderti il 14/07. Io vedo l’occidente industrializzato scendere e gli stipendi come in germania con i minijob sono una conferma, mentre i paesi in via di sviluppo crescere di conseguenza. Mi sono fatto gennaio 2012 una settimana in Tunisia (e conosco abbastanza anche la Turchia ) e non è possibile che un servizio come il barbiere costi 1/4- 1/5 rispetto a noi. L’economia con il tempo riequilibra tutto e con la globalizzazione mi sembra che ciò stia avvenendo purtroppo a nostro svantaggio. Stiamo pagando gli eccessi passati a discapito delle nazioni del terzo mondo che ora ci presentano il conto con gli interessi.

I sondaggi di I&M

Come vorresti I&M?

View Results

Loading ... Loading ...