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Nikkei: altro tonfo (-3.80%). E la “terza freccia” potrebbe non bastare
Nuova seduta fortemente ribassista per le borse asiatiche ed in particolar modo per il Nikkei che perde nuovamente oltre il 3%.
Il grande protagonista del momento, il ovvero il primo ministro Shinzo Abe, fautore della celeberrima Abenomics, ha illustrato le sue strategie di crescita economica del Giappone. Un insieme di dati e parole che non hanno assolutamente colpito in modo positivo gli analisti. Infatti in molti si sarebbero aspettati previsioni ben diverse, molto più “performanti”. E la cosiddetta “terza freccia” che verrà dettagliata la prossima settimana non è più motore di entusiasmo.
Japanese stocks fell after Abe pledged a legislative campaign to loosen rules on businesses ranging from non- prescription drugs to construction. Legislation will be enacted as soon as autumn, which means he’s putting off taking on vested interests until after next month’s election for the upper house of parliament. The growth strategy, which is to be detailed next week, is the “third arrow” of Abe’s economic revival plan to accompany fiscal and monetary stimulus. (Source)
Il mercato inizia a capire che la bomba dell’Abenomics poteva avere effetto limitato in un mercato molto difficile e complesso.
E se le cose vanno storte occorre rapidamente passare ad un piano B. Riuscirà anche stavolta a sorprenderci il mitico Abe?
Grafico Nikkei intraday
Il piano di Abe
Il target generale. L’obiettivo generale è quello di una crescita media del prodotto interno lordo reale del 2% e di quello nominale del 3% nel corso del prossimo decennio, rispetto a una crescita reale dello 0,89% e alla contrazione dello 0,46% del Pil nominale registrati nello scorso decennio. Nel corso dei prossimi 10 anni il Pil annuale pro capite dovrà crescere di almeno il 3%, con un aumento del reddito medio pro capite di almeno 1,5 milioni di yen (oggi è di circa 3,8 milioni di yen).
Le misure principali per conseguire questo rilancio dell’economia sono:
1) Aumentare entro il 2018 al 70% dall’attuale 19%, la percentuale del commercio estero giapponese che ricade nell’ambito di Free Trade Agreements (accordi di libero scambio). Tokyo spera anche di assumere un ruolo importante nella definizione di nuove regole liberalizzatrici del trade internazionale. Da poco il governo ha iniziato le trattative di Fta con l’Unione Europea e a breve si unirà ai negoziati per una Trans-Pacific Partnership (con gli Stati Uniti e alcuni Paesi asiatici e latino-americani), mentre ricercherà analoghi patti con Cina e Corea del Sud.
2) Tagli prospettati alla corporate tax, in particolare in relazione agli investimenti di capitale e alle spese per ricerca e sviluppo
3) Istituzione di zone economiche speciali dove la deregulation sarà più intensa, anche al fine di aumentare gli investimenti diretti stranieri a 35mila miliardi di yen entro il 2020 dall’attuale stock di 17.800 miliardi di yen
4) Facilitazione dell’attività di M&A (fusioni e acquisizioni) attraverso benefìci fiscali e agevolazioni alla mobilità del lavoro nei settori in cui il numero di aziende appare eccessivo, minandone la redditività e la competitività internazionale.
5) Riforma del settore agricolo con la promozione dell’ingresso di nuove imprese, dell’export di prodotti alimentari made in Japan e del consolidamento in più ampi lotti delle piccole aziende: l’obiettivo è un aumento delle imprese (non nuclei familiari) operanti nel settore agricolo ad almeno 50mila entro il 2020, quattro volte il numero attuale.
6) Riforma del settore delle utility : separazione della distribuzione dalla generazione, piena liberalizzazione del mercato dell’elettricità al dettaglio, incremento del 50% in 10 anni delle spese di capitale delle utility a 30mila miliardi di yen.
7) Promozione di una ripresa dell’energia nucleare al fine dichiarato di ridurre i costi dell’elettricità per imprese e famiglie (dopo l’incidente di Fukushima, attualmente solo 2 reattori su 50 sono funzionanti nel Paese).
8) Promozione del lavoro femminile e della crescita professionale delle donne, principalmente attraverso misure di supporto a un bilanciamento tra vita familiare e impegni occupazionali.
9) Incentivazione allo spostamento di lavoratori da settori maturi a comparti in crescita.
10)Allentamento dei regolamenti edilizi nei centri urbani.
11)Liberalizzazioni parziali nel settore medicale e farmaceutico. Ammissione delle vendite online dei farmaci over-the-counter. (Source)
STAY TUNED!
DT
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Abe è un attore tragico/comico. Non è che è stato paracadutato lì da Marte, è parte del partito che ha governato il Giappone dalla fine della guerra con una breve interruzione. Partito che è responsabile con le sue sciagurate politiche della crisi attuale. Quali ? Una su tutte: negare la natura della crisi della fine degli anni 80, zombificare l’intero sistema finanziario, proteggere istituzioni finanziarie fallite e le grandi zaibatsu industriali i cui bilanci sono più opachi del piombo.
Tra i punti del programma di rilancio alcuni sono esilaranti, questa gente non è solo poco capace, è stupida, un cocktail esplosivo. Manca il solo punto che potrebbe aiutare almeno un pò: incentivare l’approdo di immigrati dall’estero attraverso una mirata e ordinata politica dell’immigrazione. Non esistono immigrati in Giappone, sono ottusamente nazionalisti, il culo alla vecchia lo pulirà un robot e non la badante filippina. Fantastico il punto in cui si suggerisce una politica per favorire gli investimenti esteri in Giappone. Ma che roba fumano ?
Peccato, alla fine dovranno tornare ai samurai.
Concordo da 1/4 di secolo con la tua vision…….sino al 1970….ossia sino all’epoca dei cambi fissi…. il rapporto di cambio dollaro/yen era pari a 360……..con l’introduzione dei cambi flessibili……lo yen a causa del mega surplus della loro bilancia commerciale………si è apprezzato progressivamente…….nonostante i loro tentativi di impedirne la rivalutazione mediante una politica monetaria iper espansiva…… che favoriva il deflusso dei capitali derivanti dall’avanzo commerciale…….e cosi facendo sono finiti nella cosiddetta ” trappola della liquidità “……..Ed oggi a distanza di decenni credono di riproporre ancora la stessa ricetta……ma il mercato sa bene di cosa si tratta
e basta con ste fesserie del “mercato” !!! quale mercato ? ce ne sono tanti, diversi agenti che raccontano una cosa e fanno il contrario ed eserciti di allocchi che beccano quello che racconta hatzius o bill gross, ma figuriamoci ! Il mercato è un sistema di vasi comunicanti, se qualcuno guadagna, altri devono perdere.
ALcuni punti dell’agenda Abe non sono male soprattutto per un paese come come L’italia.
Certo che poi il rischio è alto se all’inflazione vs debito è un equilibrio delicato…se qualcosa non funziona salta tutto
la vedo molto male
già da questa estate e autunno