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Quale futuro per i BTp? Ipotesi di breve e medio lungo termine.
Non scordiamoci dello scudo anti spread, anche se nel breve la volatilità potrebbe dominare sui mercati del debito pubblico italiano.
Inutile fare una cronistoria della giornata di ieri. Borse ovviamente in picchiata (con lieve recupero) e spread Bund BTP in salita.
Giornata negativa a Piazza Affari, dove gli operatori si sono dati alle vendite in risposta all’annuncio delle dimissioni di Mario Monti, dopo la crisi di governo aperta dal Pdl e il ritorno in campo di Silvio Berlusconi. Il mercato, aiutato anche dal trend lievemente positivo di Wall Street, ha poi recuperato ampiamente dai minimi, terminando con un calo di poco superiore al 2%. Le incertezze sullo scenario politico italiano hanno favorito le vendite, anche alla luce dell’allargamento dello spread Btp-Bund, a quota 351 punti base in chiusura, dopo un balzo oltre quota 360. Un ampliamento del differenziale che ha penalizzato soprattutto le banche, a causa dei loro ricchi portafogli in titoli di Stato italiani. «La decisione di Mario Monti creerà probabilmente ulteriore volatilità sul differenziale Italia-Germania anche in occasione delle aste di titoli di Stato da 10 miliardi in programma questa settimana», commenta Banca Akros. (Corsera)
E’ stato poi interessante leggere i vari commenti sull’accaduto da parte dei tecnocrati e politici europei.
Martin Schulz non usa mezzi termini quando gli si chiede del Cavaliere che ritorna. Trova al volo le parole per dire che non gli pare un affare per nessuno in Europa, eppure la espressione è quella che la dice più lunga: è una via di mezzo fra il fastidio e lo sconforto. «L’Ue ha bisogno di stabilità e Berlusconi rappresenta l’esatto contrario della stabilità», sentenzia il presidente dell’Europarlamento. (…) Tace per ora il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, dai cui quartieri trapela qualche segnale di apprensione per l’immediato avvenire del Paese. Il ruolo suggerisce al fiammingo di non sbilanciarsi. Eppure, sottolineano i ben informati, il timore che un’instabilità italiana contagi la relativa calma del rapporto fra Ue e mercati risulta essere reale.
Anche Josè Manuel Barroso, guida della Commissione Ue, non vuole interferire colle scelte della politica. «Sono i popoli che devono decidere il proprio futuro», ha detto nella conferenza stampa a cui ha partecipato con gli altri due presidenti europei che oggi ritireranno il premio norvegese. I collaboratori ricordano però che la linea del portoghese è chiara, «l’Italia non deve illudersi che ci siano soluzioni facili o magiche per migliorare la competitività del Paese». A suo avviso, «resta prioritario il cammino delle riforme e del risanamento dei conti pubblici». Anche perché, «sebbene ci siano stati dei miglioramenti», le prospettive per il bel Paese «permangono negative». (…) Cosa debbano pensare la cancelliera tedesca e il presidente francese sulla ridiscesa in campo di Berlusconi è facile da immaginare. Schulz, da parte sua, ha deciso di sparare a zero. «Tanti dei problemi dell’Italia sono il risultato dei 10 anni in cui Berlusconi è stato primo ministro», ha detto all’agenzia Ansa. Il ritorno del Cavaliere gli pare «un gioco politico, molto legato ai suoi interessi particolari» che mette «in secondo piano» il Paese. E ancora: «Non posso credere che, dopo un anno di governo Monti e tutti gli sforzi che sono stati fatti, la gente dimentichi che è stato lui a governare prima». (LaStampa)
Certo che a leggere tutti questi commenti la preoccupazione non può che aumentare. Se poi si somma il tutto alla reazione di mercati, beh, un po’ di tremolio alle gambe è inevitabile.
E allora… andiamo al nocciolo della questione.
Cosa capiterà ora? Si va verso il default? E lo spread BTP Bund tornerà a 500 bp?
Tanto per cominciare, quanto è accaduto era nell’aria e la stessa volatilità: esageratamente compressa, non aspettava altro che una buona occasione per poter sbalzare su e tornare regina. La crisi politica italiana è stata sicuramente un’argomentazione eccellente. Ed ecco quindi che proprio i BTP (di cui spesso ho parlato anche in Compass, avvertendo che erano sì protetti dalla BCE ma che avevano fatto un rally troppo veloce) erano a serio rischio di correzione. Inoltre alcuni fattori tecnici avevano suggerito il SELL la settimana scorsa.
E come si temeva se la crescita era rapida, la discesa è stata invece…rapidissima.
Spread BTP Bund a circa 350 bp (lasciamo perdere al momento i discorsi sulla logica a ritrovarsi in una struttura che si chiama UNIONE EUROPEA uno spread di tali dimensioni proprio con un mercato che dovrebbe essere unito) e BTP in forte discesa. Ma per quanto?
Grafico BTP Future
IO preferisco come sempre non sbilanciarmi, proprio perché innanzitutto non ho la sfera di cristallo. E poi perché ogni risparmiatore/investitore può avere diverse propensioni al rischio, diverse ottiche temporali, diverse necessità di investimento.
Mi limito solo a fare questo ragionamento che reputo importante.
Scenari di Breve e di Medio Lungo termine per i BTp
Nel breve non escludo assolutamente una volatilità anche elevata. L’incertezza del momento porterà alti e bassi, timori e nuova fiducia, parole e discussioni. Ma poi nel medio lungo non dimentichiamo mai che, rispetto a sei mesi fa, abbiamo un “jolly” da giocare. Si chiama “scudo anti spread”. Un mix esplosivo fornito dalla BCE che offre la collaborazione di due strutture, operanti sia sul mercato primario che secondario. Trattasi del binomio OMT + ESM.
Limiti volumetrici all’operatività: nessuno (illimitata).
Condizioni di acquisto: quelle di mercato.
Oneri per il paese che CHIEDE aiuto alla BCE: Mou, il Memorandum of Understanding.
Proprio quello che la Spagna non vuole vedere ma che in caso di necessità estrema verrà preso in considerazione da Madrid. E a questo punto anche da Roma.
Ma cos’è il MoU? Si tratta di un foglio d’intesa dove la Bce detterà legge su cosa dovrà fare lo stato richiedente (ristrutturazioni economiche, tagli alla spesa pubblica, abbattimento debito, operazioni per riduzione deficit, ecc ecc, il tutto monitorato trimestralmente dalla Troika BCE-UE-FMI) nel corso degli anni per avere il sostegno della BCE. E se non riga dritto…saranno cavoli acidi.
Se l’Italia chiedesse aiuto alla BCE, i BTp ancor prima dell’intervento fisico di Bruxelles, prenderebbero il volo. E ritengo che prima di qualsiasi ipotesi drammatica, l’Italia farà ricorso allo scudo anti spread.
Il dopo, per noi italiani, sarà però durissimo. Tanto che l’attuale austerity sembrerà quasi una passeggiata.
STAY TUNED!
DT
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Salve, personalmente oggi sono molto piu tranquillo sullo spread, d’altronde c’è Mario Draghi che acquista in quantità industrialmente illimitata i titoli di stato ed è costretto a farlo anche per l’Italia, poi c’è anche il fatto che anche le banche italiane stanno facendo buy back sui nostri titoli pubblici e ad oggi il 65% dei BTP sono tornati a casa. Con queste premesse la Speculazione ha le ali tarpate e non ci saranno dunque grossi scossoni sullo spread, difatti oggi il differenziale è gia sceso parecchio, si è trattato solo di una fiammata.
Non mi tornano i conti.
Attualmente L’EFSF dispone di poco meno di 150 miliardi di euro sui 440 dalla nascita (mangiati due terzi in poco più di due anni). Notate che quasi 150 miliardi sono stati impegnati soltanto in Grecia.
Il dettaglio:
http://www.efsf.europa.eu/attachments/efsf_commitments_and_lending_capacity.pdf
a cui manca la terza tranche greca, Cipro (che è in difficoltà per l’esposizione nei confronti della Grecia), mentre sono inclusi i 100 miliardi della Spagna… che poi sono in corso di spostamento nell’ESM assieme ai 150 miliardi di rimanenza.
L’ESM dispone sì di una capacità di prestito di 500 miliardi… ma è puramente teorica considerato che attualmente è praticamente vuoto. Gli 80 miliardi iniziali sono in corso di versamento ( se ricordo bene le cifre 32 miliardi sono in corso di versamento quest’anno, 32 nel 2013 e 16 nel 2014).. e il resto proviene dal giro di partita del residuo EFSF (sempre che nel frattempo ne rimangano). Poi gran parte dovrebbe essere racimolata con emissioni… che però sono già state azzoppate dal declassamento da parte delle agenzie di rating, Moody’s in particolare (declassamento che ha sorpreso lo stesso EFSF ed ESM, visto il comunicato che appare su entrambi i siti).
Mi risulta che ci siano molti candidati per il “MoU” (non li cito per evitare speculazione), ma non è il momento visto che è evidente che se la Grecia, piccola com’è, si è pappata 150 miliardi… gli altri candidati in proporzione avranno bisogno complessivamente di un multiplo di tale cifra che attualmente non c’è.
Ricordo che paradossalmente la maggior parte di tale cifra la dovrà versare chi poi firmerà il contratto (MoU), ovvero chi ne avrà bisogno…
Quindi bisogna prendere tempo… e dire che il bazooka c’è ed è sempre pronto!
Fra due anni i soldi dei due LTRO dovranno essere restituiti… ma è evidente che sarà molto difficile per i sottoscrittori del MoU visto che già devono versare i soldi che vengono restituiti per salvarsi…
Quindi se permane la situazione attuale probabilmente verranno emessi nuovi LTRO per ripagare i vecchi…
Non so ma mi pare che una volta tanto il comunicato di circa un anno fa del FMI sia ancora di attualità_
“Fmi: contro crisi unire Efsf ed Esm e aumentarne dotazione finanziaria”
http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-1021430/fmi-crisi-unire-efsf-esm
Insomma l’unione bancaria e la riduzione della leva da parte del sistema bancario europeo è quanto mai urgente ed attuale.
Peccato però che rimandano sempre più avanti l’intesa…
Spero di essere riuscito a spiegare la perplessità della mia affermazione iniziale. La coperta diventa sempre più corta.
per me c’è stata tanta incomprensibile paura e conseguente speculazione. Se ragioniamo con calma, non è saltato l’attuale governo che continua ad operare fino alle elezioni; ci sarà (ed è meglio) solo un piccolo anticipo. Non è male anzi, a mio avviso, una pausa di riflessione, perchè nel mondo industriale non sono più validi i parametri che valevano 15-20 anni fa e chiunque vada al governo deve avere le professionalità e la volonta per affrontare la nuova situazione e pianificare uno sviluppo sostenibile.
I soldi per investire nello sviluppo ci sono perchè occorre riorganizzare lo Stato, abolire le provincie, mettere le regioni sotto il controllo stretto della Corte dei conti, togliere le regioni autonome, tagliare tutti gli enti inutili e improduttivi, tagliare i costi della politica, tutto questo per finanziare grandi investimenti in infrastrutture e ridurre il carico fiscale su imprese e lavoratori.
Monti ha dimostrato che non è riuscito a realizzare quanto sopra, anzi in un certo senso ha finito per aggravare la situazione e questo è successo o per incapacità propria o perchè ostacolato dalla casta”mafiosa” che prevale fra i nostri politici sempre pronti a difendere i loro privilegi.
E non agitiamoci se Berlusconi torna in campo: ha fatto il suo tempo.
Preoccupiamoci, invece che la gente, stanca della politica attuale, riesca a far capire a chi sarà responsabile del nuovo governo che ora sono necessari fatti e non vane parole e che è arrivato il momento (ed è l’ultimo treno) di mettere veramente gli attributi sul tavolo.
Paradosso della comicità: l’unico che sembra veramente intenzionato a tagliare è Grillo…. e, con questo ho detto tutto.