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CINA: una bilancia commerciale che va oltre i semplici numeri

Scritto il alle 14:21 da Danilo DT

La bilancia commerciale della CINA, pubblicata nel week end, ha fatto capire molte cose. Un grafico così anomalo va a spiegare lo strano comportamento di determinate asset class. In primis delle commodity.

Come potete vedere, il grafico qui sotto mette in evidenza la bilancia commerciale cinese di febbraio pubblicata la settimana scorsa e risultata sul livello più basso da ottobre 2008.
Pechino ci comunica che le esportazioni sono aumentate rispetto allo stesso mese dell’anno precedente del 18.4%, mentre le importazioni di quasi il 40%. La somma delle parti ci porta a dire che la bilancia commerciale della Cina ci va a a registrare un saldo negativo (-31.5 miliardi di dollari), rispetto ai +27.2 miliardi di gennaio. Un’inversione di tendenza veramente violentissima e ben visibile dal grafico.

 Cosa ci suggerisce questo grafico?

In una fase economica dove la debolezza è globalizzata, dove anche la stessa Cina si ritrova con una produzione industriale e vendite al dettaglio in forte rallentamento, troviamo quindi poco export ma molto import, soprattutto di materie prime, fortemente comprate nel mese di febbraio.

Tenendo conto che l’inflazione cinese è in calo, complice il rallentamento economico, e visto anche l’outlook non certo brillantissimo (rispetto al passato) per i prossimi mesi, non possiamo quindi escludere nuove manovre di politica monetaria, facendo magari leva sul coefficiente di riserva obbligatoria delle banche.

Loro, i cinesi, questo se lo possono permettere…

Tutto questo ci fa capire quali enormi spazi di manovra abbia la PBOC, la banca centrale cinese… Un ulteriore elemento che mette in evidenza la differenza forza economica e le divergenti prospettive tra le economie del globo.

Detto in modo molto “sportivo”, hanno i soldi, hanno i mezzi, hanno gli spazi, hanno il numero di teste, hanno tanta voglia di fare, insomma hanno tutto quello che noi avevamo ai tempi del grande Boom economico e che oggi non abbiamo più.
In più non hanno debito (noi invece….) e quindi…la morale è semplice. Come dice spesso Gaolin, rischiamo di finire al mercatino delle pulci dove QUALCUNO ci comprerà a prezzi di liquidazione e si prenderà tutto…


Meditate gente, meditate…

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DT

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23 commenti Commenta
gaolin
Scritto il 13 Marzo 2012 at 16:03

Articolo che analizza perfettamente la vicenda del deficit commerciale cinese del mese scorso.
Per i più la notizia è passata come un inizio delle difficoltà cinesi, visto come è stata data.

Invece non è così, per chi vuol cominciare a capire è un piccolo segnale di cosa ci sta per piombare addosso a noi ancora ignari occidentali.

Con le loro riserve valutarie in possesso, con la forza del numero (1.350.000.000 di cinesi), con la loro grande e ammirevole operosità, con la PBOC che hestisce il cambio del RMB come le aggrada, con gli occidentali che fanno baruffa fra loro, questi sono in grado di fare sfracelli e piano piano, se gli altri continuano a non capire cosa sta accadendo, conquisteranno il mondo.

Il metodo cinese funziona così.

sturmer
Scritto il 13 Marzo 2012 at 16:13

Tutto vero… ma hanno anche un tallone di Achille… la loro economia dipende in buona parte dalle esportazioni nel resto del mondo.

Cosa succederebbe se convincessimo i tedeschi (maggiori esportatori in Cina di macchine utensili, e quindi principali “utili idioti” a voler mantenere aperti i mercati europei) a chiudere/rallentare/limitare il wto?

billbill
Scritto il 13 Marzo 2012 at 16:36

Ma non era successo lo stesso ai giapponesi, che nel ’90 stavano conquistando Manhattan?… …

gaolin
Scritto il 13 Marzo 2012 at 16:57

La grande differenza è che i cinesi sono 1.350.000.000 i giapponesi un decimo

kry
Scritto il 13 Marzo 2012 at 16:58

gaolin@finanza,

Sul metodo che funzioni nessun dubbio. Si dice non fare i conti senza l’oste: in questo caso l’oste lo vedrei come il popolo. In germania dopo 10 anni cominciano a farsi sentire le prime rivendicazioni salariali e credo che anche i cinesi non siano da meno. Intanto concordo che è meglio che ci svegliamo anche perchè a suo tempo abbiamo regalato la tecnologia produttiva.

anonimocds
Scritto il 13 Marzo 2012 at 17:04

Sono il primo sostenitore della Cina e della sua ascesa nel medio periodo.

leggo questo inizo di inversione di trend della bil comm.le come maggiore domanda interna accompagnata da frenata di export verso USA ma soprattuto Jpaan e ancora di piu’ Europa, l’unica verso cui le export sono diminuite (pur positivo la variaz dell’ export é diminuito verso USA e caduto verso Japan).
Insomma, forse non é tutto un male…potremmo esportare di piu’ verso quella massa di consumatori…

…massa di consumatori che ha un reddito MEDIO di 5.500 / 6.000 USD all’anno… (1.500 / 1700 USD per l’India).

E’ vero anche quello che si diceva per il Giappone a fine anni 80… col risultatochge hanno perso 20 anni e sono sull’orlo del default o di un haircut se non gli parte un po’ di “sana” inflazone (cosa che la BoJ vorrebbe almeno all’1% e sta targettandola)

Forse i Paesi in via di Sviluppo sono una minaccia ma anche un’opportunita’. E la Cina é uno di questi…il piu’ ingombrante.

john_ludd
Scritto il 13 Marzo 2012 at 17:08

In gran parte sbagliato o per lo meno superficiale. Leggere quanto scrivono Michael Pettis e Patrick Chauvanec sui loro blog offre una visione assai diversa. Visto che insegnano economia e finanza a Pechino da 10 anni io mi fido abbastanza. Se poi quanto scrivono è considerato ottimistico da Andy Xie ex capo di Morgan Stanley Asia mi fido anche di più. In Cina il debito è altissimo e non basso, solo che non viene dichiarato, sepolto com’è nei bilanci delle banche e delle province. L’inflazione non è bassa, ma alta. I dati vengono confezionati dal comitato centrale e dati alla stampa. Quest’anno si è deciso che la crescita è il 7,5% ma x Chauvanec il dato reale sarà molto inferiore. Se poi il rame sale non c’entra nulla con i consumi ma con la finanziarizzazione dello stesso. Ho postato molti link ad articoli sul tema. Se poi ci si vuole cullare nell’illusione che la Cina consuma x davvero tutto quel rame ok. La Cina non è un sistema come gli altri e non li può misurare con lo stesso metro, ma in ogni luogo e in ogni epoca le bolle scoppiano e la Cina è in parte una mega bolla. Alla fine degli anni 80 il Giappone era la tigre del mondo. Poi… BOOOOOMMMMMM

anonimocds
Scritto il 13 Marzo 2012 at 17:12

certo. Property Market tirato.

i crediti delle banche…chissá cosa c’e in quei bilanci e chi guida gli uffici di Risk Management. Le banche hanno come amministratori dirigenti di partito

i consumi di elettricita’ nell’ultimo mese e mezzo sono assai calati.

tutti camnpanelli di allarme.

Quanto all’affidabilita’ dei dati puo’ anche darsi che loro dicoano quest’anno 8% e PUUUM rtegistramo 8.1%
Ma gli eccessi prima o poi verranno fuori.

gaolin
Scritto il 13 Marzo 2012 at 17:21

john_ludd@finanza,

Chi in Cina ci siano parecchio incongruenze è verissimo. Come pure è vero che i dati che vengono divulgati possono essere un po’ taroccati. Come è pure vero che la loro bolla immobiliare è di un’unenormità per noi inconcepibile. Come è pure vero che la loro dipendenza dall’export è esageratamente alta, quasi come il Giappone. Ecc. ecc.

Resta il fatto che sono in 1.350.000.000 con una gran voglia di arricchirsi, di crescere, di diventare la nazione numero 1.

Pur con tante contraddizioni ci riusciranno, molto prima di quello che possiamo pensare o vorremmo credere noi occidentali.

Ovviamente se li lasciamo fare e magari senza accorgersi li aiutiamo, come sta accadendo.

Cerchiamo di non sperare troppo nel loro SBOOOOMMMMMMM.

anonimocds
Scritto il 13 Marzo 2012 at 17:25

tutt’altro. Spero nel loro BOOM. e nella loro domanda interna che richieda bene, manufatti e tanto know how Made in Italy (o Made in Europe).
Se la torta si allarga e loro saranno i primi beneficiari non é detto che noi dobbiamo per forza soccombere.

kry
Scritto il 13 Marzo 2012 at 17:45

anonimocds,

Non è così. Come dice Gaolin noi non ci accorgiamo che li stiamo aiutando. Noi occidentali il nostro know how per necessità di vendita non ce lo facciamo pagare abbastanza anzi possiamo dire che lo regaliamo. I cinesi comprano un macchinario e lo copiano 20,30, 50 volte. Sono grandissimi risparmiatori e cominceranno ad importare quando non avranno voglia di lavorare e per allora noi saremo più poveri di loro.

gaolin
Scritto il 13 Marzo 2012 at 18:02

kry@finanza,

Proprio così

john_ludd
Scritto il 13 Marzo 2012 at 18:05

gaolin@finanza,

Gaolin sperare nello sboom della Cina non sarebbe intelligente. Cosa accadrebbe ? Calo del cambio, ulteriore forte pressione sui prezzi. Come reagirebbero da noi ? Barriere doganali etc… La possibilità che questo scenario si avveri a mio avviso è prossima al 100%. Siamo a una nuova versione degli anni 30, solo che è peggio. Questo è quello che pensa Pettis uno di quelli che ascolto sempre:

http://www.mpettis.com/2011/08/28/some-predictions-for-the-rest-of-the-decade/

john_ludd
Scritto il 13 Marzo 2012 at 18:08

kry@finanza,

e’ vero che sono grandissimi risparmiatori ma domandati perché. Qui trovi la risposta, spulcia tra i vari post degli ultimi anni e avrai una visione più corretta del mondo Cina. Ormai leggo solo quanto accade in USA e Cina il resto è irrilevante. Ma mi sono serviti molti mesi per abbattere i luoghi comuni e le cattive idee…

http://www.mpettis.com/

http://chovanec.wordpress.com/

gaolin
Scritto il 13 Marzo 2012 at 18:29

john_ludd@finanza,

Ho solo iniziato a leggere l’articolo che citi. Me lo leggerò con calma visto che è lungo.
In ogni caso dici bene che di Cina si parla di solito in modo non corretto.

In genere si tende a parlarne con la visione occidentale dei problemi e del mondo.
La Cina è qualcosa di diverso ed è molto difficile capire il fenomeno e la mentalità cinese se non si vive lì per un bel po’.
Ciò nonostante non si finisce mai di stupirsi.

kry
Scritto il 13 Marzo 2012 at 18:31

john_ludd@finanza,

Grazie, da una prima visione credo che impiegherò davvero qualche mese. I cinesi sono sempre stati dei grandissimi risparmiatori, più di noi italiani,ma nessuno lo diceva.

atomictonto
Scritto il 13 Marzo 2012 at 18:39

Attenzione perchè ci sono diversi economisti Cinesi dissidenti che invece dicono che i numeri sono fortemente truccati, parlano in sostanza di una colossale Grecia.
Quanto è il debito pubblico Cinese in realtà, chi lo calcola?
Come e quanto bene è calcolato il PIL?
E l’inflazione, chi calcola l’inflazione per una nazione cosi vasta?
La risposta è una sola: il Governo Cinese, monolitico, secretivo e moooolto restio a concedere di “ficcare il naso”…nessuna agenzia indipendente, nessuna autorità istituzionale svincolata dalla politica (unica e non democratica), nessuna libertà “vera” di informazione e una corruzzione che è addirittura endemica alla cultura locale, forse persino piu che da noi.

Scritto il 13 Marzo 2012 at 19:55

Ehhhhhh…carissimi….certo che se poi i cinesi mi certificano dati falsi, io posso fare tutto il possibile, però…. 🙄

kry
Scritto il 13 Marzo 2012 at 20:40

Forse le massicce importazioni di rame possono essere interpretate come un investimento proprio contro l’inflazione. Perchè oltre all’uso industriale e come forma di garanzia nei pagamenti non intenderlo come l’oro dei poveri. Nel caso che i dati siano fasulli,in seguito a una sboom il denaro non varrebbe nulla mentre in uno scambio di baratto il rame varrebbe sempre qualcosa. Adesso sta arrivando la novità sulle terre rare vedremo chi la spunterà.

john_ludd
Scritto il 13 Marzo 2012 at 22:57

kry@finanza,

contro l’inflazione comprano oro, il governo compra il 100% della produzione nazionale (la prima al mondo) e attraverso operazioni coperte una quantità non nota a prezzi non noti. Ogni 4 o 5 anni annunciano al mondo quanto ne hanno. La prossima volta se mai ci sarà sarà una bella sorpresa. Per il rame è diverso. Viene comprato dalle società private e semi pubbliche al solo scopo di utilizzarlo come collaterale per ottenere prestiti dal sistema bancario ufficiale e dallo shadow banking (oh yes c’è anche là) aggirando le risibili regole imposte dal governo. Ne ha scritto in lungo e in largo Izabella Kaminska su FT. Fai una ricerca. e in ogni caso è giornalista con i contro fiocchi, il suo blog è da leggere sempre. Le quotazioni del rame si polverizzeranno quando il governo cinese farà sul serio. Nessuno sa quando però.

http://ftalphaville.ft.com/blog/author/izabellakaminskaftcom/

ottofranz
Scritto il 13 Marzo 2012 at 23:00

la cosa che mi fa pensare è che la bilancia è “sbilanciata” per le loro importazioni. ma non stanno importando beni di consumo. Stanno importando materie prime.

E sul fatto più poveri e più ricchi la differenza sarà visibile in base a questo

yaldus
Scritto il 13 Marzo 2012 at 23:35

Dal Chicago-blog di Oscar Giannino: “Le chiacchiere anticinesi ricorrenti sui media e in politica – nonché su libri come quello recente di Giulio Tremonti – stanno a zero. Per l’America frenata e per l’Europa in recessione, una crescita cinese meno stellare è un guaio imprevisto. Se al calo del commercio intraeuropeo per via della crisi dell’eurodebito aggiungiamo un ridimensionamento netto dell’altra metà del commercio mondiale, quello che fa capo a Cinasia, anche per le minicolomotive occidentali andrà peggio, e chi rallentarà ancor più saranno gli esportatori eurodeboli, in primis NOI.”
Eh si amici, temo proprio che dobbiamo prendere in serissima considerazione questa paurosa frenata cinese!!

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