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CURVA DEI TASSI: andamento e scenari
Le Banche Centrali si muovono in modo coordinato contro la crisi dei mercati. La strada presa è quella del quantitative easing e dell’inondazione del sistema finanziario di liquidità.
Una politica monetaria coordinata e comune che trova la conferma nella curva dei tassi swap.
Ora questa valanga di denaro non sta circolando, e per la maggior parte si trova nelle casse della stessa Banca Centrale in deposito o comunque è in attesa di un’allocazione.
Ma resta interessante buttare un occhio al grafico sovrapposto della curva dei tassi dell’area Euro, Dollaro e Sterlina, un buon indicatore per prendere coscienza della dianmica dei rendimenti sulle obbligazioni e sui Titoli di Stato.
Curva dei tassi sovrapposta
Come potete vedere, la curva dei tassi sovrapposta è praticamente similare. Notiamo solo un’anomalia nell’area 1-2 anni della curva americana, ma per il resto direi che le curva hanno una tendenza similare. Il che, secondo me, è il chiaro segnale che proprio in questo momento doev si parla di decoupling, la politica monetaria “ comune” fa si che i paesi “core” sono quanto mai vicini, uniti al fine di combattere la recessione e il credit crunch.
Auguri di buon lavoro, care Banche Centrali. Ne avete bisogno…
Appunti: come leggere la curva dei tassi
Vi propongo per una migliore interpretazione della curva dei tassi, una piccola bozza tratta dal sito di Consulenza finanziaria . Anceh perchè una corretta interpretazione della curva dei tassi aiuta a capire quali potrebbero essere gli scenari del mercato azionario.
A questo scopo si possono isolare quattro casi: curva normale, positiva, negativa e piatta:
1 – Curva normale
Quando gli investitori prevedono che l’economia registri tassi di crescita normali senza mutamenti significativi dei tassi d’inflazione, il grafico dei tassi registra una lieve curva verso l’alto.
Cosa significa?
Che in assenza di turbamenti economici, come nel dicembre 1984, gli investitori che impegnano il loro denaro per periodi più lunghi prevedono un premio maggiore – sotto forma di tassi d’interesse maggiori – rispetto a chi investe su breve periodo. Per le scadenze più lunghe salgono dunque i tassi e la curva si accentua.
Quando la curva è normale, economisti e trader dormono sonni più tranquilli.
2 – Curva impennata
In generale il tasso dei titoli di stato a 30 anni è superiore di tre punti di percentuale al rendimento dei titoli a tre mesi. Quando il divario è ancora più netto – e la curva dei tassi registra un’impennata – i detentori di titoli a lungo termine comunicano la sensazione che l’economia crescerà in fretta in futuro.
Che cosa significa?
E’ tipica all’inizio di un’espansione economica, che viene subito dopo la fine di una recessione. A quel punto, la stagnazione economica registra tassi d’interessi depressi a breve termine, ma una volta che l’attività economica in crescita ha ristabilito la domanda di capitale (e la paura dell’inflazione), i tassi cominciano a salire.
Chi investe su lungo termine teme di restare intrappolato in bassi rendimenti, quindi chiede un maggiore compenso rispetto ai detentori di titoli a breve scadenza, che sono esposti a rischi minori e possono vendere i loro titoli nel giro di alcuni mesi, con la possibilità di acquistare azioni più redditizie se si presenta questa opportunità.
3 – Curva negativa
A prima vista una curva negativa dei tassi sembra un paradosso.
Infatti significa che gli investitori a lungo termine dovrebbero accettare interessi minori, di chi investendo a breve termine si assume rischi di fatto più limitati. Una scelta illogica.
Che cosa significa?
Il fatto è che gli investitori a lungo termine si accontentano di rendimenti inferiori se ritengono che i tassi – e l’economia – andranno ancora peggio in futuro. Puntano sul fatto che è la loro ultima occasione prima che i tassi tocchino il fondo.
Le curve dei tassi negative sono rare. Non vanno però ignorate. Sono sempre seguite da un rallentamento economico – o da una netta recessione – e da tassi d’interesse più bassi.
4 – Curva piatta
Per diventare negativa, la curva deve attraversare un periodo in cui i tassi a lungo termine sono gli stessi di quelli a breve termine. Quando accade sul grafico apparirà una linea piatta o, più comunemente, lievemente incurvata nel mezzo.
Sfortunatamente, non tutte le curve piatte diventano poi curve negative. In tal caso diventeremmo tutti ricchi investendo i nostri risparmi in titoli a 30 anni non appena i loro rendimenti cominciano a scendere verso i livelli di quelli a breve termine.
D’altra parte, non bisogna trascurare la curva piatta soltanto perchè non garantisce con certezza una successiva recessione. Ci sono ancora buone probabilità che a un periodo di tassi in calo seguirà un rallentamento economico e tassi d’interesse più bassi.
(appunti tratti dal sito www.consulenzafinanziaria.net)
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