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Boh le richieste di sussidio!
Oggi, giovedì 9 dicembre 2010, il DOL ( Department of Labor ), ha pubblicato i seguenti dati relativi alla settimana conclusasi il 4 dicembre:
Initial Claims (SA) | A 421,000 | Da 438,000 | =-17,000 |
Initial Claims (NSA) | A 582,007 | Da 412,922 | = +169,085 |
Decrementano le richieste di sussidio per quanto riguarda in numero destagionalizzato, mentre esplodono a rialzo quelle non destagionalizzate.
Semplicemente incredibile ( ma più che prevedibile ) la… boh… 40 esima? revisione a rialzo del dato della settimana precedente, anche questa volta rivisto di 2000 unità in più.
Come sempre, a voi il grafico non destagionalizzato
Certo che dal grafico dei dati non destagionalizzati sembra giungere una musica ben diversa che non la suadente voce delle sirene destagionalizzate. Escluse le prime tre settimane dell’anno, questo è il dato peggiore registrato durante l’intero 2010, e la serie parrebbe ricalcare le orme dei due anni orribili che l’hanno preceduta. Ripeto che un forte incremento nelle richieste era più che prevedibile proprio per ragioni “cicliche”, ma non me lo sarei mai aspettato di queste dimensioni. A occhio e croce ( non mi metterò sicuramente a fare conti ) mi suona pure strano che la destagionalizzazione comunque abbia mostrato un miglioramento rispetto alla settimana prima… mah!
Sono 8’297’938 le persone che godono di un qualche supporto governativo all’interno di uno dei sette programmi previsti per chi è senza lavoro, in calo di ben 611 mila rispetto a soli sette giorni prima… . Roba da Guinness! Tutta sta gente finirà dritta nel programma food stamp o assunta presso una delle tante strutture fantasma sulla base delle quali vengono redatti gli ISM manifatturieri o non… Lasciamo perdere.
È invece interessante notare le annotazioni fatte al report precedente. Molti stati, per la settimana conclusasi il 27 novembre, dichiarano ancora una volta che il numero di richieste è stato mitigato dalla festività, mentre sono assolutamente discordanti i dati in merito al numero di assunzioni e licenziamenti da parte del settore manifatturiero. Se i servizi non hanno influenzato molto il numero di nuove richieste, diversamente il settore manifatturiero sembra essere l’ago della bilancia. Alcuni stati hanno riportato seri peggioramenti della situazioni; altri invece imputano il miglioramento della loro condizione proprio alla medesima industria, ma non specificano nulla né in merito alla settimana corta né in merito al fatto che siano democratici o meno… J
La settimana scorsa, il numero di nuovi impiegati nel settore nonfarm ha disilluso le attese. Uscito a più 39 mila quando le aspettative erano per qualcosa come + 150 mila, ha spinto alcuni a sostenere che il dato fosse scorretto. Ovviamente discutibile l’interpretazione per cui, se i numeri escono brutti sono sbagliati mentre se escono bellissimi debbano essere giusti, mi fa comunque ridere che nessuno faccia mai i conti… .
Accanto al poco positivo dato sui nonfarm, purtroppo è stato pubblicato anche il dato, ora ampiamente snobbato, in merito al livello generale di occupati e che per il secondo mese consecutivo decresce, in quest’occasione di 173 mila lavoratori. Ricordo che il dato complessivo è quello su chi viene poi calcolato il tasso di disoccupazione, tasso che fino a qualche mese fa, proprio grazie al fatto che il livello complessivo di lavoratori si manteneva più o meno costante a fronte di un decremento nella forza lavoro complessiva, permetteva di scrivere che la percentuale di disoccupati stava decrescendo. Ora che invece il numero totale di impiegati decresce e il tasso di disoccupazione aumenta in conseguenza, meglio spostare l’attenzione sul “ben più importante” livello dei nonfarm, che comunque delude! Ma passiamo ai numeri.
Nel grafico sopra ho riportato la variazione mensile nel livello di occupati nel settore nonfarm “in funzione” del numero medio mensile di richieste di sussidio di disoccupazione settimanale. Ho anche voluto calcolare due regressioni lineari: la prima considera tutta la serie dal 1967 ed è rappresentata in nero, la seconda invece ha come dominio i dati ( mostrati con quadrati colorati ) a partire dal 2004 ed è riportata in verde. Risulta allora immediato osservare come l’ultimo dato uscito, etichettato con “novembre2010” giace esattamente sulla retta di regressione degli ultimi 42 anni. Per fortuna che sarebbe questo quello sbagliato! Anche considerando la regressione limitata agli ultimi sei anni, benché esso emerga dalla “media” in maniera leggermente positiva, non sembra comunque discostarsi in modo anomalo come è accaduto al contrario per tutto il 2010, escludendo giugno luglio e settembre. Quindi, mi pare davvero ridicolo considerare stridente il dato della settimana scorsa.
In ogni caso, al fine di permettere un confronto con il passato, vi riporto anche questo grafico:
I dati sono i medesimi, ma sono aggregati in maniera diversa. La prima serie, rappresentata in nero, raggruppa tutti i dati dal gennaio 1967, le seconda riprende l’intervallo tra il gennaio 1967 e il gennaio 1995 ed è riportata in rosso, la terza, verde, ha origine nel gennaio 1995 e termina con l’ultimo dato disponibile. Infine, la quarta e puramente indicativa, è stata inserita solo per mostrare la regressione lineare blu in uno dei periodi più floridi per l’economia americana, almeno dal punto di vista del mondo del lavoro.
L’idea è che più il mondo del lavoro è stabile e forte, e più la variazione nel livello di nuovi assunti ( mostrati sull’asse y ) si mantiene positiva indipendentemente da quanto possa diventare grande il numero di nuove richieste di sussidio. Vi rammento che i numeri qui espressi sono assoluti e che quindi in generale un alto livello di nuove richieste di sussidio non è di per se stesso negativo, ma va confrontato che le dimensioni complessive del mercato del lavoro. Un’economia sana è florida anche quando a fronte di un importante turnover, riesce comunque a produrre un numero più alto di nuovi posti di lavoro. Tutto questo dal punto di vista grafico si traduce nel richiedere che le regressioni siano il più possibile spostate in alto ( come ad esempio la linea blu ) e con una pendenza il meno negativa possibile. Fortunatamente la tendenza negli ultimi 15 anni è stata perlopiù dettata dalla gravissima crisi occupazionale dei tre anni appena trascorsi, ma già dall’inizio del 2010, sempre prendendo per buoni i dati… , la situazione sembra essersi “normalizzata”. Quanto appena detto è ben visibile dal primo grafico che mostra come la nube dei dati sia più o meno ben dispersa attorno alla linea di regressione di lungo periodo. Certo che le cose non sono più come nel secolo scorso: a parità di nuovi posti di lavoro creati mensilmente si registravano circa 400 – 420 mila nuove richieste, ora esse sono circa 460 – 470 mila. Difficilmente si rivedranno coppie di numeri come quelli annotate nei decenni scorsi, ma ciò non andrà necessariamente letto in maniera negativa, alla luce soprattutto del fatto che, a giudicare dalla ripresa in corso e dalla stagnazione della forza lavoro, sempre meno americani hanno bisogno di lavorare… . Come sempre in questi casi, l’unica cosa ragionevole è aspettare finché la dinamica di aggiustamento si sarà esaurita, e solo allora avrà senso discutere di ciò che sarà diventata la nuova normalità.
Mattacchiuz
salve a tutti, sono nuovo (nei commenti; ma vi seguo da mooolto).
complimenti, stupendo post.. molto dettagliato ed esaustivo.
l impennata dei sussidi era prevedibile ma la portata mi aveva fatto un pò preoccupare. comunque vedendo i grafici storici riportati è tutto molto + chiaro. Voglio solo ricordare che questo mercato del lavoro viene considerato “espansivo” quando le richieste di sussidio non superano la soglia di 400000… credo che sia troppo limitativo e quando si parla di “Lavoro” (e non solo) si dovrebbe essere molto + analitici..
ancora complimenti Mattacchiuz
Mat e Dream, faccio il solito commento ironico: come potrà aumentare l’occupazione, se fabbriche e parecchi centri tecnici sono state “portate” fuori dagli USA?????
con il teletrasporto, qundo comunicano gli utili, prima teletrasportano le fabbriche e agli operai cinesi regalano lentine azzurre e parrucche bionde, dopo le trimstali teletrasportano tutto cina, semplice no 😆
Associated Press scrive: Applications for unemployment benefits dropped last week to the second-lowest level this year, fresh evidence that companies are cutting fewer jobs.
Il secondo livello più basso dell’anno?Ma se è il terzo più alto?Stiamo scoprendo una nuova professione: il disoccupato immaginario!
..dobbiamo suggerire ad Associated Press di leggere qualche blog (magari Intermarketandmore che ..mi sembra… uno dei “più meglio”, come ha detto anche Filipposense) prima di rilasciare commenti “devianti”…
si ma occhio che il dato di cui parla AP è quello destagionalizzato. e tecnicamente ha ragione. comunque qui sotto il grafico di tutte le prime settimane di dicembre dal 1967:
la crisi sta durando davvero da tanto tempo, e anche questo ne è una prova
ma cmq la stessa cosa vale più o meno per il dato destagionalizzato, salvo nel caso di sopra questo è stato il settimo peggiore anno, mentre nel caso destagionalizzato è stato il nono.
ma è roba da poco, sempre una tra le peggiori prime settimane di dicembre rimane, aggravata comunque dal fatto che avviene dopo 3 anni di continui licenziamenti
Considerando che probabilmente quella che stiamo vivendo è la peggior crisi economica dopo quella del 1929, ci sta che anche dopo tre anni la situazione sia ancora drammatica.
Quello che conta a mio parere è il trend, in miglioramento mi pare.
sarebbe vero se contemporaneamente ci fosse una qualche significativa ripresa dell’occupazione. per ora stiamo ancora perdendo posti di lavoro e le cose non peggiorano solo perchè la gente esce dalle statistiche sul lavoro e entra in quelle sulla fame.
cmq non c’è dubbio che prima o poi le cose miglioreranno… dopo aver iniettato boh.. quanti 3000, 4000 5000 6000 miliardi di dollari o euro, poco importa, l’importante è che siano stati creati 500 mila posti di lavoro 🙂
ciao filippo
parlando esclusivamente per inonfarm ( per l’occupazione globale i numeri sono diversi ma il concetto non cambia ) dai grafici di lungo periodo, si deduce che mediamente il mercato del lavoro è espansivo se i sussidi sono inferiori a 520 mila initial claims. questo è un indicatore di estrema forza, ovverno nonostante ci siano un sacco di licenziamenti o allontanamenti, cmq l’economia è in grado di riassorbire tutti e di più già nei mesi successivi. se infatti la regressione fosse un retta parallela all’asse delle x giacente nel semispazio delle y positive, saremo nella condizione di avere sempre occupazione crescente indipendetemente dal numero di initial claims: economia fortissima!
viversa, soprattutto a causa dei tre anni precedenti, la retta si è molto inclinata, quindi anche in presenza di un numero relativamente basso di initial claims, l’economia non è in grado di produrre nemmeno un numero sufficiente di posti di lavoro in maniera da annullare l’effetto licenziamenti o allontanamenti. questa è l’attuale situazione. anche se spero in miglioramento, ma il Census del decennio ha talmente alterato i dati, che è difficile stabilire cosa sia normale e cosa no.
grazie mattacchiuz,
ho capito che l inclinazione della retta di regressione rappresenta la debolezza/forza dell economia, e che un inclinazione positiva non avrebbe senso (+ richieste di sussidio = + assunzioni) ma come fai a dire che è 520000 initial claims la soglia per il mercato espansivo? mi sembra un livello piuttosto alto e dunque ora gli usa sarebbero in un mercato del lavoro espansivo? come dici tu, l economa è debole e i licenziamenti, anche se limitati, sono amplificati..
dalla retta di regressione.
quando l’asse delle x vale 520 mila per il periodo lungo ( tra il 67 e il 95 ) allora il numero di nfarm è zero.
se hli initial claims sono inferiori, allora gli nfarm sono maggiori di zero e viceversa.
considerando invece la serie dal 1967 al 2010 il numero spartiacque è 450 mila.
l’economia si è indebolita: anche se ci sono meno licenziati ( e quindi cassaintegrati ) cmq l’economia non riesce a creare posti di lavoro.
in generale, potrebbe aver senso anche una retta inclinata positivamente, anzi…. .
ricorda che il numero di nonfarm che io riporto è la differenza netta:
supponiamo che un mese abbiano licenziato 100 mila persone, allora ci saranno 100 mila casaintegrati.
ma allo stesso mese possono esserci state anche 130 mila nuove assunzioni.
al netto, sono stati creati 30 mila posti. le due cose non sono direttamente dipendenti, anche se ovviamente esiste una qualche relazione – sempre più debole – dovuta proprio alla realtà macroeconomica, per la quale, ad un elevato numero di richieste di disoccupazione dovrebbe corrispondere, in generale, un ampio numero di perdita di posti di lavoro complessivi.
grazie per la spiegazione…
“l’economia si è indebolita: anche se ci sono meno licenziati ( e quindi cassaintegrati ) cmq l’economia non riesce a creare posti di lavoro.” dunque più l economia è debole e più la soglia è bassa… e quindi forse la soglia dei 400000 è da reputarsi attribuibile all economia degli ultimi sei anni (come la retta verde nel tuo grafico). Infatti non è una cifra che ho inventato io, l ho sentita in un intervista al co-direttore del Franklin Templeton Fixed Income Group…
credevo che il dato sulle ordinate fosse la differenza fra le assunzioni attuali e quelle del mese precedente!! 😆 che scemo!!
grazie ancora
filipposense1@finanza,
scusa il ritardo, ma in questi giorni ho la frenesia pure io…
avevo intuito che non ero stato chiaro. cmq sulle y ho messo la differenza tra il numero di nf rispetto al mese, quindi non è esattamente, come hai detto tu, la differenza tra le assunzioni. purtroppo una cosa simile è quesi impossibile da capire, anche se il JOLTS (Job Openings and Labor Turnover Survey)
ne da una stima ben precisa. ho già fatto alcuni post in cui riportavo i dati del jolts, ma spesso la differenza rispetto ai dati dei nonfarm e ai dati complessivi ( spesso negli ultimi mesi… ) risulta davvero alta, quindi, onde evitare di battere il solito tasto dell’incongruenza dei dati americani, ho smesso di scriverlo. altrimenti poi mi dicono che sono malato, anche se sono i dati che non tornano… :-). io i conti ancora li so fare, e so usare piuttosto bene anche i numeri immaginari… quelli del campo dei Complessi. il campo è un insieme con delle “regole ben precise”. una volta andavo pazzo per queste cose, ora me ne piacciono altre.
sono appena tornato dal matrimonio di un mio amico… si capisce credo…
Ke spettacolo di post Matta! Perfetta integrazione del mio “Albero della cuccagna”!
http://intermarketandmore.finanza.com/albero-della-cuccagna-fino-a-quando-21134.html