“Benino” i preliminari per le vendite di abitazioni esistenti
Oggi, lunedì 4 ottobre 2010, Realtor, l’associazione delle agenzie immobiliari americane, fa sapere che il numero di contratti preliminari stipulati per l’acquisto di una casa esistente è salito ad agosto del 4.3% rispetto al mese precedente, rivisto come al solito a ribasso di 0.5 punti. Difficile capire se questo sarà l’inizio di una nuova tendenza al miglioramento o se per ora esso rimane solo un timido indicatore di una stabilizzazione attorno a livelli comunque talmente bassi da rendere insostenibile l’ipotesi di una reale ripresa del settore immobiliare. Il perdurare di uno stato di disoccupazione mai sperimentato negli ultimi ottanta anni, la contrazione del credito, lo stato generale dell’economia statunitense, il “blocco” psicologico da non sottovalutare dei potenziali compratori, e, infine, le recenti vicende legate agli scandali sui pignoramenti, permettono di ritenere che sia improbabile supporre un qualche serio miglioramento della congiuntura. Il grafico sotto mostra chiaramente la correlazione tra l’indice Pending Home Sales rilasciato oggi e il numero di compravendite di case esistenti,
mentre quello il seguente permette un’oggettiva valutazione su quale sarà il suo probabile sviluppo futuro.
L’MBA Purchase Index, è un indice settimanale, mentre tutti gli altri sono indici mensili. L’equazione è : no mutui no compravendite! Pertanto, finché non ci sarà un’evidente miglioramento di questo indice, non mi sentirete mai parlare di ripresa nelle compravendite immobiliari, sempre che ora gli americani non paghino le loro case in contanti.
Durante tutti questi mesi, in ogni caso, l’attenzione è rimasta focalizzata praticamente solo sul mercato residenziale. Per ora vi accenno solo che sembrerebbe che il mercato degli immobili commerciali stia per entrare nel vivo della stagione dei pignoramenti. Il tasso di inadempienza non accenna a diminuire e si mantiene attorno al 9%, su livelli insostenibili ( quello residenziale è poco sopra all’11% ) . Per ora, la parola d’ordine è stata “extend and pretend”, che io tradurrei come un “raccontala e tira a campare”, ma chiaramente, ci sarà pure un punto di rottura.
Ma prima di lasciarvi ad altro, vorrei richiamare la vostra attenzione su questo di grafico, la cui interpretazione è tuttavia abbastanza arbitraria ma interessante.
In blu ho riportato il numero di case vendute mese per mese, non destagionalizzato, mentre in rosso sono indicati il numero di impiegati assunti nel settore nonfarm, dati tratti dal turnover del lavoro del BLS. Entrambi sono in milioni. È molto probabile, vista la disponibilità degli americani a trasferirsi per lavoro, che la ciclicità e la correlazione delle due serie sia tutt’altro che casuale. In momenti in cui le aziende assumono, gli statunitensi non esitano a muoversi e acquistare casa laddove abbiano trovato lavoro. Di conseguenza, proprio le assunzioni risulterebbero un buon anticipatore del numero di compravendite di case. Il 2010 ha fatto eccezione solo parzialmente. La ripresa nella vendita di case esistenti tuttavia è risulta più veloce che non durante gli anni precedenti ( basta confrontare la velocità di salita e la distanza tra i due picchi consecutivi ), spinta dai celeberrimi incentivi per l’acquisto di casa. Analogamente, il crollo delle vendite è risultato si essere sia in anticipo rispetto agli anni scorsi, ma meno pesante. Questo perché, probabilmente, mentre gli incentivi scadevano ad essi si sostituivano almeno in minima parte gli acquisti stagionali delle persone che hanno deciso di trasferirsi per lavoro. Vi invito a non fare confusione con il dato destagionalizzato, che invece ha preso, ovviamente, una mazzata pazzesca, essendo il crollo avvenuto con qualche mese di anticipo sul normale. Questo in qualche modo deve aver mitigato la decrescita per il dato destagionalizzato. Ma ciò implica anche che, se in futuro le dinamiche del lavoro saranno tali da non produrre un numero sufficiente di impieghi, sarà possibile assistere, nei mesi tra novembre e gennaio, ad ulteriori e ingenti crolli.
Come al solito, gli artifici contabili adottati per creare una qualche parvenza di ripresa e sostenibilità, potrebbero scontrarsi duramente con la realtà dell’economia. E l’economia, in ultima analisi, dipende dal lavoro prima di ogni altra cosa.
Mattacchiuz
PS: qualche giorno fa sono stati diffusi i dati sulla disoccupazione italiana. Alcuni di voi mi hanno chiesto come mai io non dia troppo peso alle vicende nostrane, quando in realtà dovrebbero essere quelle che più ci interessano da vicino. Forse dovrei farlo, tuttavia per ora ritengo che sia ancora più importante capire le sorti della prima economia mondiale che non invece concentrarsi su cose di carattere quasi regionale. In ogni caso, ci sono altri blogger assolutamente PPP ( preparati precisi puntuali ) che ne trattano dando il giusto peso. Vi invito a spendere qualche minuto a leggere questi due articoli in merito al tasso di disoccupazione.
La disoccupazione secondo il Grande Bluff e la disoccupazione che da Phastidio! La chiave di lettura è la medesima su cui insisto sempre anch’io dalle righe di questo blog: evaporazione di forza lavoro. Ed i numeri, sono sempre impressionanti! Date un’occhiata voi stessi.
il -20.1% che hai sentito tu è corretto, se consideri anno su anno 🙂
Ciao Matta…..oggi 4 ottobre……il mio short sull’ETF SPY del nostro amico Dream ………sembra non cominciare male…………ma è ancora presto per dirlo………siamo solo all’inizio………. ho programmato almeno 3 settimane di short……….e spero di non doverlo anch’io revocare………ma ho fiducia nei miei calcoli sul report della CFTC !!!!
Tra l’altro caro Dream oggi Dollar index in salita e CRB in discesa………di nuovo segnali di deflazione……..comincio a pensare che il ns amico bergasim…….abbia visto giusto……….semprechè non intervenga la FEd……..con il minacciato QE 2.0 !!!
Io avevo sentito -20% vendite case e mi sembrava pessimo.
Tante volte le informazioni parziali sono fuorvianti.
Grazie Matta.