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ECONOMIA STRESSATA: FED, DOLLARO E S&P 500
La riunione di ieri sera della FED si è conclusa nel modo in assoluto più scontato ed ovvio. Un taglio di 50 centesimi, che sommato al -75 bp della settimana scorsa ci portano ad un -1.25%, una riduzione storicamente degna di nota. Le motivazioni del Dott. Bernanke sono state le solite: crescita ridotta, crisi dei mercati ed economia “stressata” (così l’ha chiamata BB). Missione compiuta? Nelle parole di BB si intende la volontà di andare avanti coi tagli. Qualche giorno fa ho accennato nei commenti di un post alla possibilità (si era studiata l’ipotesi Taylor rule) di tornare ad un 1%. Diciamo che la strada è tracciata ed ora siamo in attesa degli eventi.
Ma solo tagliare non è sufficiente
La decisione è arrivata con l’appoggio di 9 voti a favore e 1 (Dallas) contrario. Prossimo vertice a fine marzo. E già sul mercato dei futures si vede che si inizia a scontare un altro taglio. Al momento si prevede un -0.25%. Ma è presto per fare delle previsioni. Le uniche certezze sono quelle che “possiamo vedere e toccare con mano”. In primis i problemi che assillano l’economia USA: Inflazione in aumento, problemi del lavoro, ma soprattutto problemi del credito e del settore immobiliare. E, mi ripeto in quanto ne ho già parlato diverse volte in passato, sono proprio questi ultimi due nodi quelli che più condizionano e condizioneranno l’economia USA nei prossimi mesi. E’ necessaria innanzitutto un po’ di pulizia e sistemazione proprio nel settore del credito e in quello delle case. E una volta che banche ed immobili avranno raggiunto il loro bottom, depurati da tutte le vicende e gli eccessi che li rendono protagonisti non solo delle cronache economiche, a quel punto, E SOLO A QUEL PUNTO (secondo me) si potrà tornare con fiducia sui mercati.
In merito al doppio taglio FED, beh, che posso dirmi. Suona un po’ da manovra disperata. Ma cos’altro poteva fare BB per cercare quantomeno di limitare i danni?
Le reazioni dell’ US Dollar e dell’S&P500
I mercati dapprima hanno accolto con entusiasmo il taglio, per poi chiudere in negativo. Vi propongo il solito S&P500, però con un indicatore diverso. E’ il classico indicatore di trend, che sta cercando di rialzare la testa.
Ogni qualvolta c’è stato l’incrocio “violento” della “signal line” con il MACD lo SP500 ha avuto dei buoni recuperi. Una nota però devo farla. Non dimentichiamo che questo è il primo incrocio violento in una situazione di downtrend e quindi il comportamento potrebbe cambiare. Intanto però continuiamo ad essere fuori dalla trendline. A questo punto lo scenario mi sembra chiaro. O entro stasera ci sarà un chiaro ed immediato rientro sotto la trendline viola, altrimenti assisteremo ad un rimbalzo. O, per lo meno, questo è il mio punto di vista.
Ecco il grafico dello S&P 500.
E il dollaro? Beh, il taglio non ha fatto ovviamente bene alla valuta USA. Però anche qui mi sembra di vedere uno scenario molto chiaro. Ed è proprio il grafico a dirci tutto. Buttateci l’occhio.
Ormai quota 150% di Fibonacci è diventata una resistenza molto importante, alias quota 1.49. La rottura di questo livello ci porterà al nostro target, già preventivato ai tempi della violazione di area 1.384. Il target è 1.52. E secondo me… i tempi sono ormai maturi. Basta aspettare la violazione di suddetta resistenza. O per lo meno, secondo me…