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Crisi 2.0

Scritto il alle 17:40 da Danilo DT

Alla fine ci siamo arrivati. Proprio ieri parlavamo dell’ipotesi default per l’Ungheria.

Oggi, a questa ipotesi confermata dall’andamento dei Credit Default Swap e quindi tutt’altro che da scartare, si aggiungono altre news, importanti sia per capire cosa sta accadendo e sia per poter analizzare gli scenari a cui andiamo incontro.
Questo scenario l’ho chiamato CRISI 2.0, proprio come le seconde versioni di certi software, teoricamente riviste, migliorate e perfezionate. In questo caso, purtroppo, di migliorato però c’è ben poco. E di perfezionato ancora meno. Tutto è figlio di una situazione degenerata. Ma quante volte ne ho già parlato? Forse troppo tanto che spesso mi capita di chiedermi come facciate ancora a sopportarmi tanto sono diventato ripetitivo. Ma questa è la realtà dei fatti.

E per chi vuole buttare un occhio al “Dream Pensiero”, una visione indipendente e credo molto realistica della situazione, consiglio di buttare un occhio sia all’area Macroeconomia  che all’area V.I.P. .

Oltre a quanto già anticipato sull’Ungheria, oggi non possiamo non notare un nuovo record. Parlo dello spread tra BTP e BUND. Cosa può voler dire?

Significa che la speculazione (lo avevo previsto tempo fa) è arrivata anche da noi… Il mercato sta iniziando a prendere di mira anche i titoli di stato italiano.
Lo spread tra BTP e Bund a 10 anni è pari a 161 basis point, uno spread così non si vedeva dal 1997. Siamo sicuri che vada tutto bene sul mercato?

Grafico spread Bund BTP a 10 anni

Qui si tratta però di mera speculazione, almeno per il momento. Invece c’è qualcuno che, già da subito preoccupa non poco.
E quel qualcuno è la Spagna.

Deficit/PIL attuale al 5.4%, ma proiettato al 10% per il 2011 (fonte BCE). Disoccupazione al 20%, debito privato alle stelle…

 

La vera linea Maginot dell’area Euro: la Spagna

 

Riprendendo una definizione di Peter Boone e Simon Johnson…

Many commentators suggest Spain is now the euro zone’s Maginot line. The argument is clear: Spain, with GDP over $1.3 trillion (8th largest in the world; 5th largest in Europe) and its large outstanding bank and public debt, is simply too big to fail without causing irreparable harm to the euro zone financial system. If we dig in here, the reasoning goes, eurozone market upheavals can be stopped.

Come dargli torto. La Spagna è troppo grande per fallire. L’uinica cosa che si può fare è cercare di mettere in opera tutti i sostegni possibili ed immaginabili e cercare di evitare il peggio. Siamo ancora in tempo? Assolutamente SI, ci vuole però grande presa di coscienza della gravità della situazione, e spirito di sacrificio sia del Governo che del popolo spagnolo.
Purtroppo in Spagna il problema numero uno è stato quello della bolla immobiliare. Che sta mettendo in crisi, come sapete, il settore bancario spagnolo. Ma a questa grande falla, se ne stanno aggiungendo altre, alcune veramente sorprendenti. Una di queste è quello dell abolla energetica.
Petrolio, nossignore. FOTOVOLTAICO.

 

Fotovoltaico: la nuova bolla spagnola

 

Alle già numerose magagne, generate dal “buonismo” e dal “permissivismo” del sistema finanziario (praticamente hanno finanziato l’impossibile regalando denaro a cani e porci), ci si ritrova oggi con una nuova bolla, che probabilmente parte dalla Spagna ma che in futuro rischia di colpire anche altre aree geografiche.
E la cosa curiosa che si tratta non di un settore “maturo” ma di un’area che dovrebbe rappresentare il futuro. Ma il troppo stoppia. E noi questo lo abbiamo imparato nel 2000, con la famosa “bolla internet”, un settore che (giustamente) veniva dato come uno in grado di crescere in modo geometrico, ma che poi…poufff… si è sgonfiato come un palloncino.
Qual è questo settore? E’ il fotovoltaico.

 

Infatti il settore dell’energia alternativa, e nella fattispecie il fotovoltaico, ha contribuito in modo forte alla crescita del PIL spagnolo l’anno scorso (1%) ma è stato condizionato da un eccessivo lassismo delle banche che hanno finanziato opere anche faraoniche anche oltre 80% del valore dello stesso investimento. Peccato che, poi, non tutto è andato per il verso giusto e molti soldini prestati in questo nuovo business saranno polverizzati dalle partite ad incaglio.

Alcuni studi di settore danno per molto probabile un rischio di perdite, per le banche, di circa 30 miliardi di euro proprio a causa del settore fotovoltaico. Scusate, più che di perdite possiamo parlare di “pignoramenti”, proprio come è successo per il settore immobiliare. E quindi avremo banche con tanti bei pannelli…
E se la storia si ripete e rivedremo quanto accaduto con l’immobiliare, c’è il forte rischio che il sistema bancario spagnolo, già in difficoltà per altri motivi, si trovi un’altra difficile tegola da gestire nei prossimi mesi.
Il castello di carta, pian pianino , sta crollando…. Occorrono interventi massicci, subito.

Conclusioni

 

Secondo me il problema grandissimo (tanto epr cambiare!) non è quello della sostenibilità del debito nel breve , ma il comportamento della speculazione che potrebbe tecnicamente demolire tutto quanto si possa immaginare. Gli Stati possono anche mettere in piedi tutti i sostegni ed i piani di salvataggio del caso. MA se si lascia carta bianca alla speculazione, il disastro non potrà essere evitato.
Quindi, cari governanti, prima cosa da fare, mettere il bavaglio agli speculatori. E poi ci vogliono manovre forti, convinte e purtroppo massicce. Questa è la tanto temuta austerity a cui facevamo riferimento in passato.

Benvenuti nella crisi 2.0.

Allegati:

Grafico CDS Spagna 5 yr

 

 

Grafico CDS Italia 5 yr

 

Tabella CDS stati europei

STAY TUNED!

DT

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