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Bear market: e se fosse che…
Double dip, deflazione e Perma-Bear
Ormai l’ipervenduto si fa sentire in un po’ tutte le asset class più rischiose, asset class che sono state pesantemente vendute delle ultime settimane.
Sicuramente abbiamo assistito ad una impetuosa fuga dal rischio e ad un fly to quality che addirittura qualcuno ha ribattezzato in fly to liquidity.
Quanto hanno fatto l’accoppiata UEM e Fondo monetario Internazionale è sicuramente di quanto meglio si poteva sperare, al momento. Anche perché, come già detto, non occorrerà stampare nuovi Euro. Si tratta di una manovra si sterilizzazione e di sostegno ai bond governativi dei paesi dell’area Club Med più in difficoltà.
Ma ora la palla passa ai singoli governi. Ed è proprio qui che si gioca la grande partita, la grande scommessa della ripresa. Non tanto ripresa economica, che con l’austerity in arrivo è ufficialmente rimandata a data da destinarsi, ma soprattutto ad una ripresa di fiducia. Quella fiducia che ha massacrato l’Euro e il morale agli investitori italici e non solo.
Quanto intravedo alle porte non posso certo definirlo uno scenario allegro:
1-Alto tasso di disoccupazione
2-Taglio delle spese
3-Taglio delle pensioni e degli stipendi
4-Riduzione “con qualsiasi mezzo” dei due ratio chiave: Debito/PIL e deficit/PIL
5-Deflazione
6-Crescita molto bassa
In questo scenario non certo molto allegro ritroviamo però un Euro molto debole, che per certi versi darà una mano alle esportazioni. Ma non basterà assolutamente.
Dobbiamo aspettarci anni di sacrifici e di crescita lenta.
Quindi, come paventato giaà molto mesi fa, siamo arrivati a quello che temevamo, ovvero alla giapponesizzazione della nostra economia.
I tassi resteranno molto probabilmente bassi per un periodo di tempo lungo (a meno che succeda qualche evento shock particolare di cui, oggi, non se ne vede l’ombra) e la crescita latiterà.
E i mercati finanziari? Vivranno nella volatilità. E fondamentale sarà cercare di centrare i timing giusti, soprattutto in vista delle grandi lateralizzazioni che hanno contraddistinto,m nella storia, i periodo di crisi e post crisi. Un Po’ quello che stiamo vivendo oggi.
Ma andiamo a vederli questi grafici.
Il quartetto dell’orso
Il grafico è tratto da DShort e mette a confronto il grafico di 4 grandi crisi:
1) Crisi del 1929 con il DJIA (1929-1949)
2) Deflazione giapponese con il Nikkei (1989-…oggi)
3) La bolla tech del Nasdaq (2000-…oggi)
4) La crisi finanziaria di oggi con lo SP 500 (2007-…oggi)
Come potete vedere, è abbastanza chiaro un fattore. A seguito di grandi crolli, ci sono sempre stati degli ottimi rimbalzi a cui però sono susseguiti dei lunghi periodi di stabilizzazione. Chiamatela lunga fase accumulativa, chiamatela incertezza. Io la chiamo lateralizzazione lacerante, in quanto creerà illusioni e crisi di nervi.
L’importante però è saperlo prima e comportarsi di conseguenza.
Se andiamo però a fondo dell’analisi, c’è anche un’altra importante verità che ovviamente deve essere confermata e che oggi suona come una ipotesi azzardata ma non improbabile.
Rischio double dip?
Ricordate l’ipotesi “double dip”? Bene, secondo questa analisi, non solo l’ipotesi double dip è presa seriamente in considerazione, ma addirittura si può ipotizzare dei minimi perfino…più minimi.
Un’analisi che fa rabbrividire tutto coloro che speravano nella fine della crisi, cosa che però io non ho mai mai sostenuto, e che si allinea all’ipotesi deflazione prima accennata. Quindi un bear market che non solo non è concluso ma che potrebbe acnhe generare nuove sorprese, con nuovi minimi e, ahimè, grossi disequilibri economico-sociali. Ma badate bene, non sono io a dirlo. E’ la storia, che molto spesso si ripete, cambia magari nella forma ma i vari cicli si susseguono.
Sarà dunque determinante un’attenzione particolare al rischio finanziario, ai vari settori e alle aree geografiche.
Ci aspetta un futuro difficile dove la qualità dell’investimento farà veramente la differenza.Finora i benchmark hanno fatto il loro dovere.
D’ora in avanti sarà necessaria una vera gestione attiva, con qualità e gestione del rischio.
Io con Compass ci sto provando. E credo proprio che la strada intrapresa sia quella giusnta.
STAY TUNED!
Allegati: la grande crisi del 1929 e oggi…
DT
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