Tra hedge fund, short selling e sterilizzazioni
Buongiorno a tutti. Anzi, buonanotte per chi, come il sottoscritto, sta facendo le ore piccole.
Come spiegato nel post di ieri, si è aperto per il sottoscritto un periodo molto complicato, che limita forzatamente la presenza sul blog.
Vedo però con estremo piacere che l’ambiente continua ad essere vivace.
Malgrado qualche buontempone che decide di remare contro, nei confronti del quale non ho più nulla da dire, credo sia quanto mai evidente che la strategia attuata ed intrapresa nei giorni scorsi abbia portato i frutti sperati. Infatti (visto che qualcuno ha lanciato la sfida) nel post del 13 maggio intitolato “oltre la speculazione di breve” dicevo: “I rimbalzi di questi giorni devono essere visti come buone occasioni per limitare il peso del rischio nei portafogli.”
Mi sembra che il messaggio sia stato molto chiaro. O sbaglio? Ma non voglio più perdere tempo in questi discorsi. Per fortuna sono sempre stato molto trasparente ed i post lo testimoniano.
Chiusa parentesi.
Una giornata ricca di importanti avvenimenti
Short selling
Il rammarico per i miei impegni di questo periodo aumenta soprattutto in virtù di quanto sta accadendo.
Proprio ieri, come descritto in modo brillante dai commentatori del blog, è stata la giornata di decisioni importanti ed estremamente significative.
In primis la decisione di bloccare lo short selling per evitare le speculazioni. Una decisione partita dalla Germania della Merkel e poi condivisa (moralmente) anche dagli altri paesi UE che hanno visto di buon occhio l’iniziativa, non escludendo la possibilità di renderla efficace anche su altri listini. Pardon. Evitare è una parola grossa. Meglio dire limitare. Si, perché sta trasparendo in modo molto evidente un fattore che incredibilimente era stato accantonato dalla classe governante, in preda al delirio della crescita e della fine della crisi nella realtà, invece, non si è mai conclusa.
Questa cosa in inglese si scrive con 4 lettere, e in italiano con 5.
FEAR
PAURA
Torna la paura. Lo abbiamo notato ieri con l’analisi sul VIX. Lo notiamo con il comportamento della classe dirigente che si inventa il possibile per mettere le barricate di sostegno al mercato. Si teme il peggio. Si teme la speculazione. Si teme una nuova crisi, guidata addirittura dalla deflazione, dalla valanga di debito che aleggia sulle nostre teste, dagli hedge funds.
E qui la seconda novità.
Hedge Funds
Se si parla di speculazione, tornano di moda gli hedge funds, dimenticando però che ormai le stesse grandi bacnhe sono dei veri e propri hedge funds. O sbaglio? Comunque sia , questo è quanto riporato da IlSole24Ore:
“…I manager dei fondi alternativi dovranno ottenere l’autorizzazione ad operare dall’autorità competente dello stato membro in cui risiedono. Una volta autorizzato il manager può operare con gli investitori professionali in qualsiasi stato membro. E’ questo il famoso ‘passaporto Ue’. Il manager dovrà rispettare una serie di vincoli prudenziali in relazione alla solidità del capitale, la gestione del rischio incluso il rischio di liquidità. Dovrà anche fornire informazioni dettagliate e a scadenze regolari sui principali mercati e strumenti che tratta, sulle esposizioni principali e sulla concentrazione del rischio. Si tratta di elementi molto sensibili, basti pensare che finora tali fondi sono sfuggiti a qualsiasi controllo. Inoltre dovrà fornire una “chiara descrizione” delle strategie di investimento che deve riguardare tutti i tipici asset e l’uso del ‘leverage’.
…Per quanto riguarda i vincoli del ‘leverage’ (l’uso della leva del debito) per finanziare investimenti, le autorità di supervisione avranno il potere di fissarne i limiti per assicurare la stabilità del sistema finanziario. …
Sulla delicata questione dei fondi stabiliti nei paesi terzi, i manager residenti nella Ue potranno operare con fondi localizzati in quei paesi a patto che rispettino solo alcune delle disposizioni contenute nella direttiva e che lo stato membro lo permetta. I manager non Ue potranno operare in uno stato membro con fondi stabiliti nei paesi terzi a patto che ci sia una “sufficiente” informazione per investitori e autorità di supervisione e ci sia “una appropriata cooperazione” tra le autorità Ue e le autorità del paese terzo ai fini della supervisione del rischio sistemici…
Infine, la direttiva potrà non applicarsi ai fondi che gestiscono asset inferiori a 100 milioni di euro se ricorrono al ‘leveragé e a 500 milioni se non vi ricorrono.
Quindi si stringe la cinghia per gli hedge funds. Ma basterà per bloccare la speculazione? Certo, aiuterà, ma non risolverà il problema, anche perché non dimentichiamo, come detto, il ruolo delle banche che possono essere sia attrici ma anche…prede per la speculazione, in quanto, a causa della volatilità, si possono ritrovare con grosse oscillazioni del valore delle partecipazioni iscritte a bilancio. E allora? Ecco qui la terza novità del giorno.
Neutralizzazione per le banche dei titoli UE
Qualcuno sul blog ha addirittura ipotizzato il “falso in bilancio”. In questo caso ritengo decisamente eccessiva questa definizione in quanto, dal comunicato di Bankitalia, si legge che “La Banca d’Italia ha adottato un provvedimento con cui viene modificato il trattamento prudenziale dei titoli di debito dei Paesi dell’Unione Europea ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza delle banche e dei gruppi bancari italiani.”
Quindi il provvedimento, che potete leggere cliccando QUI parla di sterilizzazione (ovvero di ibernazione della volatilità) per i titoli di Stato dell’area UE. E non è un caso. E’ un provvedimento invece istituito per non rendere falsata la situazione del bilancio delle banche. Proprio perché i titoli di debito delle banche italiane sono parte integrante degli istituti di credito, potrebbero, con la loro volatilità di questo periodo, influenzare in modo anomalo (provocando grandi sorprese) i risultati d’esercizio (nel bene e nel male) e procurando a loro volta ulteriore volatilità, ulteriori timori e paure che sarebbero poi infondate.
Conclusioni
Certo, tutto quanto scritto fa parte delle cose “note”.
Ho voluto però portare un messaggio. Queste prese di posizione non sono casuali, ma sono figlie di uno scenario che come detto in apertura, è compromesso: nella fiducia, nelle tendenze, e nella crescita economica, vista l’austerity a cui andremo incontro.
Mi verrebbe da dire “allacciate le cinture” però…occorre fare attenzione.
Tra un po’ le cinture ce le stringeranno. E non di poco.
STAY TUNED!
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